Prosegue su AgroNotizie la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.

 

Per un uso consapevole degli agrofarmaci

 

Quando un agricoltore entra in una rivendita per acquistare un agrofarmaco si trova spesso davanti una discreta offerta di prodotti tra cui scegliere. Oltre ai consigli del tecnico, a pesare sulla scelta di acquisto sono l'efficacia attesa e il prezzo del prodotto.

Eppure ci sono altri fattori che l'agricoltore dovrebbe prendere in considerazione in modo da fare una scelta oculata. "Occorre ad esempio valutare la formulazione, la selettività sulla coltura, il ruolo che il prodotto può giocare in una strategia di contrasto alle resistenze, nonché il profilo di rischio del formulato e la sua praticità", spiega Andrea Muscara, tecnico di Agricola 2000, Centro di Saggio che si occupa di testare in campo i prodotti fitosanitari per conto delle ditte produttrici.

Una volta rientrato in azienda l'agricoltore non deve mai dimenticare che l'efficacia potenziale di un agrofarmaco è influenzata molto da come questo viene applicato. Timing sbagliati, attrezzature non idonee e condizioni meteo avverse (e altro ancora) possono ridurre l'efficacia ben al di sotto delle attese.


Sette elementi da valutare in un agrofarmaco

Sarebbe buona norma valutare il complesso di caratteristiche che qualificano un agrofarmaco, sia esso un prodotto nuovo o già impiegato. Per semplificare possiamo individuare setti aspetti da tenere in considerazione.


Efficacia
È l'elemento chiave da valutare. Ogni agricoltore vorrebbe usare sempre il prodotto più performante, ma talvolta questo non è possibile a causa ad esempio delle restrizioni d'etichetta o dei disciplinari.

Prezzo
È la caratteristica che orienta la scelta di quegli operatori che adottano un approccio di retroguardia. L'agricoltore moderno invece sa che per fare quantità e qualità occorre investire in prodotti all'altezza delle aspettative. Un esempio di questo approccio è l'uva da tavola, eccellenza del Made in Italy, dove gli agricoltori scelgono solo il meglio in quanto desiderano soddisfare le richieste dei consumatori più esigenti.

Formulazione
Oggi sul mercato sono presenti diversi agrofarmaci a base di una medesima sostanza attiva. Ciò che cambia è la formulazione che però può avere un impatto rilevante, ad esempio sul fronte dell'efficacia, ma non solo. La formulazione può influire anche sui tempi di carenza oppure sulla capacità del prodotto di aderire alla superficie fogliare o ancora di penetrare i tessuti vegetali.

"Sono da evitare le miscele estemporanee fatte in maniera autonoma dall'agricoltore", specifica Muscara. "Per evitare problemi è sempre meglio optare per formulazioni pronte all'uso".

 

 

Selettività
Si intende con selettività la capacità di un agrofarmaco di svolgere il proprio compito senza danneggiare la coltura da reddito. La soia è ad esempio una coltura che risente molto dell'uso di preparati erbicidi e usare prodotti poco selettivi può causare cali di produttività.

"Occorre sempre leggere attentamente l'etichetta, dove sono riportati consigli pratici importanti. Alcuni formulati erbicidi ad esempio devono essere applicati a dosi basse se il terreno è sabbioso per evitare problemi di fitotossicità", spiega Muscara.

Resistenza
Ogni volta che si usa un fungicida o un erbicida si svolge un'operazione di selezione che in certe condizioni può portare all'insorgere di una popolazione resistente alla sostanza attiva contenuta nell'agrofarmaco. Per questo ogni prodotto dovrebbe essere valutato anche nel contributo che può apportare ad una strategia anti resistenza, argomento di cui abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo.

Un esempio riguarda i fungicidi Sdhi che, utilizzati ampiamente in pericoltura, talvolta in maniera non corretta, hanno causato la selezione di popolazioni di Stemphylium vesicarium (agente della maculatura bruna) resistente a questa importante famiglia di fungicidi.

