La manovra - spiega la ministra – è "stato il primo banco di prova vero della nostra capacità di tenuta e sintesi". La legge di Bilancio - che è infatti ancora da limare in alcuni passaggi, non proprio minori - riflette il Documento programmatico di bilancio (Dpb). Per Teresa Bellanova - che della maggioranza di governo rappresenta il neonato partito renziano, Italia viva - le "priorità sono chiare: crescita e inclusione, qualità territoriale fisica e sociale".
La legge di Bilancio - avverte la ministra - "più equa" (quota 100 a parte, ritenuta "una misura inopportuna"). Una delle scelte più significative è la lotta all'illegalità, il rispetto dei diritti dei lavoratori agricoli, la lotta alla concorrenza sleale: e per esempio, al di là della manovra, il Tavolo interistituzionale sul caporalato - con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese - che si è insediato in questi giorni comincia a combattere su questo fronte: "L'obiettivo è sconfiggere il caporalato per liberare lavoratori e imprese. Rafforzare la rete del lavoro agricolo di qualità. Anche così l'agricoltura diviene un pezzo del futuro del paese".
Anche se in un contesto di risorse limitate, Teresa Bellanova ricorda di aver mantenuto "l'impegno di non aumentare le tasse agli agricoltori". E si mostra soddisfatta "dell'azzeramento dell'Irpef per chi vive di agricoltura", cosa "che significa quasi 200 milioni di euro che lasciamo alle imprese per investire. Non ci saranno aumenti sull'imposta di registro e le agevolazioni per il gasolio agricolo non subiranno tagli".
La sorpresa è che manca, almeno per ora, il bonus verde che era stato introdotto nel 2018. I tecnici del ministero sono al lavoro alla proroga che, sostanzialmente, è la detrazione Irpef del 36% per finanziare la cura dei giardini privati e condominiali ma anche la realizzazione di coperture e giardini pensili.
Alla legge di Bilancio seguirà però un disegno di legge collegato sull'agricoltura: obiettivo numero uno sarà semplificare la vita delle imprese dalla burocrazia e dalle "montagne di carte" che la rallentano; con ampio spazio alla valorizzazione del made in Italy. Ci dovrebbero poi essere anche una serie di misure per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e produttivo del paese. I punti essenziali dovrebbero essere la promozione delle buone pratiche agronomiche, il miglioramento della qualità delle produzioni, la valorizzazione delle diversità territoriali, il riequilibrio dei rapporti di filiera, il contenimento del consumo di suolo. Un'attenzione particolare - specie in chiave dazi Usa - sarà dedicata al potenziamento della difesa delle eccellenze italiane nella Politica agricola comune e al finanziamento della ricerca per puntare decisamente vero un'agricoltura sostenibile. Sostenibilità che dovrà avere effetti anche a livello sociale ed economico.
Tra i punti principali che integrano misure per l'agricoltura e la sostenibilità, in un'ottica di contrasto ai cambiamenti climatici, il potenziamento investimenti dedicati alle infrastrutture irrigue, la prevenzione del dissesto idrogeologico a partire dalle aree rurali, la ricerca sulle colture tradizionali e gli incentivi per l'agricoltura di precisione. Il governo poi potrebbe ricorrere a due strumenti, come il sostegno ai contratti di filiera e di distretto e la rapida attuazione della direttiva Ue contro le pratiche sleali nell'agroalimentare, da inserire in manovra e nel collegato agricolo per accompagnare lo sviluppo delle filiere e rafforzare i rapporti tra agricoltori, allevatori, trasformatori e distribuzione per puntare come scopo finale a garantire un percorso trasparente di formazione dei prezzi e di tracciabilità dei prodotti, offrendo dei benefici ai cittadini.