Negli ultimi anni il tema dell'armonizzazione dei residui di agrofarmaci massimi ammessi (Lmr o Mrl) ha creato grosse difficoltà. Per varie ragioni accadeva che nei diversi Paesi dell'Unione non ci fossero indicazioni univoche sugli agrofarmaci ammessi e soprattutto sui loro residui. Dal 1° settembre l'armonizzazione è effettiva e molti degli ostacoli allo scambio dovrebbero essere superati.

Il Centro servizi ortofrutticoli (Cso) ha da sempre giocato un ruolo attivo sostenendo l'armonizzazione europea degli Lmr. 'Questa armonizzazione - dichiara il Direttore di Cso, Luciano Trentini - è in effetti un anello fondamentale di buon funzionamento del mercato unico'.

L'assenza di armonizzazione ha costituito fino ad oggi un impedimento alla libera circolazione delle merci nell'Unione Europea e creato numerose incertezze a livello del commercio e dei consumatori. È stato stimato che più del 50% del superamento degli Lmr è dovuto all'assenza dell'armonizzazione. Finalmente dal 1° settembre oltre 140.000 limiti di residui avranno lo stesso livello in tutta Europa, anche se sono necessarie alcune osservazioni.

'Ritengo - continua il dott. Trentini - che un punto essenziale per il successo dell'entrata in vigore della nuova regolamentazione, sia l'accompagnamento con un'efficace campagna di comunicazione da parte della Commissione Europea e degli stati membri, per riequilibrare e ristabilire l'immagine dell'ortofrutta che, spesso, agli occhi dei consumatori, è negativa'.

Nonostante l'importate risultato raggiunto, il mondo della produzione nutre alcuni timori verso fattori che possono indebolire l'armonizzazione europea. Ci si riferisce alla proliferazione di standard privati, alle divergenze fra gli Lmr e le dosi acute di referenza per alcune sostanze, amplificati poi dalle campagne denigratorie delle Ong.

Un altro timore viene dalla nuova disciplina della registrazione delle sostanze attive che potrebbe portare a nuove preoccupazioni date dalla drastica riduzione del numero di sostanze. Si parla di oltre il 50%. Il settore dovrà quindi valutare gli strumenti a disposizione per produrre prodotti di qualità, evitare le resistenze e continuare ad applicare dei sistemi di produzione come quello integrato.

Ma dall'altro lato si parla sempre di più di aumentare i consumi di ortofrutta. Ricordiamo che il consumo medio nell'Unione europea è inferiore ai 400 gr al giorno, raccomandati dall'Organizzazione mondiale della salute. Circa 20 stati membri su 27 si posizionano ad un livello inferiore rispetto a questa raccomandazione minima. Il settore beneficia di un momento favorevole per sviluppare i consumi. Il dibattito sull'obesità che riguarda i giovani, la nuova politica europea sulla salute e nutrizione, costituiscono delle opportunità che il settore ortofrutticolo non può permettersi di perdere. Non dimentichiamo che un recente rapporto dell'Efsa ha confermato che è più pericoloso per la salute non mangiare frutta e verdura che consumarne anche se può contenere alcuni residui.