Praticità
Sotto questo termine si può racchiudere un gran numero di caratteristiche intrinseche del prodotto. Ad esempio la grandezza dei contenitori, che dovrebbe portare l'agricoltore a scegliere formulazioni concentrate, che richiedono lo smaltimento di meno flaconi. Oppure la miscibilità del prodotto con altri agrofarmaci. O ancora la tendenza a fare schiuma all'interno della botte o la necessità di usare acqua con particolari parametri.

Dovendo poi manipolare e lavare le confezioni vuote bisognerebbe preferire le emulsioni in acqua o i granuli idrodisperdibili rispetto a polveri bagnabili e concentrati emulsionabili. Meglio ancora sono i sacchetti idrosolubili, che minimizzano la manipolazione e lo smaltimento dei rifiuti.

Profilo di rischio
Se si utilizzano gli agrofarmaci secondo le prescrizioni d'etichetta i rischi per l'operatore, la natura e il consumatore sono minimi. Tuttavia sarebbe buona norma, valutati anche gli altri aspetti, optare sempre per il prodotto con il profilo di rischio più basso.

"Come Centro di Saggio siamo impegnati costantemente a valutare l'impatto che un agrofarmaco ha sull'ambiente e le case produttrici dimostrano uno sforzo costante nel mettere a punto formulati che abbiano l'impatto più limitato possibile", sottolinea Muscara.


Ricerca, ricerca e ancora ricerca

Nel corso degli ultimi anni l'Unione Europea ha revocato numerose sostanze attive e ha reso sempre più stringenti le condizioni per approvarne di nuove. Le ditte produttrici investono dunque ingenti risorse per mettere a punto agrofarmaci sempre più efficaci e sostenibili.

"Come Life Science Company Bayer è impegnata da sempre nel fornire strumenti per produrre cibo sano, buono e soprattutto sicuro", racconta Aikaterini Achimastou, head of Regulatory Science Central Mediterranean di Bayer Crop Science. "Nel 2020 abbiamo investito il 17,2% dei nostri ricavi in R&D e siamo costantemente impegnati a sviluppare prodotti che siano efficaci e al passo con le richieste degli agricoltori e del consumatore".

Negli ultimi anni Bayer ha ad esempio lanciato differenti agrofarmaci di origine biologica, come Flipper, Serenade Aso e Sonata. Si tratta di prodotti a base di microrganismi oppure di sostanze attive di origine naturale che aiutano l'agricoltore a difendere il raccolto e allo stesso tempo hanno un profilo residuale ed ecotossicologico estremamente favorevole. E proprio sugli agrofarmaci di origine biologica l'Unione Europea sta puntando molto per rendere raggiungibili gli obiettivi della Strategia From Farm To Fork.

La sfida è quella di fornire agli agricoltori strumenti efficaci, sicuri e moderni. Prodotti con nuovi meccanismi d'azione, registrati su più colture, che mettano l'agricoltore nelle condizioni di operare in un contesto normativo e di mercato sempre più stringente, ma anche in presenza di importanti cambiamenti climatici e di avversità emergenti. Prodotti che sono il frutto della più avanzata ricerca scientifica.

"Un esempio interessante è Sivanto Prime, un insetticida innovativo che ogni anno si arricchisce con nuove autorizzazioni. Quest'anno ad esempio è stato approvato contro la mosca sputacchina, vettore di Xylella fastidiosa, ma anche contro la mosca dell'olivo, una vera piaga per gli olivicoltori che non possono più contare sui prodotti tradizionalmente utilizzati per la difesa di questa coltura", conclude Achimastou.

