Gli agricoltori europei fanno ampio uso di agrofarmaci: basti pensare che nel 2020, in Unione europea, le vendite di prodotti fitosanitari hanno raggiunto le 346mila tonnellate e quelle di erbicidi erano il 35% del totale (dati Eurostat). Pur essendo stati utili per l'aumento della produzione alimentare, i diserbanti chimici danneggiano l'ambiente e la salute umana, rendendo necessaria una limitazione del loro impiego nei campi attraverso l'adozione di metodi alternativi di gestione delle infestanti.
Il Green Deal, la Strategia Farm to Fork, la Strategia per la Biodiversità e il Piano Strategico della Pac stabiliscono una drastica riduzione dell'uso dei fitofarmaci, ma i produttori agricoli sono ancora restii a controllare le infestanti per via non chimica a causa della complessità delle operazioni, dei costi e dei tempi di intervento, ma anche per via della scarsa conoscenza delle alternative al diserbo chimico e dei risultati della ricerca in tale ambito.
Più conoscenze sul diserbo alternativo con Oper8
Promuovere i metodi alternativi di controllo delle malerbe è il principale obiettivo del progetto europeo Oper8, finanziato dal Programma Quadro Horizon Europe e coordinato dall'Università di Atene. Dal 2023 al 2025, il progetto riunisce 8 Gruppi Operativi (GO) che - formati da università, enti di ricerca e organizzazioni agricole di 7 paesi (Italia, Grecia, Francia, Spagna, Regno Unito, Svezia e Lettonia) - studiano tecniche innovative per l'ottimizzazione del diserbo su diverse colture allo scopo di rendere disponibili nuove conoscenze per i produttori agricoli.
Il network del progetto Oper8 è composto da 8 gruppi operativi in 7 paesi europei
(Fonte foto: Oper8)
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Ogni gruppo operativo del progetto si è impegnato a organizzare network di stakeholder su scala nazionale allo scopo di intercettare le loro necessità e le barriere all'implementazione di metodi alternativi agli erbicidi. Le attività principali avviate nei network nazionali sono state:
- diffusione di questionari tra gli stakeholder nazionali per individuare le attuali necessità nell'ambito del controllo alternativo delle infestanti e le barriere alla sua implementazione;
- organizzazione di webinar e dimostrazioni in campo per mettere in luce i pro e i contro delle tecniche di diserbo testate in aziende dimostrative selezionate;
- screening della letteratura scientifica sulle pratiche di diserbo già testate in campo;
- pubblicazione di materiale audiovisivo e podcast in merito alle pratiche sviluppate nei GO e giudicate più interessanti dagli stakeholders.
Lo screening della letteratura ha permesso la realizzazione di un inventario online che mette a disposizione informazioni tecnico-scientifiche per chi è interessato alle soluzioni alternative agli erbicidi. Si tratta di una piattaforma digitale con oltre 400 pubblicazioni scientifiche sui metodi che non prevedono l'uso di diserbanti, classificati nelle 5 categorie della gestione integrata delle infestanti:
- Controllo diretto;
- Gestione del campo e del suolo;
- Scelta e impianto della coltura;
- Diversificazione dei sistemi colturali;
- Monitoraggio e valutazione.
Oper8, tanti attori coinvolti in Italia
In Italia il gruppo operativo di Oper8 - rappresentato dal Centro di Ricerche Agro ambientali Enrico Avanzi dell'Università di Pisa (CiRAA) - sta coinvolgendo diversi stakeholder nel network e sta focalizzando l'attenzione sul controllo non chimico delle malerbe in vigneto, ma anche nei seminativi e nelle ortive, sulla base dei feedback ricevuti da agricoltori, tecnici, ricercatori, funzionari regionali o ministeriali e produttori di mezzi tecnici nell'ambito di appositi workshop.
Chi vuole entrare nella rete del progetto, può compilare un modulo online di consenso. Dopo aver compilato il modulo, il diretto interessato riceverà un documento precompilato in pdf da firmare e inviare a Lorenzo Tramacere, coordinatore del network nazionale italiano di Oper8. Ogni stakeholder entrato del network riceve aggiornamenti su tutte le novità inerenti il progetto ed è invitato a partecipare, anche attivamente, agli eventi programmati: webinar, workshop ed eventi dimostrativi in azienda.
Interviste ai partner del gruppo operativo italiano di Oper8 a Enovitis in campo 2024
"La partecipazione di un ampio numero di stakeholder è cruciale per raggiungere gli obiettivi del progetto - spiega ad AgroNotizie® Lorenzo Tramacere, ricercatore dell'Università di Pisa.
