Ieri la Conferenza Stato-Regioni ha dato parere favorevole allo schema di decreto del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il ministro per il Sud e con il ministro dello Sviluppo economico, recante adozione del “Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia”, nonché definizione dei criteri e delle modalità per l’attuazione degli interventi previsti dall’articolo 8-quater dalla legge 21 maggio 2019, n. 44 per le Emergenze in agricoltura. Sul piatto i 300 milioni di euro a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 da destinare tra 2020 e 2021 al Salento flagellato dalla Xylella fastidiosa per ridare fiato e forza alla ormai quasi esanime economia agricola ed olivicola del Sud Puglia.

Con il nuovo schema di decreto, come promesso dalla ministra Teresa Bellanova e suggerito dalle organizzazioni agricole, l’azione di ripristino delle potenzialità produttive passano da un budget di 210 milioni a 250 milioni, ben 40 milioni in più, presi sulle altre azioni, come di seguito illustrato.
Ecco il dettaglio, con gli importi aggregati sul biennio considerato, diversi da quanto fino ad ora noto, e suddivisi per azioni e relative misure.

Per l’azione di contrasto alla diffusione della Xylella, da attuarsi mediato la misura del contrasto al vettore ed eliminazione delle fonti di inoculo, vanno 5 milioni di euro e non più 10 milioni come originariamente stabilito.

Come detto, per l’azione di ripristino delle potenzialità produttive del territorio salentino si sale a 250 milioni di euro, così suddivisi per misura:
  • Rimozione della piante disseccate da Xylella in area infetta, 20 milioni di euro;
  • Reimpianti e riconversioni mediante cultivar resistenti al batterio, 40 milioni di euro;
  • Riconversioni verso altre colture, 25 milioni;
  • Salvaguardia olivi secolari, 5 milioni;
  • Sostegno al reddito, interventi compensativi imprese agricole, 120 milioni (+20 milioni rispetto allo schema precedente);
  • Interventi compensativi in favore dei frantoi oleari, 35 milioni (+20 milioni rispetto allo schema precedente);
  • Sostegno imprese vivaistiche, 5 milioni.
Per quanto riguarda l’azione di rilancio economico dell’area danneggiata, sono appostati 10 milioni, così suddivisi per misura:
  • Contratti di filiera e di distretto, 5 milioni (-20 milioni rispetto allo schema precedente);
  • Diversificazione dell’economia rurale e accorpamento fondiario, 5 milioni (-10 milioni rispetto allo schema precedente).
Alle azioni orizzontali vanno complessivamente 25 milioni, così suddivisi per misura:
  • Comunicazione e informazione, 5 milioni;
  • Ricerca e sperimentazione 20 milioni.
All’azione di monitoraggio e rete laboratori vanno infine 10 milioni(- 5 milioni rispetto allo schema orignario) e di cui:
  • Potenziamento della rete di laboratori pubblici, 5 milioni;
  • Monitoraggio e diagnostica, 5 milioni.
 

Bellanova: "Piano di rigenerazione è strumento operativo"

“Da oggi, dopo il via libera della Conferenza Stato-Regioni, il Piano per la rigenerazione olivicola della Puglia, costruito insieme agli agricoltori e all'intero settore, è finalmente lo strumento operativo che territorio, agricoltori, imprese, cittadini, attendevano da tempo. Trecento milioni a disposizione dell’olivicoltura salentina e pugliese che attraverso una serie di misure hanno come obiettivo esplicito la ripresa e lo sviluppo di un segmento strategico dell’economia messo a dura prova dall’avanzare in questi anni del temibile batterio". Così la ministra alle Politiche agricole, Teresa Bellanova, a conclusione della Conferenza Stato-Regioni di ieri, 29 gennaio 2020.

"Per rigenerare l’olivicoltura e l’agricoltura - ha aggiunto la ministra - servono imprese agricole che investano, che possano fare i reimpianti, piantare altre colture, lavorare in ottica di territorio con imprese di trasformazione e commercializzazione. Indennizzi, investimenti, ricerca: sono queste le parole d’ordine che sottendono la strategia del Piano, pienamente condivisa dagli altri ministeri coinvolti, Mise e Sud. Una strategia che da oggi è finalmente al servizio della rigenerazione e salvaguardia del paesaggio pugliese”.
 

