E' un rompicapo. A Bruxelles prima discutono se rendere obbligatoria l'indicazione della provenienza sulle etichette dei prodotti agroalimentari, poi propongono di togliere la data di scadenza da caffè e formaggi, pasta e riso e altro ancora. Una “confusione” della quale si sono fatti interpreti molti quotidiani in edicola in questi giorni, a iniziare dal “Corriere della Sera” del 19 maggio e poi da “Avvenire” del giorno seguente. E ancor prima, il 17 maggio, sulle pagine de “Il Sole 24 Ore” si discuteva delle etichette “minacciose” che si vorrebbero apporre sui cibi responsabili di favorire l'obesità. In questo caso si mette avanti la salute del consumatore (salvo confondere poi cibi buoni e cattivi, come accaduto con i “semafori” inglesi) e nell'altro la stessa salute viene dopo la lotta allo spreco. Perché la cancellazione della scadenza è giustificata, come spiega “L'Unità” del 20 maggio, dalla necessità di ridurre sprechi e distorsioni sociali. Sarà, ma per “Libero” si tratta solo di un'altro “regalo” alla Germania e alle lobby delle industrie agroalimentari. Come pure fa discutere, e se ne parla il 20 maggio” su “Il Foglio”, la richiesta di alcune organizzazioni dei consumatori che hanno preso di mira i cibi ritenuti dannosi. Tutto bene quando si discute di qualità del cibo e di etichette. Purché alla fine non ci si dimentichi di ciò che più interessa ai produttori agricoli italiani, e cioè l'indicazione della provenienza. Sulla difesa del made in Italy non si intende comunque abbassare la guardia, come spiega il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, dalle colonne de “Il Sole 24 Ore” del 18 maggio. Sul made in Italy le posizioni però non sono sempre convergenti e Paolo Barilla, vicepresidente dell'omonimo gruppo, nel rilasciare un'intervista a “Il Sole 24 Ore” del 22 maggio spiega le strategie della sua azienda, ma garantisce però che dalla sua pasta la scadenza non sparirà mai.

L'agricoltura che cambia
Intanto l'agricoltura italiana, a dispetto della crisi, fa registrare segnali positivi. Lo afferma “La Stampa” del 18 maggio commentando i buoni risultati della bilancia commerciale del settore e la voglia di investimenti che sembra non aver abbandonato chi lavora sui campi. Una tendenza confermata da “Il Sole 24 Ore” del 17 maggio che spiegando la prossima partenza del progetto “Campolibero”, racconta come negli ultimi tre anni siano sorte 117.000 nuove realtà agroalimentari guidate da giovani. Un'analisi di come stia cambiando l'agricoltura e del passaggio generazionale in atto la si può leggere su “Nova”, il dorso dedicato all'innovazione scientifica de Il Sole 24 Ore del 21 maggio. L'attenzione dei giovani verso l'agricoltura si traduce poi in un boom di iscrizioni alle facoltà di Agraria, come scrive la “Voce di Mantova” del 19 maggio. E fa piacere apprendere il 17 maggio dal “Giornale di Brescia” che una ricerca del Censis dimostra come l'agricoltura sia considerata un settore strategico da una larga parte degli italiani. Ma c'è anche qualche ombra. La mette in evidenza “Avvenire” del 18 maggio spiegando che i consumi di prodotti alimentari sono calati di molto e la dieta mediterranea è solo un ricordo.

Attenzione all'ambiente
L'importanza dell'agricoltura non si ferma all'economia, ma coinvolge anche l'ambiente. Lo dimostra l'iniziativa raccontata da “Il Secolo XIX” del 19 maggio con il progetto di impiantare un uliveto per risolvere i problemi lasciati da una discarica in provincia di La Spezia. Un'importante protezione dell'ambiente viene poi dagli alpeggi, tanto che “La Stampa” del 18 maggio suggerisce di tutelare chi coltiva e utilizza i pascoli di montagna per il proprio bestiame. Ancora lo stesso giorno da “La Stampa” arriva l'appello per evitare che i soldi della Pac possano andare a chi specula sulla terra piuttosto che coltivarla. Su questo tema c'è da registrare l'intervento del ministro per le Politiche agricole che dalle pagine di “Repubblica” del 16 maggio risponde a Slow Food che pure aveva sollevato il problema dell'utilizzo dei sostegni comunitari. A Milano nel frattempo va in scena il maxi-raduno organizzato da Coldiretti per denunciare burocrazia e norme europee contraddittorie. Se ne parla su “Il Sole 24 Ore” del 22 maggio e nello stesso giorno, con toni infiammati dalle imminenti elezioni europee, sulle pagine de “La Padania”.

Largo all'innovazione
C'è spazio per ricordare alcune novità e curiosità in campo tecnologico. L'occasione è data dalla consegna degli “Oscar Green” dei quali si parla su “Il Giorno” del 19 maggio descrivendo le innovazioni messe a punto in alcune imprese agroalimentari, dove smartphone, pannelli solari e nuove tecnologie stanno cambiando la fisionomia della produzione. L'interesse per l'innovazione in campo agricolo interessa anche multinazionali come Toshiba, che secondo “Italia Oggi” del 21 maggio starebbe progettando impianti hi-tech per produrre insalate. Nello stesso giorno si parla di “fattorie verticali” su “Nova” con un articolo dedicato alle tecnologie che consentono di abbattere i consumi e produrre in situazioni difficili. Passiamo alle colture tradizionali con l'annuncio del prossimo congresso mondiale del pomodoro che torna dopo molti anni in Italia. L'appuntamento è a Sirmione per il prossimo giugno e i dettagli si possono leggere su “Repubblica” del 19 maggio. Un appuntamento la cui importanza è ben evidenziata da “Il Sole 24 Ore” del 17 maggio, quando ricorda che questo settore vale circa 1,5 miliardi di euro.

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