Nuovi stili di vita e la rivoluzione digitale stanno riscrivendo il modo in cui le famiglie italiane acquistano e consumano il cibo. Sono cambiamenti lenti, che però promettono di rivoluzionare il rapporto tra il consumatore e i prodotti che mette in tavola. Viviamo in un periodo di transizione che rappresenta una minaccia per molti operatori, ma anche una grande opportunità se si comprendono le dinamiche di trasformazione e si è in grado di cavalcarle.

Dall'evento Netcomm focus food, il convegno di Netcomm in collaborazione con TuttoFood che analizza il rapporto tra cibo e digitale, sono emersi alcuni elementi distintivi del mutato atteggiamento dei consumatori verso il cibo.
  • Il cibo è sempre più 'moda'. I programmi tv con al centro cucine e ristoranti proliferano, così come l'ossessione di molti utenti social di fotografare e condividere online i piatti.
  • Il consumatore è sempre più attento alla sostenibilità. Guarda come un cibo è prodotto, ma anche se il packaging è ecosostenibile, se ad esempio non contiene plastica o è fatto con carta riciclata.
  • La tracciabilità sta diventando sempre più importante. Il consumatore vuole sapere dove un cibo è stato prodotto e come è stato gestito.
  • Le persone sono consapevoli del legame tra salute e alimentazione e sono alla costante ricerca di superfood, diete e alimenti da bandire (come l'olio di palma).
  • Il cibo è sempre meno necessità e sempre più esperienza da vivere in famiglia. Se negli anni '80 cucinare era un inevitabile fardello, oggi è un momento da condividere. E se non ho voglia di cucinare...
  • c'è il food delivery. L'acquisto di piatti pronti consegnati direttamente a casa sta esplodendo e ha visto la nascita di nuovi operatori in pochi anni.

Accanto a queste tendenze ce n'è un'altra che riguarda la Gdo. I grandi supermercati sono sempre più in crisi e ad andare bene sono solo i discount, che rispondono ad una esigenza del consumatore a basso reddito di spendere poco, e gli store di fascia alta, che vendono prodotti di qualità e con essi una 'narrazione' intorno al cibo.

Data la peculiarità dell'agroalimentare italiano, fatto di prodotti di altissima qualità, per le imprese agricole andare a competere nel segmento dei discount non ha senso. Può rivelarsi invece una buona opportunità quella di raggiungere attraverso strumenti digitali direttamente il consumatore, anche estero, per offrire prodotti che siano in linea con le nuove esigenze sopra elencate.
 

E-commerce, una nicchia in crescita

"Anche nel 2018 il food & grocery online registrerà un trend positivo, raggiungendo il valore di 1,1 miliari di euro e crescendo del 34% rispetto allo scorso anno", spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm. "Nonostante l'interesse dei consumatori verso i servizi digitali di food & grocery, l'Italia sconta un ritardo rispetto all'Europa dove nel 2017 il food e-commerce ha raggiunto quasi 15 miliardi di dollari (+23,5%), e il food delivery vale 10,8 miliardi di dollari. Vi sono per il nostro paese ampi margini di crescita, che si dovranno per forza di cose giocare sul terreno dell'innovazione tecnologica lungo la filiera, sull'evoluzione strategica dei modelli di business, nonché sulle nuove frontiere del digital marketing e della logistica".

Insomma, a dispetto della Cina o della Gran Bretagna, dove l'acquisto di alimenti o piatti pronti online è un business che mangia una quota importante del settore, in Italia siamo ancora agli albori (il digital food ha un tasso di penetrazione degli acquisti online sul totale retail pari allo 0,8%). Un motivo in più per le tante aziende agricole e agroalimentari per dotarsi degli strumenti digitali per offrire al consumatore prodotti di qualità, tracciati e che magari offrano una esperienza.

Qualche esempio? Si stanno moltiplicando le aziende agricole che danno la possibilità di 'adottare' un albero da frutto, una vigna o un animale e di ricevere a casa i prodotti a fine stagione. Per chi adotta è possibile monitorare online lo stato di crescita dell'animale o di maturazione dei frutti e partecipare alla vita nell'azienda agricola (con esperienze tagliate su misura del visitatore). Si organizzano così feste per la vendemmia o per la raccolta della frutta, oppure laboratori dove si insegna a produrre insaccati.

Ma c'è anche chi spedisce a casa del consumatore delle scatole contenenti tutti gli ingredienti per preparare piatti particolari. Cucinare diventa allora l'occasione per tutta la famiglia di vivere una esperienza assieme, magari durante il weekend. Insieme alla food box c'è anche un video online che spiega la ricetta e magari una scheda che racconti le origini degli ingredienti o dell'azienda che li ha prodotti.

Su AgroNotizie abbiamo già scritto innumerevoli articoli sul tema della tracciabilità e dell'utilizzo della tecnologia blockchain per garantire l'affidabilità delle informazioni sull'origine di un prodotto alimentare. Sempre più consumatori oggi vogliono sapere da dove proviene ciò che mettono in tavola e l'implementazione volontaria di un sistema di tracciabilità può rappresentare per cooperative e grandi aziende uno strumento per accreditarsi verso il consumatore.

"Oggi ci troviamo al centro di una vera e propria digital food revolution che apre alle imprese e agli operatori italiani nuove prospettive, grazie a innovativi servizi che attraggono i nuovi consumatori digitali aperti alle esperienze", spiega Liscia. "Senza dimenticare la possibilità di promuovere i prodotti all'estero con iniziative di digital export, in paesi, come la Cina, che possono assorbire la nostra offerta e che sanno apprezzare la qualità del nostro food&beverage".