In quest'anno caratterizzato da una attività piuttosto tardiva dei calabroni, almeno in alcune parti di Italia, può essere utile ricordare come riconoscerli e come comportarsi in caso di avvistamento soprattutto in zone in cui non sono ancora stati segnalati, in particolare per quanto riguarda Vespa orientalis e Vespa velutina.

Attualmente in Italia ci sono tre specie di calabroni: Vespa crabro L., Vespa orientalis L. e Vespa velutina Lepeletier, tutti dannosi per le api, anche se in maniera diversa e soprattutto con una distribuzione geografica diversa.

Come dice il nome scientifico i calabroni appartengono al genere Vespa e alla superfamiglia Vespoidea, dove gli insetti come fonte di carboidrati utilizzano alimenti come frutta, nettare e altre sostanze zuccherine, e come base proteica proteine animali, come residui di carne o pesce.

Per questo, come sarà capitato a tutti, durante una grigliata all'aperto possiamo osservare che i calabroni (e quelle che comunemente chiamiamo vespe e che appartengono soprattutto ai generi come Vespula e Polistes) si posano sia sulla carne o sul pesce che stiamo cuocendo che sulle bibite dolci e sulla frutta matura.

Ma come fonte proteica i calabroni possono anche cacciare attivamente e tra le prede spesso troviamo anche le api da miele.

Riguardo la loro biologia i calabroni formano delle colonie cosiddette pseudo-sociali, cioè delle colonie che per un certo periodo dell'anno hanno una organizzazione simile a quella degli insetti eu-sociali come le api da miele e le formiche, ma che, a differenza degli alveari e dei formicai che sono pluriennali, durano fino all'arrivo dell'inverno.

Partendo dalla primavera, una regina feconda di calabrone cerca un luogo idoneo dove costruire il nido e inizia a costruirlo usando cellulosa e legno impastati di saliva. Lì depone le prime uova che accudisce da sola, andando anche fuori a cercare cibo per sé e per la prole. Poi man mano che nascono le figlie, queste aiuteranno la madre nella ricerca del cibo e nell'accudimento delle uova e delle larve, fino a che la popolazione sarà tale che la regina fondatrice si dedicherà quasi esclusivamente alla deposizione delle uova, come un'ape regina nell'alveare.

A fine estate, o in autunno a seconda delle temperature, nasceranno altre regine e i maschi, che andranno ad accoppiarsi mentre la colonia lentamente si sfalda. Le nuove regine gravide cercheranno un posto dove svernare, mentre le operaie e i maschi non supereranno l'inverno, e a primavera dell'anno successivo rinizieranno un nuovo ciclo.

A questo punto vediamole una per una.
 

Vespa crabro

Questo calabrone è da sempre diffuso su tutto il territorio nazionale. Ha una colorazione del capo e del torace scura, quasi nera con sfumature rossicce, soprattutto nelle zampe e nelle antenne, un addome la maggior parte dei tergiti, i segmenti addominali, gialli con macchie nere.

Ha una dimensione che va dai 30 mm a i 50 mm nelle regine e intorno ai 30 mm nelle operaie e nei maschi.

Un esemplare di Vespa crabro
Un esemplare di Vespa crabro, con evidente la colorazione gialla e nera dell'addome
(Fonte foto: Flugwapsch62 - Wikipedia)

Vespa crabro per nidificare preferisce luoghi chiusi e protetti come anfratti nei muri, alberi cavi, soffitte, canne fumarie, ma può nidificare anche sottoterra, prevalentemente ai piedi di alberi. I nidi ospitano colonie di 100-300 esemplari.

Può attaccare le api da miele, predando le bottinatrici, ma raramente causa danni gravi agli alveari.
 

Vespa orientalis

E' un calabrone che appartiene alla fauna italiana, ma che è presente solo nel Sud del paese, sebbene quest'anno ci sia stato un ritrovamento di un esemplare nel porto di Genova.

