Si è infatti resa necessaria la rimodulazione delle risorse in favore della misura per il ripristino del potenziale produttivo olivicolo, annunciata nella serata dell'8 gennaio scorso dalla ministra Teresa Bellanova, per venire incontro alle proposte delle organizzazioni agricole, e al momento attestata complessivamente a 210 milioni, a fronte di un budget complessivo di 300 milioni.
Nei 210 milioni trovano spazio i 100 milioni per gli interventi compensativi destinati alle aziende agricole, altri 15 milioni di compensazioni ai frantoi e 40 milioni per reimpianti e riconversioni con varietà di olivo resistenti. Ma occorre incrementare queste partite. Non solo: il piano dovrà essere veloce e sono necessari aggiustamenti procedurali. Nel frattempo, proprio dal mondo delle organizzazioni agricole, fioccano le indicazioni sul come modificare il decreto.
Confagricoltura, servono più risorse sulle aziende olivicole
Articolata la proposta di Confagricoltura: "Se vogliamo cogliere l'opportunità di risanare e rilanciare l'economia pugliese legata alla coltura dell'olivo, le risorse dovrebbero essere assegnate in via esclusiva alle imprese agricole". E' questo l'auspicio espresso in una nota dell'organizzazione ieri, dopo la presentazione della bozza di decreto ministeriale riguardante il Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia."Condividiamo l'approccio del ministro Bellanova - sottolinea il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - che ha deciso di orientare la sua proposta su indennizzi, investimenti e ricerca, fondamentale nel processo di innovazione delle imprese agricole che vogliono competere sui mercati internazionali".
Ad avviso di Confagricoltura, una valutazione più approfondita va fatta sulla ripartizione delle risorse che dovrebbe favorire prevalentemente il sostegno al reddito delle aziende agricole danneggiate e interventi compensativi per i frantoi, per i quali andrebbe rivista la procedura di calcolo del contributo concesso, ampliando il periodo di riferimento e compensando integralmente i mancati ricavi.
"Condividiamo il fatto che si favorisca la più ampia libertà di scelta dell'imprenditore sul tipo di investimenti che potrebbero essere rivolti non necessariamente a reimpianti di altri oliveti, secondo quanto prevede la Regione Puglia – rimarca il presidente di Confagricoltura regionale, Luca Lazzàro -. In ogni caso il plafond finanziario per i reimpianti e le riconversioni dovrebbero tenere conto della dotazione disponibile nel Programma di sviluppo rurale della Puglia".
Il ministro ha assicurato tempi celeri per la presentazione del testo in conferenza Stato-Regioni, che dovrebbe avvenire il 16 gennaio prossimo. "L'attuazione del Piano – afferma il presidente della Federazione di prodotto di Confagricoltura, Pantaleo Greco - è quanto mai urgente. Auspichiamo pertanto che la gestione venga affidata a un soggetto unico appositamente dedicato per accelerare i tempi".
Coldiretti e Copagri, meno soldi al distretto agroalimentare
Sul dove prendere le risorse per rimpolpare la misura destinata al rilancio delle aziende olivicole salentine si registrano le dichiarazioni di Coldiretti Lecce e Copagri Puglia."La posizione di Coldiretti rispetto alle risorse destinate al Distretto agroalimentare dello Jonio salentino è chiara – ha detto Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce -: risultano sproporzionate rispetto agli interventi diretti di cui sono destinatari gli operatori della filiera olivicola e olearia. Tra l'altro, senza i necessari provvedimenti ordinamentali regionali e nazionali, i reimpianti restano condizionati alle sole specie olivicole resistenti e così si vanificano progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari".
Copagri Puglia con una nota esprime "Perplessità sui 25 milioni destinati al Distretto agroalimentare dello Jonio salentino e per le risorse da destinare a informazione e comunicazione per le quali ci sarebbe la possibilità di beneficiare di un finanziamento della Ue nella misura del 50% al pari del monitoraggio e la diagnostica, secondo quanto previsto dal Piano nazionale fitosanitario".