L'Agricultural Spring Outlook pubblicato nei giorni scorsi dalla Commissione Ue prevede che la produzione utilizzabile di mele dell'Ue nel 2023-2024 diminuirà del 6,3% a 11,1 milioni di tonnellate, collocandosi del 3,6% al di sotto della media quinquennale, come conseguenza di un raccolto inferiore nei principali Paesi produttori (-12% in Germania, -10% in Francia, -9% in Polonia).

 

Due, prevalentemente, le cause: una riduzione stimata della superficie raccolta (-4% su base annua) e condizioni meteorologiche sfavorevoli che hanno influito negativamente sulle rese e sulla qualità del frutto.

 

In totale, si prevede che 7,1 milioni di tonnellate di mele saranno utilizzate per il consumo fresco (in calo del 5,7% su base annua) e 4,1 milioni di tonnellate per la trasformazione (-5,2%), dato questo ultimo in linea con l'ultima campagna.

 

Spinto dalla minore disponibilità e dalle persistenti pressioni inflazionistiche, il consumo pro capite di mele fresche nell'Unione Europea potrebbe scendere a 14,3 chilogrammi (7% in meno rispetto all'ultima campagna di commercializzazione), mentre per le mele trasformate si prevede un volume stabile a 8,5 chilogrammi.

 

Relativamente ai magazzini, dopo un calo significativo nel 2022-2023, si prevede che le scorte finali di mele fresche rimarranno relativamente stabili a circa 0,3 milioni di tonnellate, ma all'incirca il 29% al di sotto della media quinquennale.

 

Export di mele in frenata

L'export Ue di mele fresche dovrebbe diminuire del 15% nel 2023-2024 (il 22% al di sotto della media quinquennale), a causa della riduzione della produzione. Al contrario, si prevede che le importazioni Ue di mele fresche aumenteranno dell'11% su base annua, restando in ogni caso nettamente al di sotto della media quinquennale (-22%).

 

Quanto all'export di mele trasformate, nel 2023-2024 i volumi venduti extra Ue potrebbero diminuire del 19% (17% al di sotto della media quinquennale), a causa della scarsa disponibilità.

 

L'Outlook Ue stima una sostanziale stabilità nell'import di mele trasformate nel 2023-2024 (-0,4%), ma significativamente al di sotto della media quinquennale (-15%).

 

Di conseguenza, le esportazioni nette dell'Ue di mele fresche scenderanno al livello più basso dal 2017-2018, a 620mila tonnellate, così come le esportazioni nette di mele trasformate si collocheranno al livello più basso dal 2019-2020, a 240mila tonnellate.

 

Arance: produzione in calo

La produzione totale di arance dell'Ue nel 2023-2024 sarà la più bassa degli ultimi dieci anni, con una diminuzione del 5,4% su base annua a 5,6 milioni di tonnellate, più di quanto previsto nelle precedenti previsioni a breve termine.

 

Ciò è dovuto al calo della produzione in Spagna, il più grande Paese produttore di arance dell'Unione Europea, dovuto principalmente a fattori climatici, come l'aridità, che influiscono anche sulla qualità. L'Italia, invece, dovrebbe migliorare le proprie performance in termini di volumi raccolti, ma nel complesso il calo della produzione comunitaria può essere attribuito a rese inferiori (14% in meno rispetto alla media quinquennale e 6,5% in meno rispetto all'ultima campagna di commercializzazione), a fronte di un aumento delle superfici intorno al 2% rispetto alla media quinquennale (+1,2% su base annua), trascinata da Italia e Grecia.

 

La produzione di arance destinate alla trasformazione è aumentata (+2,6% su base annua), presupponendo che anche una parte di frutta di qualità inferiore sia stata destinata alla trasformazione. Resta tuttavia basso rispetto alla media quinquennale (-13%).

 

Aumentano le importazioni per l'aumento della produzione fuori Ue

A causa della minore produzione di arance fresche nell'Ue (-6,7% su base annua) e delle continue pressioni inflazionistiche sui prezzi della frutta, è possibile che il consumo pro capite di arance fresche nell'Ue scenda a 12,2 chilogrammi nel 2023-2024, con un calo del 4,4% su base annua.

 

Continuerà la tendenza crescente delle importazioni dell'Ue, alimentata dalla riduzione della produzione. Per le arance fresche, in particolare, si ipotizza una crescita dell'import del 5,1% su base annua (spinta da una crescente disponibilità al di fuori dell'Ue), oltre a un aumento significativo registrato la scorsa campagna (+42,5%).

 

Parallelamente, la riduzione della produzione comunitaria potrebbe portare a una diminuzione delle esportazioni (-18% su base annua), una tendenza osservata già lo scorso anno. Rispetto alla media quinquennale, le esportazioni dell'Ue nel 2023-2024 dovrebbero essere inferiori del 32%.

 

Per quanto riguarda le arance trasformate, il consumo pro capite è destinato ad aumentare del 4,7%, ponendo fine alla tendenza al ribasso osservata negli ultimi anni. Anche le esportazioni Ue di arance trasformate potrebbero aumentare (+1,8% su base annua) e quindi riprendersi leggermente, ma rimarrebbero basse rispetto alla media quinquennale (-29%), con l'import che potrebbe aumentare moderatamente del 4,8% per far fronte all'aumento della domanda.