Il ciliegio, e la sua coltivazione come coltura da reddito, vive da ormai qualche anno un rinnovato felice momento d’interesse da parte dei diversi attori del settore della frutticoltura, degli atenei e dei mercati nazionali ed esteri.

Nemmeno un anno è passato dal Convegno di Vignola del giugno 2011 dove sono state tracciate le linee guida per quanto riguarda la produzione intensiva, la difesa e la tecnica agronomica, la qualità, la raccolta e la conservazione.

Nella tecnica agronomica, in particolare, si evidenzia sempre più il ruolo chiave della microirrigazione soprattutto per il raggiungimento di precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e, non da ultimo, un ruolo importante, per alcune varietà, nel controllo della spaccatura (cracking) del frutto.

Oggi le aree maggiormente vocate o storicamente attive sono in fermento per la prossima campagna di produzione 2012 che si prospetta ricca di attese e di naturali apprensioni.

 

La cerasicoltura in Puglia

Nel panorama delle aree cerasicole d’Italia è la Puglia la prima regione produttrice di ciliegie con una media di 400-450.000 quintali su una superficie coltivata di circa 17-18.000 ettari. I dati statistici degli ultimi anni evidenziano come l’esportazione di ciliegie dalla Puglia è stata caratterizzata da un andamento positivo che, nonostante alti e bassi fisiologici e le calamità che si sono abbattute sulla coltura, ha consentito ugualmente di conseguire il primato sulle altre regioni.

La produzione regionale pugliese, infatti, è concentrata nella provincia di Bari che da sola concorre per il 93% circa alla produzione totale regionale.

Con le sue 38.000 tonnellate la provincia di Bari è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie raccogliendo il 33% della produzione nazionale. Nella provincia quindi la maggior parte della produzione si realizza nella zona del sud-est barese principalmente nei comuni di Conversano, Turi, Sammichele, Castellana, Putignano, Noci, Alberobello, Casamassima, Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle. Conversano è da sempre uno dei comuni, la cui economia agricola si basa proprio sulla coltura del ciliegio.

Ben il 40% del territorio agricolo comunale è rappresentato da ciliegeti, diffusi anche con impianti specializzati. Nell’arco temporale che va da maggio e giugno abbiamo la migliore stagione cerasicola che può sviluppare, nella sola area di Conversano, un volume d’affari nell’ordine di alcune decine di milioni di euro. Infatti ancora oggi sono centinaia i nuclei familiari che traggono la fonte primaria del loro reddito dalla vendita delle ciliegie.
Oltre a Conversano anche le campagne di Turi hanno una capacità produttiva di circa 1/3 della produzione pugliese, è solidamente sviluppato anche l’indotto di manodopera per la raccolta. Il territorio ospita numerosi lavoratori provenienti anche da altri paesi e si raggiunge un numero totale di addetti alla raccolta (tra titolari di azienda, familiari e operai) che supera diverse migliaia di  unità lavorative. 

La coltivazione della ciliegia è il vero asse portante dell’economia locale: Turi infatti è leader della cultivar Ferrovia, una varietà particolarmente apprezzata all'estero per le sue doti di “durezza” che la rendono esportabile anche a lunga distanza.

L’altra zona di alta vocazione è Bisceglie dove la ciliegia è un prodotto tutelato e valorizzato da un consorzio comunale, entrato a far parte di un circuito nazionale. Attualmente nel centro barese la coltivazione del ciliegio si estende su circa 1.500 ettari destinati ad una produzione precoce. I produttori biscegliesi, inoltre, hanno favorito un progressivo sviluppo della coltura nei comuni di Ruvo e Corato, zone vicine all’Altopiano delle Murge, più fredde, dove si annoverano ciliegeti che ospitano per la maggior parte varietà a maturazione tardiva.

La diversificazione varietale, e la conseguente differenziazione dei calendari di maturazione, fa sì che la campagna di disponibilità e commercializzazione prenda il via ai primi di maggio per terminare alla fine di giugno. Tuttavia, per uno sviluppo integrale della cerasicoltura in Puglia servirebbe puntare su ricerca, innovazione, tutela e valorizzazione della produzione di qualità.

 

 

Un dettaglio di Gyronet

 

 

L'irrigazione

La prima delle variabili da migliorare, o ottimizzare, è la risorsa idrica. La visione futura della cerasicoltura, come emerge dagli atti del succitato Convegno di Vignola, vede un ciliegio che sarà sicuramente con sesti più intensi, su portainnesto nanizzante, con varietà scelte in funzione di precise caratteristiche organolettiche e commerciali, certificato e geneticamente migliorato e, cosa assai importante, gestito in irriguo con microirrigazione (microaspersione o goccia) e fertirrigazione al fine di entrare presto e bene in produzione permettendo la piena espressione varietale. Ecco quindi, così come avviene per buona parte della frutticoltura moderna, emergere l’irrigazione come tecnica colturale alla pari delle concimazioni o delle potature, delle lavorazioni o dei sistemi di protezione e sostegno.

L’irrigazione va approcciata in maniera razionale e va applicata come corretta gestione idrica i cui obiettivi possono essere così espressi: ottimizzazione degli apporti idrici, con opportune pratiche irrigue per limitare le perdite e conservare la maggiore quantità d’acqua possibile nei periodi di massima esigenza idrica; bilanciati apporti idrici superficiali, con una razionalizzazione dei tempi e dei modi e del sistema in funzione dell’areale (pianificazione irrigua).

