Un aiuto alle imprese e alle filiere italiane dell'agroalimentare per 'scivolare' verso la sostenibilità, un supporto per il cambiamento 'verde'. Questo l'obiettivo di 'Green farm innovation', il programma di Sg project (spin off di Sgmarketing), presentato oggi, 10 febbraio 2021, nel corso di una conferenza online, per accompagnare e agevolare il viaggio, lungo questo percorso, per uno sviluppo e una competitività più sostenibile, e in linea con le indicazioni della Commissione europea sul Green deal.

"Il nostro settore agroalimentare già molto avanzato a livello di standard qualitativi - osserva Claudio Scalise, managing partner di Sgmarketing e Sg project - merita di poter innovare i propri processi e di guardare in modo strategico al futuro: con Green farm innovation intendiamo fornire opportunità concrete per un vero rilancio sostenibile, non solo a livello di processi da implementare, ma anche a livello di accesso ai finanziamenti che saranno messi a disposizione dalla Commissione europea".

In particolare, viene spiegato, per tutti la sfida maggiore è quella del cambiamento per rendere la 'rivoluzione verde' - tra i principali punti dell'azione della Commissione Ue targata Ursula von der Leyen - realmente integrata con i target che guardano a un impatto climatico 'zero' per il 2050.

"Per ottenere un vero vantaggio competitivo - rileva Simona Caselli, presidente di Areflh (l'Assemblea europea delle regioni ortofrutticole) - le nostre imprese dovranno essere protagoniste di questa strategia, conoscerla, anticiparla, cavalcarla valorizzando buone pratiche diffuse; e dovranno soprattutto investire fortemente in innovazione e sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva. A proposito di innovazione Areflh, forte della propria esperienza e dell'ampia base associativa in dieci paesi europei, sarà un sicuro punto di riferimento per le aziende del settore".

Un aspetto diventa evidente, ed emerge rispetto a tutto il resto: per un cambiamento concreto, e l'adozione di pratiche produttive rispettose delle strategie europee - e per contribuire realmente a un minor impatto ambientale - è necessario che "tutte le filiere dell'agroalimentare italiano abbiano la possibilità di innovare i propri processi"; quindi, quello che serve è coerenza tra gli impegni europei e quelli del paese.

"Gli obiettivi di sostenibilità del Green deal - spiega Ersilia Di Tullio, senior project manager di Nomisma - definiscono la nuova frontiera 2030 per l'agroalimentare italiano, verso il quale le imprese agricole e alimentari italiane hanno già mosso alcuni significativi passi in avanti. Tuttavia la crisi pandemica ha rimescolato le carte, aggiunto complessità allo scenario ed accelerato alcuni trend. Oggi sono perciò richieste soluzioni innovative e una loro rapida implementazione".

E' per questo che nasce Green farm innovation, anche per prendersi la responsabilità, grazie a un gruppo di lavoro altamente qualificato che costituisce un Comitato scientifico istituzionale - pronto a fornire le linee guida e a controllare la coerenza dei progetti rispetto agli obiettivi di Farm to fork - di creare progetti su misura per le singole filiere e affiancare le imprese nello sviluppo di processi produttivi economicamente sostenibili.

"In questa fase di evoluzione socio-economica, le imprese e le filiere italiane necessitano di un contributo al cambiamento - conclude Angelo Frascarelli, professore dell'Università di Perugia - la trasformazione in atto viene sia dalla politica che dal mercato. Dalla politica con le nuove strategie dell'Unione europea", come il Green deal e il Farm to fork, "dal mercato con i nuovi orientamenti del consumo dei prodotti alimentari, dal risparmio alla comodità, all'ambientalismo, e al salutismo".