Grazie a chi ha partecipato finora, abbiamo messo in rete le conoscenze sul diserbo alternativo e ci siamo dedicati allo sviluppo delle pratiche più promettenti su vite così da poter contribuire, verso fine 2025, alla definizione di nuovi Piani di azione nazionali che incentivino l'uso di soluzioni diverse dagli erbicidi nei prossimi Piani di sviluppo rurale".
Inerbimento e cover crop: nemici delle infestanti in vigneto
"Le tecniche più interessanti per gli stakeholder del workshop sono state l'inerbimento permanente e differenziato del sottofila e dell'interfila, la devitalizzazione delle cover crop nell'interfila con un rullo crimper e il controllo meccanico delle malerbe nel sottofila con diverse attrezzature - specifica Christian Frasconi, docente dell'Università di Pisa. Abbiamo testato alcune di queste tecniche in campo. Ad esempio, abbiamo eseguito prove di inerbimento del sottofila presso l'azienda Monterosola a Volterra (Pi) e prove di devitalizzazione meccanica e diserbo meccanico del sottofila presso l'azienda Castellani a Peccioli (Pi)".
Per l'inerbimento permanente del sottofila è stato usato un trifoglio sotterraneo autoriseminante (Trifolium subterraneum subsp. brachycalycinum, var. Antas), che mantiene il terreno sempre coperto, poiché a giugno va incontro a senescenza fisiologica rilasciando i semi direttamente nel terreno per geocarpia e fungendo da pacciamatura morta durante l’estate per poi germinare in autunno.
Il trifoglio sotterraneo - che può restare in campo anche per 3 anni - compete con le infestanti evitando interventi di diserbo chimico o meccanico e in più migliora la fertilità del suolo, riduce l'erosione, preserva la biodiversità e aumenta l'apporto di carbonio e azoto come pure la ritenzione idrica in estate.
Rullo Dondi Rotovitis usato per la devitalizzazione delle cover crop nell'ambito del progetto Oper8
(Fonte foto: AgroNotizie)
Un miscuglio di cover crop di Mas Seed è stato schiacciato con il rullo Rotovitis di Dondi a fine primavera in modo da ottenere uno strato pacciamante secco superficiale in estate che ha limitato l'emergenza delle infestanti e migliorato la conservazione dell'umidità nel suolo. "Mas Seed ha fornito sia il trifoglio sotterraneo per la prova nel sottofila sia 3 differenti prodotti Geopro, contenenti graminacee, leguminose e crucifere, per la prova nell'interfila" sottolinea Mattia Montin, tecnico di Mas Seed.
"Stiamo lavorando allo sviluppo di un prototipo di seminatrice capace di distribuire simultaneamente le varie essenze nell'interfila e nel sottofila, ma non siamo ancora pronti per l'utilizzo in campo. Finora la semina del trifoglio sotterraneo nel sottofila è stata gestita a mano" fa sapere Tramacere.
Stop alle malerbe nel sottofila con le macchine
Sempre nelle aziende viticole selezionate sono state condotte anche prove di diserbo meccanico e di pacciamatura del sottofila, rispettivamente, con un porta attrezzi interceppo di Dondi e con la trincia pacciamatrice Nobili Triturator SDS Serie 100.
Trincia pacciamatrice Nobili Triturator SDS 210 per la pacciamatura del sottofila tra le macchine testate nel progetto Oper8
(Fonte foto: AgroNotizie)
"La nostra trincia pacciamatrice tritura la biomassa nell'interfila e, tramite coclea laterale, la trasferisce nel sottofila in modo da creare uno strato pacciamante vicino ai ceppi delle viti che contrasta lo sviluppo delle malerbe - afferma Marco Bertazzoli, Technical Sales supporter & Product developer di Nobili. Offriamo modelli bicoclea o con una coclea sul lato destro, con larghezze di lavoro da 1,20 a 2,10 metri".
Robot... e il diserbo diventa una passegiata
Gli stakeholder coinvolti da Oper8 guardano con interesse anche ai robot porta attrezzi che gestiscono il diserbo e altre operazioni in autonomia, sopperendo alla scarsità di manodopera agricola.
Esempi di mezzi autonomi ed elettrici indicati per le attività in vigneto sono Slopehelper e Agilehelper, distribuiti in Italia da Arvatec per conto di Pek Automotive. "Mettiamo a disposizione del progetto i due robot con una spollonatrice, una falciatrice o una fresa laterale per il controllo delle infestanti nel sottofila e con una falciatrice o una trinciasarmenti per il lavoro nello spazio interfilare" dichiara Savio Landonio, ceo di Arvatec.
