Sono numerosi i benefici ambientali che derivano dall'adozione delle pratiche agronomiche sostenibili promosse dal progetto Life Drive. Tecniche quali il sovescio, la pacciamatura e l'inerbimento favoriscono i servizi ecosistemici del vigneto e migliorano l'impronta idrica della produzione del vino. I servizi ecosistemici sono "i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano" e appartengono a quattro categorie (Millennium Ecosystem Assessment, 2005):

  • approvvigionamento (come la produzione di cibo, acqua potabile, materiali o combustibile);
  • regolazione (come regolazione del clima, depurazione dell'acqua, impollinazione);
  • supporto alla vita (come ciclo dei nutrienti, formazione del suolo);
  • valori culturali (fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi).


Si tratta di "servizi" perché a beneficiarne è l'uomo, e per tale motivo possono essere remunerati. Per alcune tipologie di servizio ecosistemico esiste un mercato (ad esempio legname, produzione agricola), mentre per altri è più difficile costruire forme idonee di pagamento.

 

Le pratiche agronomiche sperimentate nel progetto Drive generano effetti positivi su:

  • immagazzinamento di acqua nel suolo e nella pianta, dal momento che favoriscono l'infiltrazione efficace e riducono l'evapotraspirazione;
  • protezione dall'erosione, in quanto grazie alle colture di copertura si riduce la perdita di suolo legata agli eventi meteorici;
  • l'assorbimento di carbonio e la fertilità del suolo, perché le minori lavorazioni e i miscugli a base di leguminose agevolano la fissazione del carbonio;
  • la conservazione della biodiversità e l'impollinazione, perché le pratiche sostenibili riducono le infestanti e proteggono l'ecosistema vigneto.

La quantificazione dei servizi ecosistemici nelle aziende pilota (demo farmers) è attualmente in corso e si concluderà al termine della sperimentazione in campo.

 

Tale quantificazione viene condotta sia dal punto di vista biofisico che da quello economico, al fine di sviluppare forme di valorizzazione basate su strumenti di mercato, come ad esempio i marchi ambientali di prodotto.


Da questo punto vista, riveste grande importanza la valutazione dell'impronta idrica. Nel corso del primo anno di progetto è stato realizzato uno studio di water footprint a scala di cluster, che ha coinvolto 11 aziende localizzate nei Colli Piacentini e 15 aziende dell'Oltrepo pavese. Lo studio, condotto con metodologia Lca (life cycle assessment) ai sensi della norma internazionale ISO14046, considera i consumi e le emissioni pertinenti le fasi di coltivazione, di cantina e di confezionamento. La water footprint si esprime tramite cinque indicatori, che considerano aspetti quantitativi e qualitativi:

  • scarsità idrica;
  • acidificazione;
  • tossicità umana;
  • tossicità acquatica;
  • eutrofizzazione acquatica.


Nello specifico, per la Cantina di Vicobarone sono stati raccolti dei dati relativi all'anno solare 2021 coinvolgendo 11 produttori di diverse varietà d'uva utilizzata (Barbera, Bonarda, Chardonnay, Gutturnio, Malvasia, Ortrugo, Pinot Grigio, Pinot Nero e Riesling). 

 

I produttori hanno fornito i dati relativi alle rese di produzione, il consumo di fertilizzanti, i trattamenti fitosanitari realizzati, il carburante consumato e l'acqua prelevata per le diluizioni. 

 

La valutazione dell'impronta idrica permette di identificare gli impatti relativi sia alla produzione dell'uva che della produzione del vino e/o degli imballaggi utilizzati. Ad esempio, dallo studio condotto nell'ambito del progetto Life Drive è emerso che la varietà d'uva Pinot Nero genera una scarsità idrica maggiore (104 litri d'acqua per chilogrammo d'uva) rispetto alle altre varietà, mentre lo Chardonnay risulta essere il prodotto più virtuoso (42 litri d'acqua per chilogrammo d'uva). La scarsità idrica considera sia i consumi diretti d'acqua, sia quelli indiretti e per area geografica del loro utilizzo.


Per quanto riguarda gli indicatori qualitativi calcolati, si rileva che l'assenza o l'uso molto ridotto di fertilizzanti a base di azoto e/o fosforo riduce notevolmente l'impatto legato all'acidificazione delle acque e l'eutrofizzazione delle stesse. Mentre gli indicatori legati alla salute dell'uomo (tossicità) sono fortemente condizionati dall'uso di pesticidi, erbicidi o insetticidi nella fase agricola.


Relativamente all'area di cantina ed imbottigliamento, sono stati raccolti dati a consuntivo 2021 della Cantina di Vicobarone, ed in particiolare il consumo diretto di acqua, i prodotti enologici utilizzati, l'energia elettrica acquistata, le tipologie ed i pesi delle bottiglie utilizzate, dei tappi, delle etichette e dei cartoni. La tipologia (colore del vetro, materiale del tappo, ecc.) ed il peso degli imballaggi possono incidere notevolmente nel risultato ottenuto, dato che il packaging rappresenta più della metà degli impatti generati dal prodotto finito analizzato (1 bottiglia da 750 millilitri di vino della Cantina di Vicobarone).


Analizzando quindi le diverse tipologie di vini prodotti dalla Cantina nel 2021, sono stati ottenuti i seguenti valori di scarsità idrica:

  • 1 bottiglia di Gutturnio (0,750 litri) - 319 litri d'acqua;
  • 1 bottiglia di Bonarda (0,750 litri) - 348 litri d'acqua;
  • 1 bottiglia di Barbera (0,750 litri) - 371 litri d'acqua;
  • 1 bottiglia di Ortrugo (0,750 litri) -  337 litri d'acqua;
  • 1 bottiglia di Malvasia (0,750 litri) - 375 litri d'acqua;
  • 1 bottiglia di Pinot Nero (0,750 litri) - 379 litri d'acqua.


In conclusione, gli impatti legati alla scarsità idrica sono legati sia ai consumi d'acqua diretti, che a quelli indiretti; gli impatti qualitativi vengono influenzati dai trattamenti effettuati nell'annata agricola, mentre la fase di cantina genera gli impatti maggiori e nello specifico sono da attribuire principalmente all'imballaggio utilizzato.

 

Per altre informazioni si può fare riferimento presso il sito internet del progetto e la pagina Facebook

 

a cura di Alessandro Bosso e Guido Croce, ART-ER


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Il progetto DRIVE LIFE ha ricevuto finanziamenti dal Programma Life dell'Unione Europea
Grant LIFE19 ENV/IT/000035

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