Soddisfatte queste esigenze in cerasicoltura sono da preferire cultivar che garantiscano un buon livello produttivo anche in presenza di scarse disponibilità idriche ed indurre una modificazione dell’attività vegetativa dell’albero ai fini di una adeguata produzione di fiori e gemme a fiore piuttosto che in organi vegetativi. Gli apporti idrici sono orientati alla prevenzione degli stress idrici nei tessuti della pianta e sono tesi a favorire un corretto metabolismo. L’apporto d’acqua va eseguito durante le fasi di maggiore moltiplicazione cellulare, poiché prolungati periodi di stress riducono la fotosintesi e l’accumulo di riserve.

L’irrigazione diventa utile soprattutto nei momenti in cui la coltura è più sensibile alle carenze idriche come in prossimità della fioritura dove uno stress idrico provoca anomalie nella formazione del fiore; dopo la fioritura, poiché un eccesso di disponibilità idrica favorisce un eccessivo sviluppo dei germogli ed una forte attività vegetativa della pianta. In prossimità della raccolta, dove la troppa acqua concorre decisamente alla spaccatura dei frutti, si dovrà dosare in maniera oculata l’apporto irriguo in modo da evitare eccessi. I volumi irrigui da somministrare non superano, per ogni ettaro, i 1000-1500 m3/anno, al fine di non esaltare troppo la funzione vegetativa della pianta a scapito di quella produttiva e quindi influendo negativamente sulla qualità dei frutti. L’irrigazione effettuata in bilancio idrico, con le precipitazioni, segue un andamento stagionale in funzione delle diverse fasi fenologiche del ciliegio e dell’andamento stagionale del clima.  Allo stesso modo andrebbe gestita la nutrizione che di solito è invece gestita attraverso le più convenzionali concimazioni di fondo e al massimo con apporti localizzati e interrati. La pratica programmata della microirrigazione, col grande vantaggio di poter praticare anche la fertirrigazione, si basa sulla conoscenza approfondita della coltura e della tecnica agronomica.

 

Ciliegeto con Gyronet di Netafim

 

 

Le soluzioni Netafim

I prodotti Netafim sono all’avanguardia sotto il profilo tecnico e nascono per assecondare precise esigenze agronomiche supportando le necessità del delicato agro-ecosistema che si genera in pieno campo. Tali esigenze cambiano secondo le aree e delle caratteristiche microclimatiche locali che richiedono successivi adattamenti cui Netafim, con una gamma di prodotti ampia e versatile, è capace di rispondere con tempestività anche grazie alle capacità progettuali interne e il supporto tecnico agronomico capace di incontrare le urgenze degli agricoltori e supportarne le scelte con professionalità ed esperienza.

La proposta agronomicamente di maggiore rilevanza è senz’altro la microirrigazione a goccia che si giova di prodotti concepiti e nati per soddisfare precise esigenze di uniformità e pieno campo oltre alla lunghezza delle tirate. A questo proposito le ali gocciolanti hanno dei gocciolatori autocompensanti che, in un determinato ambito di variazione di pressione (0,5-4 bar), come l’ala gocciolante Uniram, erogano sempre la stessa portata dal primo all’ultimo.

Altra proposta Netafim, legata soprattutto alla richiesta di aree con una non regolare disponibilità idrica, è la microaspersione che permette di fornire in un tempo inferiore, con alta uniformità di distribuzione, il corretto reintegro idrico ovviando agli inconvenienti di sistemi irrigui a minore efficienza che alterano le caratteristiche del suolo o ne compromettono il contenuto in aria aumentando il rischio di asfissia che il ciliegio sopporta male. In questo caso prodotti come il Gyronet sono i maggiormente utilizzati insieme al Vibronet e al Meganet anche nelle aree a rischio gelate e sono applicati a duplice attitudine come irrigazione e come protezione antibrina.

Il Gyronet si applica quindi per irrigazione di colture su filare (vigneti, frutteti e antibrina) utilizzabile anche capovolto, è molto resistente ai blocchi ed alle occlusioni dovute a ragni e insetti o alla cattiva qualità dell’acqua. Ha una pressione massima di lavoro di soli 2,5 bar. Possiamo vedere come la gamma dei prodotti Netafim ci permetta di adattarci alle diverse realtà produttive in maniera versatile e dinamica.

Una parentesi importante va dedicata ai sistemi di automazione che forniscono i mezzi per la gestione migliore dei sistemi microirrigui soprattutto per quanto riguarda turni e frequenza delle irrigazioni ovvero il nucleo tecnico del sistema. La centralina maggiormente utilizzata in cerasicoltura è la NMC Junior che grazie a un software veramente semplice e al display di comunicazione con l’utente permette di gestire fino a quindici programmi d’irrigazione che possono essere avviati a tempo o su condizione esterna, come nell’antibrina. Permette di monitorare la portata e di attivare fino a quindici valvole contemporaneamente, gestione della fertirrigazione, controlavaggio dei filtri di sistema ed è inoltre in grado di comunicare con il personal computer dell’utente per facilità nella gestione.

Grazie a queste possibilità l’automazione non si pone come optional ma come vero cuore del sistema in grado di dialogare tra utente e sistema irriguo. La rinnovata richiesta del mercato della cerasicoltura, in testa quello pugliese, il bisogno d’innovazioni in termini di tecnica agronomica offre l’ideale ambito per sviluppare soluzioni microirrigue adatte alle diverse aree, esigenze idriche e obiettivi produttivi, Netafim raccoglie tali urgenze e le soddisfa supportandole con la propria esperienza e presenza sul territorio.

 

 

Schema del sistema Gyronet

 

 

Bibliografia:

  1. Bari Economica: Ciliegia, regina di tradizione e qualità. (P. De Santis – 2009)
  2. ISTAT 2012: http://agri.istat.it/