Molti consumatori, oltre a valutare la qualità dei prodotti di origine animale che acquistano, riconoscono nello stato di benessere degli animali allevati un aspetto importante da considerare. Basano, di conseguenza, il loro comportamento d’acquisto anche sulla percezione di un miglior livello di benessere animale assicurato da alcune produzioni, quali quelle biologiche.

Pertanto, chi alleva con metodo biologico deve rispondere alle aspettative del consumatore e garantire elevati livelli di benessere degli animali che producono uova o carne.
Nonostante l’allevamento biologico sia percepito come potenzialmente in grado di garantire agli animali un buon livello di benessere, tale obiettivo non viene sempre raggiunto.
Il progetto FreeBirds affronta le problematiche legate alla salute, al benessere animale e all’impatto ambientale in questo tipo di produzioni, per approfondire le conoscenze utili a migliorare il benessere delle galline ovaiole e dei polli da carne.
 

I partner del progetto

L’iniziativa nasce nell’ambito di Core Organic Cofund, una collaborazione tra 27 partner in 19 Paesi e regioni europee per la ricerca scientifica nei settori dell'alimentazione e dell'agricoltura biologica.
FreeBirds è finanziato su fondi dell'Unione Europea e del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Il coordinamento è affidato alla Svezia e in particolare alla Swedish University of Agricultural Sciences, responsabile: Stefan Gunnarsson.
Al partner italiano - rappresentato dall’Università degli Studi di Milano, responsabile: Valentina Ferrante - si affiancano gruppi di ricerca di Danimarca, Olanda, Polonia, Belgio e Turchia.
 

Il parchetto esterno

Il progetto intende studiare e sviluppare pratiche efficaci nella produzione avicola biologica per incentivare l’utilizzo delle aree all’aperto da parte di galline ovaiole e polli da carne, in conformità con i principi di questo metodo di allevamento.
Gli studi dimostrano infatti che animali allevati con un ridotto accesso ad aree esterne hanno maggiori problemi legati al diminuito stato di benessere, quali ad esempio episodi di cannibalismo. Pertanto, galline e polli che utilizzano maggiormente il parchetto esterno godono di un miglior stato di benessere.

Tuttavia, la possibilità di utilizzare un’area all’aperto può avere anche effetti negativi, quali l’aumento del rischio di malattie trasmesse dalla fauna selvatica, della predazione e del contatto con i contaminanti del suolo. Le deiezioni rilasciate all’esterno possono inoltre avere un effetto negativo sull'ambiente.
 

Il piano di lavoro

FreeBirds combina studi sperimentali e rilievi in allevamento.
Gli effetti sull'uso del parchetto sono valutati utilizzando indicatori diretti relativi a performance, comportamento, salute e benessere degli animali allevati.

Il progetto è diviso in cinque gruppi di lavoro (WP).
  • Il WP1 funge da Coordinamento generale, assicura la connessione tra i gruppi e coordina la diffusione dei risultati.
I restanti quattro si occupano di rilievo e studio del comportamento degli animali e analisi dell’utilizzo del parchetto in vari contesti; ciascun WP lavora su un argomento specifico:
  • WP2 - Comportamento e benessere animale
  • WP3 - Parassiti e salute intestinale
  • WP4 - Carico dei nutrienti nel suolo
  • WP5 - Studio di diversi genotipi avicoli


Si punta sulla gallina ovaiola

Le attività del gruppo italiano sono concentrate nell’ambito dell’allevamento della gallina ovaiola.
Il WP4, coordinato da Valentina Ferrante dell’Università degli Studi di Milano, si avvale della collaborazione del Crpa di Reggio Emilia per la raccolta e l’analisi dei campioni di terreno prelevati in differenti allevamenti caratterizzati da tre diverse tipologie di parchetto esterno per la presenza di: arricchimenti artificiali, alberi da frutto e boscaglia.
I campioni di terreno vengono analizzati per la ricerca di azoto (totale e in forma nitrica), fosforo assimilabile e carbonio organico totale.

I conduttori di 10 aziende avicole hanno aperto le porte del proprio allevamento per consentire le valutazioni previste anche dal WP3, per la ricerca di uova dei principali endoparassiti - quali Ascaridi, Heterakis e Capillarie - in campioni di feci raccolte all’interno del capannone e nel parchetto e in campioni di terreno prelevati dal parchetto.
Tali parassiti infatti, se presenti in quantità elevate, possono alterare lo stato di salute e benessere degli animali, con effetti negativi sulle performance produttive.

In occasione delle visite in campo, viene osservata percentuale e tipologia di copertura vegetazionale nelle zone di campionamento ed effettuata una valutazione in merito a presenza/distribuzione delle ovaiole, insieme a un rilievo dei segni di pascolamento.
Agli allevatori viene inoltre chiesto di rispondere ad alcuni quesiti formulati in un apposito questionario.
 

Gli obiettivi

I risultati attesi mirano a ottimizzare la gestione del parchetto esterno, generando ulteriori conoscenze riguardo i fattori che contribuiscono a migliorare salute, benessere e performance degli avicoli allevati con metodo biologico, con indicazioni riguardo gli effetti di intensità e frequenza di utilizzo del parchetto, carico di parassiti e nutrienti del suolo.
Il tutto allo scopo di sviluppare pratiche di allevamento che contribuiscano ad ottenere risultati migliori in termini di benessere degli animali e di qualità delle produzioni.

FreeBirds si rivolge a chi alleva con metodo biologico galline ovaiole e polli da carne, così come a operatori e consulenti di questo comparto zootecnico.
La fine del progetto è prevista per la primavera del 2021.
I risultati verranno divulgati per mezzo di articoli sulla stampa specializzata, un report scientifico e attraverso l’organizzazione di un evento finale. Ulteriori informazioni possono essere chieste a Valentina Ferrante.
 
L. Ferrari, P. Ferrari, P. Mantovi, G. Grilli e V. Ferrante
(Gli autori sono rispettivamente: L. Ferrari e V. Ferrante dell'Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali; P. Ferrari e P. Mantovi, CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali) - Reggio Emilia; G. Grilli, Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Medicina Veterinaria)