Alan Matthews, professore emerito di Politica agricola europea nel dipartimento di Economia del Trinity College di Dublino, già presidente dell'Associazione europea degli economisti agricoli, e fra i più esperti della materia a livello internazionale, è critico verso il discorso che ha tenuto il presidente francese Emmanuel Macron alla Sorbona di Parigi sul futuro dell'agricoltura europea.

"In generale, questi commenti riflettono temi piuttosto che politiche (ad eccezione della proposta specifica per una forza europea di indagine e di controllo sulle questioni relative alla sicurezza alimentare) - ha commentato Matthews sul blog, del quale è uno dei fondatori e fra i principali promotori -. Poiché sono temi, rappresentano gli spunti intorno a cui potrebbe essere organizzato un dibattito sulle politiche, ma sono di per sé prive di contenuti politici".

Sono quattro i temi posti sotto la lente dell'illustre economista agrario.
Il primo: la riforma della Pac. Dobbiamo essere disposti a discutere (e riformare) la Pac, ha dichiarato Macron. "Il riferimento ai tabù di rottura suggerisce che le precedenti posizioni francesi sulla Pac potrebbero essere riesaminate - ha sostenuto Matthews -. Tuttavia, non vengono forniti esempi specifici in cui la revisione della posizione francese potrebbe essere giustificata. Quindi si tratta di una dichiarazione retorica piuttosto che una indicazione alla politica. In particolare, tenuto conto dell'attuale dibattito sul futuro delle finanze dell'Unione europea, non si parla di questioni di bilancio e di finanziamento nel discorso".

Il presidente della Repubblica francese sottolinea due obiettivi prioritari per la Pac: la gestione dei rischi (soprattutto dalla volatilità dei prezzi importati) e la promozione di una transizione verso una produzione agricola più sostenibile. "Ancora una volta - ha detto Matthews - la discussione su questi temi rimane a un livello retorico e il discorso avrebbe potuto essere innalzato da un tono elettorale a uno più idoneo a interloquire con gruppi di agricoltori. Dobbiamo ricordare che il Governo di Macron ha lanciato un'iniziativa di dialogo tra cittadini in Francia, gli Stati generali dell'alimentazione, che porterà a individuare la posizione francese su questi temi".

Terzo punto: una maggiore flessibilità per determinare la politica agricola dovrebbe essere data a singoli Stati membri e alle regioni. Ciò avviene, ricorda il professore emerito del Trinity College, nel contesto della critica dell'eccessiva burocrazia della Pac e della complessità di regimi difficili da spiegare agli agricoltori.
"Nella misura in cui la futura Pac dovrebbe focalizzarsi maggiormente su come incentivare i cambiamenti nel modo in cui gli agricoltori producono e gestiscono la loro terra, ciò ha molto senso - ha scritto Matthews -. Le sfide della gestione ambientale sono specifiche per ogni territorio e non possono essere correttamente affrontate attraverso prescrizioni generali e uniformi. Tuttavia, la sfida è gestire la flessibilità, garantendo allo stesso tempo che gli Stati membri non abusino della flessibilità come scusa per non fare nulla".

Infine, il ruolo degli esperti nel decidere la regolamentazione alimentare, altro aspetto toccato da Macron. "Possiamo ancora definire questa esternazione come un tema anziché una politica - ha valutato Matthews - anche se c'è nelle parole del presidente francese una proposta concreta nel discorso per definire maggiori finanziamenti per la ricerca a sostegno delle norme alimentari. Si tratta chiaramente di un problema importante e il presidente Macron giustamente si concentra, toccando i temi della recente cronaca che ha animato l'Europa, come il glifosate e i neonicotinoidi, la biotecnologia e altre questioni regolamentari".

E così, ha concluso il professore, "da un lato raccomanda di ascoltare la scienza anziché chi antepone questioni politiche, mettendo tuttavia in guardia sul rischio che i dibattiti possano essere indebitamente influenzati da interessi commerciali, richiedendo una maggiore trasparenza nel processo decisionale".