Ha una colorazione che la rende ben riconoscibile perché è uniforme, marrone rossiccia, con una macchia gialla sul capo e con due tergiti gialli infondo all'addome, che è stato scoperto sono in grado di catturare energia solare e creare un potenziale elettrico sfruttabile come risorsa energetica per l'insetto, un po' come se avesse un piccolo pannello solare.

Ha una dimensione simile alla Vespa crabro, con regine che possono arrivare a 50 mm e operaie e maschi di circa 30-35 mm di lunghezza.

Un esemplare di Vespa orientalis
Un esemplare di Vespa orientalis, con evidente la colorazione rossastra, la banda gialla dell'addome e le macchia gialla sul capo
(Fonte foto: MattiPaavola-Wikipedia)

I nidi generalmente sono costruiti in luoghi riparati e asciutti come tronchi cavi, costruzioni poco frequentate, muretti a secco, ma anche sotto terra, con colonie che nel momento di massima espansione possono arrivare ad alcune migliaia di individui.

Vespa orientalis può attaccare le api da miele causando anche gravi danni, arrivando anche a saccheggiarli, e portando anche alla distruzione di interi apiari.
 

Vespa velutina

Questo calabrone, detto anche calabrone asiatico, non è originario dell'Europa, ma della Cina, ed è quindi considerato un organismo alieno. E' arrivato in Italia nel 2012 dalla Francia e attualmente ha colonizzato la Liguria occidentale, parte del Sud del Piemonte, con una tendenza alla espansione e con ritrovamenti sporadici anche in Veneto, Toscana e nel ponente ligure dove ormai ha nidificato.

La colorazione è scura, tendente al nero con una banda gialla non netta alla fine dell'addome. Una delle caratteristiche visive principali è la colorazione delle zampe, di un giallo sgargiante.

Come dimensioni è più piccola degli altri due calabroni italiani, Vespa crabro e Vespa orientalis, con regine di circa 35 mm, maschi di 24-25 mm e operaie di 20 mm di lunghezza.

Un esemplare di Vespa velutina
Un esemplare di Vespa velutina, con evidente la colorazione scura prevalente, la banda gialla dell'addome e le zampe gialle
(Fonte foto: Francis -THURBURU-Wikipedia)

Vespa velutina può fare due tipi di nidi: i nidi primari e i nidi secondari. I nidi primari sono fatti in primavera dalle regine fondatrici, sono piccoli e spesso in zone riparate e non molto elevate da terra. I nidi secondari vengono costruiti quando la colonia aumenta i suoi membri e vengono costruiti sugli alberi, a altezze elevate, anche sopra i 20 metri da terra. Questi nidi possono contenere da 6mila, fino a punte di più di 12mila esemplari.

Vespa velutina è particolarmente aggressiva nei confronti delle api da miele, causando gravi danni gli alveari, che possono portare allo spopolamento delle colonie di api e alla morte o alla forte riduzione di produzione in quanto le api per sfuggire agli attacchi riducono o cessano di volare. Un comportamento quello dell'arresto del volo che può avvenire anche con gli altri calabroni o con uccelli predatori come i gruccioni, ma che è particolarmente frequente con Vespa velutina a causa della sua aggressività e dell'elevato numero dei calabroni che possono attaccare le api.
 

Difesa

La difesa da questi calabroni per difendere le api o le persone, in caso di ambienti abitati, si basa soprattutto sulla cattura delle regine fondatrici in primavera con l'uso di trappole alimentari o con la individuazione e distruzione dei nidi, che però deve essere fatta da personale qualificato vista la pericolosità delle punture dei calabroni, molto dolorose e anche mortali in soggetti sensibili.

Altra cosa fondamentale per il controllo di questi insetti, soprattutto per Vespa velutina e Vespa orientalis è quello di segnalare la loro presenza in zone dove attualmente non sono state ritrovate. Per farlo basta contattare la rete StopVelutina che è attiva in un progetto di monitoraggio nazionale.