In più di 150 Paesi, il 16 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell'alimentazione.
In questa data cade una doppia ricorrenza. Se da una parte, la più importante, il 16 ottobre è un giorno in cui si uniscono gli sforzi a livello globale per sensibilizzare la comunità internazionale sui temi della povertà, della fame e della malnutrizione nel mondo, della sicurezza alimentare e della diffusione di diete nutrienti per tutti; dall'altra, offre l'occasione per ricordare l'anniversario della data di fondazione dell'Organizzazione delle Nazione Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) - avvenuta, proprio in questo giorno, nel 1945, in Canada - e per onorare i suoi principi ispiratori.

Il fine dichiarato della Giornata mondiale dell'alimentazione è quello di portare sempre più persone ad acquisire consapevolezza delle problematicità legate al tema dell'alimentazione e invitarle a compiere azioni concrete, anche piccole, ma quotidiane, costanti, per cambiare lo stato delle cose. La sua celebrazione vuole diventare strumento di conoscenza e di analisi. Spinge ciascuno di noi a interrogarsi sulle proprie abitudini alimentari in modo critico e costruttivo, a fare un'attenta analisi dei comportamenti.

Per ciò che riguarda il nostro Paese, a offrire spunti utili alla riflessione è il primo studio italiano dettagliato sullo spreco alimentare.
Da un'indagine del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (Crea Alimenti e Nutrizione) emerge che ogni settimana viene buttato via il 4,4% del cibo acquistato. Il dato italiano si inserisce in uno scenario globale nel quale lungo tutta la filiera agroalimentare risultano sprecati ogni anno 1,3 bilioni di tonnellate di cibo destinato al consumo umano, con una perdita economica complessiva pari a 800 bilioni di euro.

I numeri sono chiaramente importanti, ragione che ha reso, e continua a rendere, il dimezzamento dello spreco alimentare pro capite uno dei principali obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta dai Paesi delle Nazioni Unite nel 2015.

Ad ampliare, e al contempo dettagliare, la visione d'insieme ci sono i dati forniti dalla Fao. L'Organizzazione stima che l'impatto sull'economia globale della malnutrizione in tutte le sue forme - sottoalimentazione, carenze di micronutrienti, sovrappeso e obesità - è di circa 3.500 miliardi di dollari l'anno. Laddove, come si evince dal dato, il problema della malnutrizione non riguarda solo l'assenza di cibo ma comprende anche la scarsa disponibilità di alimenti sani.


Parola chiave: sostenere

Dal 1981, la Giornata mondiale dell'alimentazione ha adottato un tema diverso ogni anno. Il tema di quest'anno è legato alla necessità di sostenere tutti quegli agricoltori e lavoratori della filiera agroalimentare che continuano ad assicurare il percorso del cibo dalle fattorie al piatto, anche in un periodo di crisi senza precedenti quale la pandemia covid-19, anche in luoghi in cui le condizioni di vita sono difficili, rischiose, al limite.

In questa occasione, dunque, la Fao accende i riflettori della ribalta internazionale sugli "eroi dell'alimentazione", su quelle persone eroicamente normali che si impegnano ogni giorno, alacremente, per realizzare i loro progetti rivolti a migliorare la qualità della vita e dell'alimentazione nella propria comunità e nel proprio Paese, riuscendoci. Le loro storie insegnano che l'azione del singolo moltiplicata a livello globale determina un approccio comune, e che l'approccio comune può risolvere i problemi.

In questa direzione di massima attenzione sui temi cardine della Giornata mondiale dell'alimentazione, e di impegno per la realizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030, va il pensiero del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "La Giornata mondiale dell'alimentazione offre una preziosa opportunità di riflessione sulle drammatiche conseguenze della pandemia, segnate dall'aumento dei livelli di povertà e malnutrizione. Lo stato della sicurezza alimentare nel mondo è sensibilmente peggiorato. La comunità internazionale dovrà saper dare adeguato seguito alle raccomandazioni del recente vertice sui sistemi alimentari, valorizzando le naturali sinergie del sistema Onu e le competenze delle agenzie delle Nazioni Unite insediate a Roma. L'Italia, presidente di turno del G20, ha assunto come temi quelli di People, Planet e Prosperity. Si tratta di riprendere uno degli intenti più ambiziosi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: 'sconfiggere la fame'".


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Secondo il capo dello Stato "la sostenibilità ambientale è a sua volta cruciale a questo fine e interpella l'impatto climatico determinato dalla stessa produzione agricola e dall'allevamento. La Cop26 sul clima, che vede coinvolta l'Italia in partenariato con il Regno Unito, costituirà una tappa importante di un percorso di attenzione al rapporto tra nutrizione e cura dell'ambiente, tema essenziale se vogliamo consegnare alle giovani generazioni un futuro ricco di opportunità".