I prezzi all'ingrosso dell'olio extravergine di oliva italiano campagna 2024-2025 continuano gradualmente a crescere - dopo aver superato la metà di novembre 2024 - a fronte di un mercato reso vivace dalle nuove conferme giunte sulle ridotte quantità prodotte.

 

Tale situazione non è turbata dall'aumentata produzione della Spagna - che ha annunciato una crescita del 62% rispetto alla passata campagna, superiore alle più recenti previsioni - e dal netto incremento di importazioni di olio Evo comunitario, che ben si evince da un ulteriore incremento delle giacenze di olio Evo della stessa provenienza. Peraltro i prezzi degli Evo comunitari importati si sono ridotti quasi alla metà dell'analogo prodotto italiano, fenomeno questo che si osserva in particolare in Borsa Merci Milano.

 

Si tratta di una condizione di mercato al rovescio rispetto a quella dello scorso novembre, quando solo l'effetto annuncio della maggiore produzione iberica aveva depresso i prezzi dell'Evo di produzione nazionale.

 

I prezzi medi per piazza rilevati da Ismea restituiscono un quadro di nuova ripresa del valore all'origine delle produzioni nazionali, ma molto localizzato in alcune piazze di Puglia e Calabria, mentre pesa il lungo periodo di stasi intervenuto dai primi di febbraio e seguito ad una diminuzione dei valori in gennaio.

 

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Borsa Merci Bari, l'olio Evo è stabile

Alla Borsa Merci di Bari ieri, 18 marzo 2025, l'olio extravergine di oliva con acidità massima dello 0,4% titolata in acido oleico è stato fissato a 9,10 euro al chilogrammo sui minimi e a 9,50 euro sui massimi, stabile sulla precedente seduta dell'11 marzo scorso. Tali valori sono identici a quelli dell'ultima rilevazione di AgroNotizie®, risalente al 4 febbraio scorso.

Questo significa che l'olio Evo di qualità sulla piazza di Bari mantiene il rialzo di 1,30 sui minimi e di 1,0 sui minimi realizzato fino ai primi di febbraio rispetto ai valori del 19 novembre 2024, quando si era attestato, dopo alcune sedute in calo a 7,80 euro al chilogrammo sui minimi e 8,40 euro sui massimi. In pratica si resta su un valore medio anche più alto rispetto a quello espresso nelle sedute tra il 3 settembre e l'8 di ottobre 2024, quando la forchetta dei prezzi era attestata a 9,10-9,40 euro al chilo.

 

Sempre il 18 marzo, la Commissione Olio ha quotato l'extravergine biologico a 10,00 euro al chilogrammo sui minimi e 10,30 euro sui massimi, stabile sulla precedente seduta dell'11 marzo scorso. Questi valori sono gli stessi del 4 febbraio scorso. Pertanto, anche l'olio Evo bio sulla piazza barese conferma gli incrementi di valore di 1,20 euro sui minimi e 1,30 sui massimi conseguiti tra il 19 novembre 2024 ed il 4 febbraio 2025. In pratica l'Evo bio resta su un valore medio di 10,15 euro al chilogrammo, inferiore di soli 0,05 euro a quello di 10,20 registrato il 14 maggio 2024.

 

Gli oli Dop Terra di Bari e Igp Puglia il 18 marzo 2025 sono stati fissati entrambi a 9,80 euro al chilogrammo di prezzo unico, stabili sulle precedenti quotazioni dell'11 marzo scorso. E anche questi Evo a denominazione confermano i valori dell'ultima rilevazione di AgroNotizie® del 4 febbraio scorso, quando invece risultarono maggiorati di 1,10 euro rispetto agli 8,70 rilevati il 19 novembre 2024. Anche in questo caso, pertanto, gli incrementi di valore conseguiti tra novembre e i primi di febbraio sono stati mantenuti.


