La parola d'ordine, sullo sfondo, resterà "incertezza". Sembra dire così il recente Outlook della Commissione Ue pubblicato nei giorni scorsi, dal quale emergono alcuni segnali di miglioramento sul versante dei costi dei fattori produttivi per le aziende agricole (come ad esempio i costi energetici), con l'incognita tuttavia di scenari incerti sul piano geopolitico (la guerra in Ucraina, la crisi in Medio Oriente), che influiscono in parte anche sulle rotte commerciali internazionali.
L'inflazione dovrebbe cedere, proseguendo una traiettoria di contenimento dei costi, anche se i prezzi al consumo - in particolare per alcune categorie di prodotti, come frutta, verdura e olio d'oliva - continuano ad aumentare, mentre altri rimangono stabili su livelli elevati rispetto al trend (ad esempio carni, pane e cereali).
I prezzi elevati, combinati con le ridotte prospettive di crescita economica, e quindi del reddito familiare, continueranno ad avere un impatto negativo sulle tendenze di consumo dell'Ue nel 2024, portando a potenziali spostamenti tra categorie di prodotti alimentari (ad esempio olio e grassi) o al loro interno (ad esempio tipi di carne o tipologie di latticini).
Focus sulle prospettive economiche
Secondo l'Outlook primaverile della Commissione Ue, le aspettative di crescita economica reale nel 2024 sono state riviste al ribasso, proprio per effetto del calo del potere d'acquisto delle famiglie, della minore domanda esterna, della stretta monetaria e di un parziale ritiro del sostegno fiscale nel 2023.
Il 2023 si è concluso con una stagnazione economica causata da una domanda interna fiacca e, secondo le ultime previsioni della Banca Centrale Europea, la crescita contenuta del Pil reale dell'area euro registrata nel 2023 (+0,5%) proseguirebbe anche per l'anno in corso (+0,6%). Si prevede che la crescita riprenderà nella seconda metà del 2024, trainata dall'aumento dei consumi privati e dalla ripresa della crescita economica.
L'Outlook primaverile della Commissione Ue prevede un rallentamento dell'inflazione nell'eurozona, passando dal 5,4% nel 2023 al 2,3% nel 2024.
Le prospettive economiche rimangono soggette a incertezze, in particolare a causa delle tensioni geopolitiche derivanti dall'aggressione russa in corso in Ucraina e delle crescenti tensioni in Medio Oriente, che potrebbero avere un impatto sugli sviluppi commerciali ed esercitare pressioni sui prezzi.
Sul fronte energetico, nonostante le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente e i tagli alla produzione annunciati dai Paesi Opec+, si prevede che l'impatto sui prezzi non sia significativo e che le quotazioni raggiungeranno circa 85 dollari al barile, con l'offerta di petrolio ancora sufficiente a soddisfare una domanda globale più debole sia nel 2024 che nel 2025. Sul versante del gas naturale, invece, le attuali proiezioni di S&P Global prevedono una significativa revisione al ribasso dei prezzi rispetto all'Outlook a breve termine redatto nell'autunno 2023.
In seguito agli attacchi degli Houthi alle navi marittime nel mar Rosso, il traffico marittimo nell'area è diminuito in modo significativo (il transito nel mar Rosso nella prima settimana di aprile è stato inferiore del 73% rispetto a quello della prima metà di dicembre 2023 e le spedizioni di portacontainer sono diminuite del 92%); gli operatori marittimi hanno dirottato i flussi intorno all'Africa occidentale attraverso il Capo di Buona Speranza, cresciuti del 67% in più rispetto alla prima metà di dicembre.
Indice dei prezzi alimentari osservato speciale
Gli agricoltori continuano ad affrontare numerose sfide legate ai costi dei fattori di produzione, anche se molti di loro continuano la loro tendenza al ribasso. I prezzi dei fattori produttivi dovrebbero diminuire dell'1,9% nell'ultimo trimestre, ma rimangono ancora ampiamente al di sopra del livello pre covid-19 (32% in totale e fino al 65% per i fertilizzanti).
La produzione di fertilizzanti nell'Ue continua a riprendersi dallo shock energetico. Le importazioni di fertilizzanti azotati sono rallentate nel 2023, ma sono rimaste storicamente a livelli elevati, mentre l'import di fosforo e potassio è sceso 40-50% tra il 2020 e il 2023.
