Record di presenze per l'edizione 2015 di Cheese: oltre 270 mila visitatori (il 10% in più rispetto all’edizione dei record del 2013, secondo le stime delle forze dell’ordine locali), sono arrivati infatti a Bra (Cn) in occasione dei 10 anni della manifestazione internazionale. Le migliori produzioni casearie sono state portate da oltre 300 espositori provenienti da 23 nazioni, inoltre è stato possibile partecipare alle attività di approfondimento e intrattenimento, sotto la guida della parola chiave che contraddistingue tutti gli eventi targati Slow Food: il piacere legato al cibo, che è gusto e conoscenza.
 
Il no del settore lattiero-caseario di qualità al latte in polvere per produrre formaggi è stato ribadito nel corso di Cheese: la petizione lanciata da Slow Food a sostegno della legge italiana 138 dell’11 aprile 1974, che l’Unione europea ci chiede di abrogare entro il 29 settembre, ha raccolto l’adesione di 150 mila persone sulla piattaforma Change.org e attraverso i moduli cartacei. Importante il messaggio del vice ministro alle Politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero che ha assicurato la difesa a oltranza della legge da parte Governo italiano.
 
La fertilità dei suoli, minacciata non solo dalla cementificazione ma anche da una produzione agricola troppo intensiva che non lascia ai terreni il tempo di rigenerarsi, è stata al centro del dibattito tra tecnici ed esperti del settore. Un allarme lanciato dalla Confédération Paysanne riguarda il rischio di “gigantismo” che sta affliggendo le stalle, e non solo Oltralpe: allevamenti intensivi che non guardano di sicuro al benessere dell’animale né tantomeno alla qualità del latte che diventa un sottoprodotto quando obiettivo del profitto sono i liquami per la produzione di biogas. E poi le quote latte, pensate per tutelare i piccoli produttori, disincentivando la produzione al di sopra di un limite fissato per legge, si sono rivelate uno strumento distorsivo del mercato e sono state abolite senza un vero passaggio, con il rischio di mettere in ginocchio i produttori di piccola scala se non si pensa a una regolamentazione più efficace.
 
Ma dalla decima edizione di Cheese arrivano anche segnali di speranza per un futuro più roseo, in un anno in cui le difficoltà per il settore sono state particolarmente sentite. A portarli sono i tanti giovani che il pubblico ha incontrato nei Laboratori del gusto e tra gli espositori del Mercato mentre raccontano con orgoglio il frutto del lavoro negli alpeggi e nei caseifici artigianali, di chi ha deciso di tornare in montagna.
 
Attività di educazione al gusto sono state rivolte ai consumatori alle quali hanno partecipato oltre 1000 partecipanti, tra alunni delle scuole e bambini accompagnati dai genitori, che hanno vestito i panni dell’allevatore per qualche ora. Tra gli appuntamenti sono stati particolarmente apprezzati quelli dedicati ai bambini sordi che, grazie alla collaborazione con l’Ente nazionale sordi, sono stati tradotti nella Lingua dei segni. Anche nella nuova Casa Slow Food, lo spazio associativo della Chiocciola, vecchi e nuovi soci hanno allenato le papille in una serie di laboratori per imparare a distinguere le caratteristiche organolettiche dei formaggi artigianali da quelli industriali. Non solo gusto ma anche conoscenza, e allora cosa c’è di meglio di un buon libro? Pare in tanti l’abbiano pensata così grazie alle pubblicazioni proposte da Slow Food Editore, tra cui le novità appena presentate come Bambini a tavola! e Osterie d’Italia 2016 e i volumi dedicati agli appassionati del settore, la guida Formaggi d’Italia e il manuale Il Gusto del Formaggio.

Non si ferma il lavoro di Slow Food in difesa della biodiversità, e così, accanto ai 57 presìdi italiani e stranieri e ai tanti prodotti dell’Arca presenti, si aggiungono altri formaggi che casari e soci italiani e stranieri hanno consegnato alle cure della Fondazione Slow Food per Biodiversità, affinché possano salire sull’Arca del gusto ed essere catalogati come prodotti da salvare.