Borsa Merci Milano: Evo Ue in calo, ma nazionale in crescita

Alla Borsa Merci di Milano ieri, 18 marzo 2025, l'olio di oliva extravergine italiano è stato quotato a 9,30 euro al chilogrammo sui minimi e a 9,70 sui massimi, stabile sulla precedente seduta dell'11 marzo 2025. Ma tali valori risultano in crescita di 0,20 euro sia sui minimi che sui massimi rispetto agli ultimi prezzi rilevati da AgroNotizie® in Borsa Merci Milano il 4 febbraio scorso e pari ad una forchetta di 9,10 euro sui minimi e a 9,50 sui massimi.

 

Alla Borsa Merci di Milano ieri, 18 marzo 2025, l'olio di oliva extravergine di importazione comunitario è stato quotato a 4,60 euro al chilogrammo sui minimi e a 5,10 euro sui massimi, in calo sulla precedente seduta dell'11 marzo di 0,15 euro al chilogrammo. Tali valori, peraltro, risultano in diminuzione di 0,25 euro sui minimi e di 0,30 euro sui massimi rispetto alle ultime quotazioni rilevate da AgroNotizie® su questa piazza il 4 febbraio 2025 su una forchetta rilevata di 4,85-5,40 euro al chilogrammo.

 

Nel complesso, in Italia i prezzi all'ingrosso in borsa merci dell'Evo nazionale confermano la fase rialzista avviatasi sin dalla seconda metà di novembre 2024, fenomeno su cui ha pesato molto più del previsto la scarsa produzione italiana. Anche perché la perdurante pesante caduta del prezzo degli oli importati dal resto dell'Unione - pilotati dalla ripresa produzione della Spagna - non ha condizionato più di tanto, almeno fino ad ora, il mercato del prodotto nazionale. Si tratta di una situazione ibrida, poiché come si vedrà le importazioni di olio comunitario continuano ad aumentare.

 

Prezzi all'origine in lieve ripresa

I prezzi all'origine nell'ultima settimana rilevata per l'olio extravergine di oliva - secondo una stima di Ismea - sono in crescita sulla settimana precedente del +0,3%, con un prezzo medio nazionale di 9,34 euro al chilogrammo nella seconda settimana di marzo 2025. Ma tale valore risulta in diminuzione seppur di soli 0,02 euro al chilo rispetto ai 9,36 euro al chilogrammo di prezzo medio nazionale registrato da Ismea e rilevato da AgroNotizie® nella quinta settimana di gennaio 2025.

 

Uno scostamento marginale se si pensa invece all'aumento di 0,86 euro al chilo registrato a gennaio rispetto agli 8,50 euro di prezzo medio registrati nella seconda settimana di novembre 2024 (+10,1%). Al momento, l'incremento rispetto al prezzo medio nazionale della seconda settimana di novembre è di 0,84 euro al chilogrammo (+9,9%).

 

Come ben si evince dal grafico, dopo una lunga fase di stabilità tra febbraio e marzo, il prezzo medio dell'olio Evo al momento sembra voler riguadagnare qualche posizione dopo le perdite intervenute tra la quinta settimana di gennaio e la prima di febbraio 2025. Da notare che il prezzo medio dell'olio Evo all'origine continua a tenersi al di sopra della rilevazione di AgroNotizie® relativa alla prima settimana di agosto 2024 e pari a 9,16 euro al chilogrammo.

 

Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla seconda settimana di marzo 2025

Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla seconda settimana di marzo 2025

(Fonte Ismea)


Ismea, in un quadro generale complessivamente stabile, nei prezzi all'origine per piazza mette in luce come gli aumenti più consistenti siano concentrati sulle piazze del Salento e a Foggia.

Le quotazioni medie dell'olio Evo nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto passano dagli 8,90 euro al chilogrammo della quinta settimana di gennaio 2025 ai 9,10 euro al chilo della seconda settimana di marzo, mettendo a segno un incremento di 0,20 euro (+2,2%). Parimenti a Foggia il prezzo medio passa dai 9,15 euro dell'ultima settimana di gennaio ai 9,23 euro al chilo di prezzo medio alla seconda settimana di marzo, crescendo di 0,07 euro (+0,8%).

Perdono quota invece le piazze di Bari e Bisceglie, che lasciano sul terreno rispettivamente 0,10 e 0,05 euro, planando su prezzi medi di 9,30 e 9,35 euro al chilo.

