La terza sessione del IX Convegno nazionale Actinidia 2009 ha riguardato le 'Tecniche colturali'.
 
La storia dell’actinidia e del kiwi nel Lazio iniziano 38 anni fa. Essi vengono descritti: dai suoi primi coltivatori, alle caratteristiche pedo-climatiche, ai differenti progressi e successi, fino al riconoscimento dall’UE nel 2004 del Consorzio di Tutela per l’Igp kiwi Latina (Cacioppo, Soi).
La gestione sostenibile di un actinidieto deve imprescindibilmente tener conto di fattori (acqua, suolo, fertilizzazione, potatura) che sono la base per ottenere un prodotto dalle qualità ottimali (Xiloyannis, Unibas). Tra questi fattori, la stima del fabbisogno irriguo e la gestione dell’irrigazione, se opportunamente affrontati, permettono risparmi del 20-25% del volume di acqua normalmente apportato, minimizzando condizioni di stress idrico (Carbone et al, Phytolab - Unibas). Inoltre, anche attraverso la tecnica dell’inerbimento e della eddy covariance questi aspetti sono analizzati adeguatamente mettendo in luce anche la produzione di C02 da parte del frutteto (Rossi et al, Cnr Bo - Ibimet).
 
Parimenti importante è calcolare aspetti nutrizionali in relazione a quanto la pianta di actinidia (e l’agricoltore) fissa/asporta/ricicla annualmente (Roversi et al, Unipc - Coldiretti Cn). I bioregolatori (Cppu, Triclopir, Naa, GA3), è giusto impiegarli o meno ? il dibattito è da sempre aperto, ma alcuni criteri vanno definiti e sottolineati. Un loro impiego dove non si sono adottate opportune condizioni genetiche e colturali, determina problemi di pezzatura, durezza e di frigo-conservazione dei frutti (Costa, Unibo).
Ugualmente, l’impiego di interruttori della dormienza (Dba) è dibattuto, ed un loro impiego evidenzia riscontri positivi nel settentrione per la sincronizzazione del germogliamento ed un’induzione del diradamento dei fiori laterali dell’infiorescenza (Fabbroni et al, Unibo).
 
Tra le patologie, la carie del legno in determinati areali risulta particolarmente incidente. E’ una malattia ad eziologia complessa che vede il coinvolgimento di differenti popolazioni fungine e, ad oggi, la lotta è basata principalmente su tagli di risanamento (Di Marco, Cnr Bo - Ibimet)). Altri parassiti sempre più incidenti su actinidia sono differenti popolazioni batteriche in grado di colpire i differenti organi delle piante. Negli ultimi anni, ed in particolare nel Lazio, notevole preoccupazione è destata dal cancro batterico (Pseudomonas syringae pv. actinidiae). Studi sulla biologia di questo patogeno, come prove di controllo e di identificazione sono in corso (Balestra et al, Univt).
 
Ai fini di una produzione adeguata e di qualità non si può prescindere da studi inerenti il polline; particolarmente interessanti sono stati quelli proposti su: la germinabilità, l’energia germinativa (Tacconi - Rizza, Cra - Gpg), su indagini morfologiche ed ultrastrutturali (Ovidi et al, UniVt), sul ruolo delle poliammide nello sviluppo e nella funzionalità delle strutture riproduttive (Falasca et al, Unirm, Unibo, Univt), e sull’impollinazione naturale ed assistita (Demaria et al, Unibo, Creso).
 
Il Lazio rappresenta un areale di riferimento per l’actinidia in Italia e nel mondo di assoluta importanza e necessita di investimenti in sviluppo e ricerca per essere propriamente valorizzato. In una gestione equilibrata e sostenibile di un actinidieto è possibile migliorare la fertilità dei suoli, la capacità d’immagazzinamento idrico, calcolare i loro consumi idrici come mantenere un equilibrio tra i micro e macro elementi sottratti/utilizzati nel frutteto.
I bioregolatori come i Dba possono essere impiegati ma senza pensare che possano sostituirsi a gestioni agronomico-colturali squilibrate. La carie del legno è un fenomeno che merita maggior attenzione ed approfondimenti in quanto, come patologia complessa, può incidere notevolmente sullo sviluppo e sulla produzione. Le batteriosi ed in particolare il cancro batterico nel Lazio, sono patologie che stanno causando danni/perdite a volte ingenti. A tal proposito devono essere particolarmente investigate in relazione alle differenti cv. ed ai differenti approcci agronomico-colturali e fitosanitari; un equilibrio complessivo dei frutteti è fondamentale per un loro controllo/contenimento. La qualità del polline ed il suo impiego necessitano ulteriori approfondimenti in grado di fornire informazioni di estrema importanza per una produzione che risponda alle attese.