Già dai primi "assaggi" Fico raccoglie i consensi della stampa. Ora la prova del nove con l'apertura dei cancelli al pubblico, ed è subito ressa.

Ancora numeri in crescita per l'agroalimentare italiano, che resta tuttavia distaccato e di molto da altri paesi assai meno ricchi del nostro in quanto a eccellenze da portare in tavola.

Snellite le procedure per la riforma di medio termine della Pac, che così potrà prendere il via con il primo gennaio del 2018. Intanto la Corte europea conferma che l'antitrust non vale per l'agricoltura.

Attenti ai soldi della Pac, senza certificato antimafia rischiano di saltare. Lo prevede il decreto fiscale.

Multe in arrivo. Per gli olivicoltori che hanno reimpiantato gli ulivi e per gli allevatori che non hanno rispettato le quote latte.

Questi alcuni degli argomenti incontrati sulle pagine dei giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio nelle righe che seguono.
 

Fico col botto

E' ancora una volta Eataly World, il nome con il quale Fico si presenta sullo scenario internazionale, ad occupare le pagine dei giornali in edicola in questi giorni. Non poteva essere diversamente in vista dell'apertura del parco bolognese destinato all'agroalimentare. Che ancor prima della sua apertura ufficiale, il 15 novembre, si è già conquistato il titolo di "Louvre del cibo" o di "galleria d'arte del cibo".

Così lo hanno definito sulle pagine di “Italia Oggi” e su quelle di “QN” in edicola il 15 novembre. Tanto entusiasmo dei media (con qualche limitata eccezione) nasce dall'apertura anticipata dei cancelli di Fico ai rappresentanti della stampa, che dopo questo primo "assaggio" si sono detti soddisfatti.

E' il caso del “Corriere della Sera”, come pure de “Il Sole 24 Ore” o de “La Stampa”, per citarne solo alcuni, in edicola il 10 novembre.
Nella stessa data solo “Il Giornale” azzarda qualche nota critica, al dire il vero non molto convinta.

Si replica il 16 novembre, all'indomani dell'apertura ufficiale, con “Il Resto del Carlino” che commenta il boom di visitatori già nel primo giorno, mentre “Il Fatto” dedica una breve nota alla protesta di una quarantina di "collettivi" che hanno manifestato di fronte all'ingresso di Fico. A quanto pare il salone del cibo ha fatto centro, se attira anche i "contro"...
 

L'export tira, ma non troppo

Se a Fico si spera in una forte presenza di turisti stranieri, anche per promuovere il made in Italy all'estero, già oggi le esportazioni agroalimentari italiane continuano a macinare record.

Un recente report di Nomisma, l'istituto bolognese di ricerche economiche, evidenzia il sensibile aumento delle nostre esportazioni che hanno portato a 40 miliardi di euro il valore del nostro agroalimentare sui mercati stranieri.
I dettagli sono presi in esame il 14 novembre dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”, che pone l'accento sul 6% di aumento dell'export alimentare nel 2017.

Risultato importante, anche se ulteriori spazi di crescita sono possibili. A questo proposito “Italia Oggi” del 15 novembre nel commentare i dati di Nomisma, ricorda che nonostante le tante eccellenze italiane, restiamo al nono posto nel mondo.
Fra i prodotti che trovano migliore accoglienza sui mercati internazionali, evidenzia “QN” del 13 novembre, ci sono i nostri formaggi, le cui esportazioni valgono circa 15 miliardi di euro.


Qualche "sofferenza"

Sul fronte interno si lamentano alcune criticità, come nel caso degli agrumi, il cui prezzo è in ribasso come riporta una breve nota de “Il Sole 24 Ore” del 14 novembre.

Situazione difficile per le noci, spiega “L'Adige” del 10 novembre, ma in questo caso la colpa non è del mercato, ma delle gelate primaverili che hanno decimato la produzione.

Situazione analoga per il miele, si legge su “Italia Oggi” del 15 novembre, che deve fare i conti con un sensibile calo della produzione, scesa del 70% rispetto al 2015.

Occorre poi tener conto della svalutazione dei terreni che stando alle valutazioni riportate da “Avvenire” del 12 novembre, hanno portato le quotazioni medie a meno di 20mila euro per ettaro.


Nuova Pac

Intanto a Bruxelles si discute della riforma di medio termine della Pac e “Italia Oggi” del 14 novembre spiega che questo "pacchetto" è stato sganciato dal regolamento "Omnibus" (una sorta del mille-proroghe italiano) per consentirne l'entrata in vigore con l'inizio del prossimo anno.

Ancora du “Italia Oggi”, del 15 novembre in questo caso, si parla dell'importante sentenza della Corte di giustizia europea che ha sancito la legittimità delle Op (Organizzazioni dei produttori) e delle loro associazioni nel programmare le produzioni.


Attenti al "certificato"

Spostando l'attenzione entro i confini nazionali, “Il Sole 24 Ore” dell'11 novembre segnala l'avvio del piano di sostegno all'olio di oliva che sarà presentato entro fine mese al Mipaaf, nell'ambito del bando dedicato ai contratti di filiera, con l'obiettivo di utilizzare tutti i 50 milioni di euro messi a disposizione.

In Veneto si allarga l'area a disposizione per la coltivazione del radicchio rosso di Treviso, che ora può disporre di 500 ettari in più, come si apprende il 15 novembre dal “Gazzettino”.

C'è infine una nuova norma che fa molto discutere e riguarda l'impossibilità di accedere ai fondi comunitari in assenza di un certificato antimafia. Se ne parla il 16 novembre su “Italia Oggi”, per ricordare che l'obbligo non scatta per i premi inferiori ai 5mila euro.
 

Agrofarmaci e dintorni

Sul fronte fitosanitario continua a tenere banco il tira e molla sul glifosate, argomento affrontato il 10 novembre dal “Giornale di Brescia” e dal “Manifesto”, che commenta la posizione di Francia e Italia contro l'impiego del diserbante.

Intanto i sostenitori del no al glifosate aggiungono un punto a loro vantaggio sostenendo su “QN” del 12 novembre che questo diserbante sarebbe all'origine di alcune intolleranze alimentari.

A dar man forte al fronte del no arriva il libro che ha come autore il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, dalle cui pagine afferma che entro il 2025 sarà azzerato l'uso di agrofarmaci. Lo scrive “La Stampa” del 12 novembre che ospita una recensione della fatica letteraria del ministro.
 

Xylella, ancora lei

Non poteva mancare la Xylella, da mesi sulle pagine dei giornali per i danni che provoca agli uliveti pugliesi.
Questa volta tuttavia non si parla del patogeno, ma dei problemi che si registrano nella stesura delle pratiche per i sostegni agli olivicoltori.

Stando alle anticipazioni del “Quotidiano di Puglia” del 10 novembre, 11 milioni di euro sarebbero bloccati a causa degli errori commessi da ben 72 comuni nella presentazione delle documentazioni.
 

Multe in arrivo

La Xylella non è nemmeno responsabile, se non indirettamente, delle multe che stanno fioccando per chi ha già reimpiantato gli ulivi senza attendere i necessari nulla osta, come si apprende l'11 novembre dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”.

A proposito di multe, sta proseguendo l'invio delle multe agli allevatori che negli anni passati non hanno rispettato i vincoli delle quote latte e le sanzioni, scrive la “Tribuna di Treviso” del 10 novembre, in qualche caso superano il milione di euro.

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