Con riferimento all'indice dei prezzi alimentari dell'Ue, sebbene si sia stabilizzato da marzo 2023, in media è aumentato di circa il 43% rispetto al 2015. E si registrano ancora importanti movimenti di prezzo se si considerano i singoli prodotti alimentari.
L'esempio più evidente è la categoria "oli e grassi", che ha registrato un aumento del 76% nel febbraio 2024 rispetto al 2015, recentemente spinto dall'aumento del prezzo dell'olio d'oliva (103% in più rispetto al 2015). Il consumo di cibo a livello familiare è sceso dal 12,8% nel 2021 al 12,2% nel 2022 del consumo totale.
Dalla fine del 2022, il forte calo dei prezzi dei cereali ha sostenuto la tendenza al ribasso dell'indice dei prezzi agricoli dell'Ue, che è stato ulteriormente spinto al ribasso dai prezzi più bassi del latte crudo. Tuttavia, i prezzi ancora elevati dei prodotti animali (carne e latte crudo) sostengono in una certa misura una certa stabilità dell'indice generale dei prezzi agricoli. Allo stesso tempo, i prezzi dei prodotti freschi e dello zucchero rimangono elevati. Pertanto, l'indice dei prezzi agricoli dell'Ue rimane relativamente stabile (tra 143-145 punti rispetto all'indice del 2015) dallo scorso agosto.
Il calo dei prezzi dei cereali e il conseguente miglioramento dell'accessibilità dei mangimi potrebbero esercitare una certa pressione al ribasso sui prezzi dei prodotti animali. D'altro canto, questi potrebbero essere sostenuti sia dalla domanda interna che da quella esterna. Innegabilmente, però, i prezzi possono variare a seconda dell'esito dei raccolti e dalle conseguenze dei fattori climatici.
Il ruolo svolto dalle condizioni meteorologiche
Secondo l'ultimo bollettino Mars del Jrc, le condizioni meteorologiche dal primo marzo al 13 aprile 2024 sono meno favorevoli per le colture invernali, mentre nel complesso sono da considerare più positive per le condizioni di semina primaverile.
Le colture invernali sono state colpite da condizioni eccessivamente umide durante l'inverno, che hanno influito sul potenziale di rendimento nell'Ue nordoccidentale. In diverse parti dell'Europa settentrionale, della Francia e della Spagna, le precipitazioni sono state significativamente superiori alla media, mentre l'Europa centrale e orientale hanno registrato un significativo deficit di precipitazioni.
Quali saranno i trend produttivi?
Quanto ai principali trend produttivi, si prevede che per il 2024-2025 la produzione cerealicola dell'Ue aumenterà ulteriormente. Parallelamente, la produzione europea di semi oleosi e colture proteiche potrebbe aumentare nel 2024-2025, mentre le importazioni di farine e oli di semi oleosi potrebbero continuare a diminuire.
La produzione di zucchero dell'Ue nel 2023-2024 aumenterà fino alla media quinquennale, portando a una forte riduzione delle importazioni nette di zucchero.
La produzione europea di mele nel 2023-2024 è stimata al minimo degli ultimi tre anni a causa prevalentemente di due fattori: la riduzione delle superfici e le condizioni meteorologiche sfavorevoli nei principali Paesi produttori, che hanno avuto un impatto negativo sui consumi.
Anche le condizioni meteorologiche avverse hanno influenzato la produzione di arance sia in quantità che in qualità, con esportazioni significativamente ridotte e un impatto negativo sui consumi.
Nonostante una certa ripresa della produzione di olio d'oliva nell'Ue nel 2023-2024, la domanda di esportazioni sia interna che europea continua a soffrire di prezzi elevati.
Si prevede che la produzione di vino nell'Ue diminuirà a causa delle condizioni meteorologiche avverse, mentre il consumo continua la sua tendenza al ribasso e il commercio si contrae.
Nonostante il continuo calo del numero dei capi, si prevede che l'offerta di latte nell'Ue aumenterà leggermente nel 2024, mentre la combinazione tra la stabilizzazione dei prezzi del latte al di sopra dei livelli storici e l'allentamento dell'inflazione potrebbe migliorare i margini per gli allevatori.
L'aumento della produzione di pollame nell'Ue copre quasi completamente il calo degli altri settori della carne, mentre la bilancia commerciale complessiva continua a peggiorare.