Ma anche prodotti con una lunga storia alle spalle, come Decis Evo (insetticida a base di deltametrina) sono migliorati costantemente. Sia attraverso la messa a punto di formulazioni che ne aumentano l'efficacia, la persistenza sulla coltura e la velocità d'azione. Sia attraverso estensioni d'etichetta. Decis Evo, sul mercato da oltre quaranta anni, è registrato su più di cento colture e contro numerosi insetti, anche emergenti, come la cimice asiatica e Popillia japonica.

Non bisogna poi dimenticare la praticità d'uso. Bayer ha lanciato da pochi anni Adengo Xtra, un erbicida per il mais con una formulazione concentrata che permette di trattare 1 ettaro con appena 0,44 litri di prodotto. Questo significa una logistica più snella e meno plastica da smaltire.


L'efficacia non è garantita dall'etichetta

Ogni agrofarmaco ha un suo livello di efficacia potenziale che però si può esprimere al meglio solo se le condizioni di contorno sono favorevoli. In altre parole se un prodotto viene usato male, con timing sbagliati e attrezzature non idonee la sua efficacia non può che essere inferiore alle attese.

Le variabili che influenzano l'efficacia di un agrofarmaco sono innumerevoli, di seguito le principali.

Timing
Con timing si intende l'applicazione del prodotto al momento giusto. Alcuni insetticidi ad esempio sono efficaci contro le forme giovanili degli insetti e non contro quelle adulte. Certi fungicidi invece devono essere applicati preventivamente, poiché non hanno un'azione curativa. Mentre alcuni erbicidi sono fitotossici per la coltura in certi stadi di sviluppo.

"Un esempio interessante riguarda la fusariosi della spiga. Intervenire nelle prime fasi di fioritura del frumento permette non solo di bloccare l'infezione sul nascere, ma anche di diminuire l'accumulo di micotossine nella granella", sottolinea Muscara.

Dose
Se l'etichetta propone una forbice all'interno della quale scegliere la dose, occorre valutare bene le necessità di campo. Dosi basse in presenza di un patogeno con una forte pressione possono ad esempio non essere sufficienti al suo controllo.

 

 

Strumenti per l'irrorazione
Macchine mal funzionanti o mal tarate possono inficiare l'efficacia di un trattamento, creando anche problemi di deriva. Una pressione d'esercizio dell'atomizzatore troppo elevata può ad esempio micronizzare le gocce, che in giornate ventose o calde possono non raggiungere il bersaglio in maniera ottimale.

Un altro esempio è la velocità della ventola che talvolta i viticoltori mettono al massimo per "penetrare" maggiormente nella chioma della vite, avendo però come effetto quello di schiacciare le foglie creando un "muro" che la soluzione fitoiatrica non riesce a superare.

Clima
La temperatura ambientale, l'umidità, la presenza di vento o di foschia possono influenzare l'efficacia di un agrofarmaco. Come anche precipitazioni piovose successive al trattamento. Ogni prodotto ha delle condizioni ideali in cui deve essere applicato che sono riportate in etichetta. Rispettando questi parametri si può avere una ragionevole certezza che il trattamento vada a buon fine.

"Un esempio di influenza del meteo sull'efficacia è rappresentato dal piretro naturale, una sostanza fotolabile che per essere efficace andrebbe utilizzata al tramonto o di notte", racconta Muscara. "Un altro esempio riguarda i diserbanti residuali, che per attivarsi hanno bisogno che piova nei giorni successivi all'applicazione".


Concludendo

Gli agrofarmaci sono strumenti indispensabili per avere un'agricoltura in grado di fornire un cibo sano e buono ai consumatori e garantire redditività alle aziende agricole. Nella scelta del prodotto fitosanitario l'agricoltore non deve però farsi guidare solo dal prezzo, che rappresenta certamente una caratteristica importante, ma che deve essere valutata in relazione agli altri aspetti del prodotto.

Scegliere l'agrofarmaco giusto e usarlo in maniera corretta è il primo passo per avere produzioni abbondanti e di qualità. Per questo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per l'iniziativa AgriCampus.

 


 

Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a febbraio per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata alla concia del mais




 

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