Emiliano: "Soddisfatti del Piano, pronti ad aggiungere risorse"

Il presidente e assessore alle Politiche agroalimentari della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato: “Siamo soddisfatti del via libera al Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia per il quale ci siamo a lungo battuti. Le risorse messe a disposizione dal Governo sono state un atto dovuto a fronte del dramma Xylella. Com’è noto la Regione si è battuta affinché tutte le risorse disponibili fossero indirizzate alle imprese per il ristoro dei danni subiti. Sebbene la proposta finale del Governo non sia stata conforme a tale orientamento, la Regione Puglia per non ritardare l'approvazione del Decreto ha espresso il proprio parere positivo in Conferenza Stato-Regioni impegnandosi a destinare alle imprese pugliesi danneggiate l’equivalente dei fondi dirottati dal decreto su attività diverse dal sostegno alle imprese medesime”.
In pratica Emiliano ha impegnato Regione Puglia ad appostare altri 50 milioni di euro in favore delle imprese, quelli che il decreto non destina direttamente alle imprese, ma alle azioni collaterali sopra illustrate.
 

Italia Olivicola: "Ora occorre fare presto"

“Finalmente dopo anni di buio ed abbandono con questo decreto arrivano risorse vere agli agricoltori e ai frantoiani salentini messi in ginocchio dal batterio. - ha dichiarato il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini - Mi auguro che non ci siano ritardi nell’erogazione di questi fondi che diventano fondamentali per ridare ossigeno ad un territorio martoriato e per far ripartire migliaia di aziende ed un’intera economia che da sempre ha vissuto di olivicoltura”.
 

Confagricoltura: "Agire con flessibilità"

Confagricoltura ha espresso soddisfazione in merito al decreto che stabilisce le misure per l’attuazione del Piano per la rigenerazione olivicola in Puglia. Il testo ha recepito alcune delle proposte migliorative che erano state avanzate da Confagricoltura in varie sedi. “La questione più rilevante – ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è il varo dell’atteso provvedimento di attuazione al decreto legge Emergenze varato a marzo 2019”.
Ad avviso di Confagricoltura sarà importante applicare tutte le misure previste dal Piano, agendo con il meccanismo della flessibilità previsto dal decreto stesso in modo da adattare, laddove necessario, gli interventi alle reali esigenze.
“Ci auguriamo – ha concluso il presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura Pantaleo Greco - che il piano per la rigenerazione, anche con il contributo della Regione Puglia, consenta adeguati indennizzi agli olivicoltori e ai frantoiani colpiti dalla calamità, nonché il pieno recupero del potenziale produttivo olivicolo fortemente compromesso dal batterio”.
 

Coldiretti: "Ora tocca a Regione Puglia"

“Ora tocca alla Regione Puglia fare la propria parte. Sia sulla pratiche per la calamità naturale che per la misura 5.2 del Programma di sviluppo rurale ci vorrà la massima semplificazione e una macchina burocratica regionale snella e veloce che consenta agli agricoltori di ricostruire il proprio futuro imprenditoriale”, ha dichiarato il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, che ha ribadito "l’importanza di una spesa di fondi oculata con una governance pressante a regia ministeriale”.

“Per il contenimento dell’insetto vettore e i monitoraggi, la Regione Puglia deve ora contribuire a trovare le risorse, battendo anche cassa a Bruxelles, considerato che da Brindisi a Santa Maria di Leuca ci sono 100 chilometri di patrimonio olivicolo devastato, dove dal 2015 non vengono effettuati monitoraggi, a seguito della decisione della Commissione europea che ha previsto per i territori infetti in modo stabile il venire meno dell’obbligo degli abbattimenti e dei monitoraggi in un’area infetta di quasi 200mila ettari con 21 milioni ulivi”, ha aggiunto il presidente Muraglia.

Bene il finanziamento oculato della ricerca che però non deve disperdersi in mille rivoli – spiega Coldiretti Puglia - con il sostegno a progetti tanto creativi quanto fallimentari, come avvenuto negli anni scorsi.

"Le risorse del Piano destinate alla riconversioni colturali devono servire a far scorrere la graduatoria della sottomisura 4.1C del Piano di Sviluppo Rurale – ha infine sottolineato il presidente Muraglia - perché delle 770 domande presentate, con i 32 milioni di euro del Psr, risultano finanziabili solo 277 imprese agricole, un numero troppo basso che va sostenuto con adeguati fondi a disposizione. Inoltre, gli agricoltori saranno destinatari dei benefici con gli interventi compensativi sulle calamità naturali e con la sottomisura 5.2 del Psr, mentre sono stati raddoppiati i fondi a disposizione dei frantoi per consentire una adeguata ripartenza".