 

In Calabria Lamezia Terme passa da 9,20 a 9,25 euro al chilo di prezzo medio tra quinta di gennaio e seconda di marzo, assestando un aumento di 0,05 euro (+0,5%). Restano invece invariate tutte le altre piazze, incluse quelle siciliane, che si tengono su valori elevati, fino ai 12 euro al chilo per l'Evo battuto sulla piazza di Ragusa. Stesso valore si continua a registrare sulle piazze abruzzesi di Chieti e Pescara, anch'esse invariate.

 

Italia, la siccità condiziona la produzione 2024

La siccità e il caldo record nelle principali regioni produttrici come la Puglia e la Sicilia fanno crollare la produzione nazionale di olio d'oliva. Secondo le stime elaborate da Ismea in collaborazione con Unaprol e presentate il 27 settembre 2024 a Ortigia, nell'ambito di uno degli eventi collaterali del G7 Agricoltura, si prevede un quantitativo di circa 224mila tonnellate di olio da pressione, il 32% in meno rispetto alla scorsa campagna.

 

Pur essendo ancora le prime stime, passibili quindi di aggiornamento e affinamento man mano che saranno disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, se confermate, farebbero retrocedere l'Italia dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale dei principali Paesi produttori.

 

A pesare sulla campagna sarà soprattutto il dato pugliese dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Al crollo della produzione al Sud si contrappone l'aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un +75% e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario.

 

Giacenze in Italia di Evo al 28 febbraio 2025: -20,6%

In Italia le giacenze di Evo a fine febbraio 2025 si portano a 157.472 tonnellate, aumentando di 11.001 tonnellate sulle 146.471 in giacenza al 31 dicembre 2024, un dato di assestamento rispetto alla conclusione della campagna olivicolo olearia. Ma secondo Frantoio Italia, report numero 3 del 2025, il dato del 28 febbraio 2025 è inferiore a quello di fine febbraio 2024 - pari a 192.273 tonnellate - di ben 40.801 tonnellate (-20,6%). Un segnale chiaro che la nuova produzione nazionale è stata nettamente più scarsa di quella dell'anno precedente.

 

Infatti l'olio Evo di produzione italiana rimasto alla fine del mese di febbraio 2025 è pari a 89.307 tonnellate, in diminuzione del 37,7% sulle 143.356 tonnellate dello stesso mese del 2024.

 

E Frantoio Italia avverte: "Nell'ambito dell'Evo sono da segnalare i dati della quantità di prodotto di origine italiana ed Extra-Ue che, confrontati con i valori al 29 febbraio 2024, risultano inferiori del 37,7% e del 19,1%, rispettivamente". Guadagna invece posizioni l'olio di importazione Ue, che con 53.059 tonnellate a fine febbraio 2025 aumenta del 31,2% rispetto alle 40.450 tonnellate detenute alla fine di febbraio 2024. Questo perché al crollo della produzione italiana è corrisposto un aumento della pressione dell'olio iberico.

 

Spagna, previsioni ufficiali più ottimistiche: +62%

La Spagna ha sostanziali novità rispetto all'autunno scorso sulla campagna olivicolo olearia iniziata il 1° settembre 2024: il dato reale sembra avvicinarsi sempre di più alla iniziale previsione di 1,4 milioni di tonnellate. Infatti, la stima ufficiale del Ministero dell'Agricoltura della Corona di Spagna - aggiornata a febbraio 2025 - è salita a 1.380.000 tonnellate, in aumento di 90.118 tonnellate rispetto all'ultima previsione di 1.289.882 tonnellate, che si porta così a sole 20mila tonnellate dalla più bassa tra le stime ottimistiche circolate durante l'estate 2024, quando si era parlato di 1,4 e 1,7 milioni di tonnellate di olio da pressione.

 

Ove il dato produttivo da un milione e 380mila tonnellate dovesse trovare ulteriore conferma, si tratterebbe di una ripresa produttiva pari a 527mila tonnellate sulla trascorsa campagna 2023-2024, che non aveva superato le 853mila tonnellate, con un tasso di crescita che passa dal 51% di novembre 2024 a quasi il 62% di febbraio 2025.

 

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