Due milioni e mezzo di analisi sul latte prodotto in Emilia Romagna. Un network di 25 laboratori, più di 500 caseifici. E oltre tremila allevamenti sotto il controllo attento di un sistema di informazioni capace di analizzare e confrontare fra loro milioni di numeri e parametri sulle caratteristiche del latte prodotto. Eccolo Agrinet, l'infrastruttura informativa al servizio della filiera del latte che con lungimiranza la regione Emilia Romagna ha tenuto a battesimo 21 anni fa e che oggi è un esempio di efficienza capace di camminare con le proprie gambe. Se ne è parlato a Bologna l'11 aprile ad un incontro che ha visto tra i protagonisti il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, che della qualità del latte è necessariamente paladino e forte sostenitore. E nelle sue conclusioni ha tenuto a ricordare l'importanza del sistema Agrinet come strumento al servizio della qualità del latte.

 

Salute e qualità

Perché attraverso Agrinet, come ricordato da Lucia Nocera del servizio Veterinario della Regione Emilia Romagna, passano gli adempimenti che gli allevatori sono tenuti ad osservare in virtù del regolamento 853/2004. Questo regolamento, lo ricordiamo, stabilisce le norme igieniche per le produzioni di alimenti di origine animale (dunque anche il latte). E fra gli obblighi che vi sono contemplati rientra quello di procedere a regolari analisi del latte e alla tempestiva denuncia di ogni situazione anomala. Una responsabilità degli allevatori che viene assolta da Agrinet. Ma i vantaggi non finiscono qui. Anche per accedere ai sostegni previsti dall'articolo 68, argomento sul quale si è soffermata Silvia Lorenzini, del servizio tecnico di Agrea (l'agenzia per le erogazioni in agricoltura della regione Emilia Romagna), Agrinet si è rivelato prezioso nella verifica dei parametri qualitativi per accedere alle provvidenze comunitarie.

 

Banca dati

Ma come “funziona” Agrinet? Una domanda alla quale ha risposto Tiziano Bettati del Crpa, il centro ricerche animali di Reggio Emilia che ha sviluppato il sistema ed al quale è affidata la gestione dello stesso. Alla sua nascita, ha ricordato Bettati, Agrinet si proponeva come strumento di indagine statistica. Una delle prime esigenze fu quella di uniformare i dati provenienti dalle varie fonti, premessa indispensabile per un confronto ed una efficace elaborazione. E non fu semplice vista la molteplicità dei “punti di ingresso” delle informazioni, ovvero i laboratori di analisi. Da allora e in particolare negli ultimi tre anni il sistema si è fortemente evoluto trasformandosi in un'infrastruttura informativa basata su internet, di fatto una lente di ingrandimento sulla qualità del latte di ogni singola azienda. E visto che il sistema raccoglie la quasi totalità degli allevamenti il cui latte è destinato a Parmigiano Reggiano, Agrinet può ora assolvere a compiti che vanno ben oltre l'analisi statistica che ne era l'iniziale motivo ispiratore. Evitando ripetizioni e repliche di operazioni già previste (come le analisi del latte) i dati raccolti da Agrinet fluiscono fra allevatori e caseifici, fra laboratori e servizi veterinari, fra produttori e Consorzio, in un sinergico intreccio che rappresenta un esempio di come la collaborazione fra pubblico e privato possa fornire grandi risultati. Da Agrinet partono i segnali di allarme per un insolito innalzamento delle cellule somatiche del latte in una certa area, o in un singolo allevamento. Dalle elaborazioni di Agrinet si può sapere se gli obiettivi di innalzamento delle proteine del latte, o di altri parametri di qualità, sta fornendo o meno i risultati attesi. Da Agrinet si possono avere tutti i “numeri” per il pagamento del latte a qualità o monitorare costantemente la qualità del latte conferito per il Parmigiano Reggiano. E questi sono solo alcuni esempi.

 

L'evoluzione

Certo, non è stato facile ottenere dagli allevatori il via libera alla diffusione trasversale delle informazioni (un processo che avviene attraverso una serie di “deleghe”). In qualche caso e soprattutto nelle fase iniziale, hanno prevalso i timori, specie per gli aspetti di carattere sanitario. Remore poi superate anche grazie all'utilità dimostrata da Agrinet nel togliere agli allevamenti l'assillo delle comunicazioni sanitarie d'obbligo. Ora, ha commentato Davide Barchi, del servizio produzioni animali della regione Emilia Romagna, Agrinet è pronto per camminare con le proprie gambe. La Regione, dall'inizio delle attività, vi ha investito 1,3 milioni di euro e ora il sistema è consegnato agli operatori anche per quanto riguarda la sua autonomia finanziaria. Oggi Agrinet è sostenuto per una parte considerevole dal Consorzio del Parmigiano Reggiano che su questo sistema ripone molte attese per continuare con efficacia lungo il cammino del miglioramento qualitativo del latte e dunque del formaggio. E chissà che l'esempio di Agrinet in Emilia Romagna non possa essere di stimolo per ricrearne il modello anche in altre realtà produttive che puntano all'eccellenza qualitativa.