Robot porta attrezzi Pek Automotive Slopehelper coinvolto nelle attività del progetto Oper8
(Fonte foto: AgroNotizie)
"La collaborazione con Arvatec si aggiunge a quella con Vitibot, azienda parte del Gruppo SDF che ha partecipato a un seminario presso il nostro dipartimento e a un webinar nell'ambito di Oper8 presentando il robot Bakus" spiega Tramacere.
Le videointerviste ai partner italiani di Oper8 sono state realizzate a Enovitis in campo 2024, organizzata da Unione italiana vini. La Rassegna ha sempre dedicato ampio spazio alle ultime macchine e alle più moderne soluzioni per viticoltura, oltre a offrire occasioni di formazione attraverso il programma di convegni. Lo staff del progetto ha dialogato con alcuni espositori per cogliere i vantaggi delle innovazioni esposte tra i filari dell'azienda Agrivar a Castel San Pietro Terme (Bo).
Il momento di confronto con il sistema produttivo a Enovitis ha integrato gli eventi dimostrativi organizzati dai ricercatori per presentare le pratiche di diserbo testate agli attori del settore viticolo e conoscere il loro parere.
Erbicidi: minore impiego anche in pieno campo
Altro focus di Oper8 in Italia è il diserbo alternativo in campo aperto. Per ora il gruppo di ricerca ha organizzato un workshop dedicato a seminativi e colture orticole durante il quale gli stakeholder hanno valutato pratiche classiche (minima lavorazione, falsa semina, aratura), tecniche agroecologiche (rotazioni colturali, sovescio, pacciamatura) e nuove tecnologie (robot e sensori per il diserbo meccanico, bioerbicidi, diserbo laser, termico o elettrico) indicando le soluzioni più promettenti per il controllo non chimico delle infestanti.
A riscuotere maggiore successo sono state:
- rotazioni colturali con leguminose perenni;
- sovescio;
- lavorazioni conservative;
- falsa semina;
- eco aratura;
- diserbo meccanico con sensori per il precision farming.
Il gruppo di ricerca italiano di Oper8 studierà anche tecniche di diserbo alternativo in pieno campo
(Fonte foto: Oper8)
Secondo gran parte dei partecipanti al workshop, l'eco aratura - o meglio l'aratura superficiale - è cruciale per controllare la flora infestante in campi dove non si usano diserbanti chimici. Tuttavia, tutti sono risultati concordi sulla necessità di sottoporre l'eco aratura a ulteriori ricerche per capire se i suoi effetti possano essere paragonabili alla minima lavorazione del terreno, tenendo conto delle criticità derivanti: formazione della suola e perdita di sostanza organica.
"Nei seminativi della stazione sperimentale del CiRAA, abbiamo già testato gli effetti sulle infestanti dell'introduzione di rotazioni con leguminose perenni e di varietà maggiormente competitive, dell'intercropping, del sovescio e della pacciamatura - afferma Tramacere. Stiamo valutando anche metodi meccanici di controllo integrati in strategie agroecologiche. Ad esempio, abbiamo eseguito un passaggio con un rullo crimper su cover crop, lasciandole al suolo come dead mulch, per poi procedere con la semina su sodo di una coltura primaverile estiva come il sorgo da granella".
Le prove di ricerca sulle ortive si sono, invece, concentrate sullo strip tillage o l'uso di robot tagliaerba per la gestione di un living mulch di leguminose, nonché sul pirodierbo per il controllo diretto delle malerbe e per la devitalizzazione delle cover crop. "È stata sviluppata anche una trapiantatrice da sodo da utilizzare su pacciamature vegetali in orticoltura" aggiunge Tramacere. Nel corso del 2024, i pro e i contro delle tecniche testate verranno presentate ai portatori d'interesse durante un workshop.
Le prime conclusioni di Oper8
Il lavoro svolto finora nell'ambito del progetto mostra come la ricerca, le dimostrazioni in campo e le attività di formazione siano fondamentali per divulgare pratiche meno conosciute (uso di robot, diserbo laser o elettrico) e per testare l'efficacia e l'adattabilità in loco di tecniche già diffuse (rotazioni colturali e sovescio).
Stando a quanto emerso fino a oggi, in futuro i Piani di azione dovrebbero lasciare più spazio a:
- selezione di genotipi locali di colture da reddito e cover crop che - più adattati al contesto e più competitivi nei confronti delle infestanti - aprano la strada a rotazioni più ampie, sovesci più mirati e pacciamature permanenti;
- creazione di filiere regionali di sviluppo delle sementi per ridurre i costi d'acquisto a carico degli agricoltori, ampliare la disponibilità di genotipi e limitare l'inquinamento ambientale dovuto all'importazione di semi dall'estero.
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