Un conto è immaginare, un altro è misurare. "Nomisma" è un osservatorio di fenomeni economici ed è riconosciuto come uno dei principali istituti privati di ricerca economica a livello nazionale ed europeo. Nel greco antico la parola “nomisma” indica infatti il valore reale delle cose. Il Consorzio dell'Aceto Balsamico di Modena Igp ha commissionato a Nomisma un'indagine sulla percezione e la conoscenza del proprio marchio sia in Italia sia all'estero. Oltre a quelli del Belpaese sono state quindi "sezionati" anche i consumatori francesi, spagnoli, tedeschi e greci. L'indagine è stata svolta tramite un questionario "somministrato", per usare un termine tecnico, per via telefonica ai responsabili "di famiglia" per gli acquisti alimentari. Per ogni Paese sono stati intervistati circa 500 soggetti, per cui i campione risulta statisticamente significativo.
Circa la percezione del termine "balsamico" vi sono pochi dubbi: la parola "balsamico" viene ricondotta all'aceto dalla quasi totalità di Italiani, Tedeschi e Greci, con più del 90% di risposte positive. Un po' meno immediati appaiono i collegamenti fra i due termini per Francesi (78%) e Spagnoli (67%). Una dimostrazione inequivocabile che il concetto composito di "Aceto Balsamico" non può e non potrà mai essere considerato "generico".
Circa l'entità degli acquisti, negli ultimi sei mesi ha acquistato almeno una volta "Aceto Balsamico" il 58% dei Francesi, il 57% dei Greci, il 47% degli Italiani e solo il 28% dei Tedeschi. Dimostrazione che il gusto per il prodotto è superiore all'estero anche rispetto all'Italia stessa, in cui l'aceto balsamico è nato. Solo i Tedeschi sembrano poco inclini all'acquisto frequente, pur conoscendo il prodotto e utilizzandolo talvolta. Per quanto riguarda il luogo dove l'aceto balsamico sarebbe stato comprato, la Gdo gioca la parte del leone, con circa il 60% delle vendite complessive in Germania e addirittura oltre il 90% in Spagna e Grecia.
Passando dall'acquisto al consumo, dichiara di utilizzare il prodotto con frequenza almeno settimanale il 53% degli Spagnoli, il 44% degli Italiani e dei Francesi, mentre i Greci sono di poco sotto con un 39% comunque apprezzabile. L'Aceto Balsamico è cioè un condimento che si trova spesso e volentieri sulle tavole dei Paesi oggetto di studio, anche se buona parte del consumo (circa 60%) sembra ricadere prevalentemente fuori casa, mettendo in evidenza come il canale ristorantizio sia quanto mai interessante come canale di consumo.
Il primo discrimine importante emerge all'analisi dei criteri di scelta da parte degli acquirenti. L'origine italiana è valorizzata solo dal 45% degli Italiani, ma all'estero va anche peggio: al luogo d'origine è attento solo il 30% dei Tedeschi, il 13% dei Francesi e addirittura solo il 9 e il 6% rispettivamente degli Spagnoli e dei Greci, ai quali evidentemente il nome "Modena" non pare evocare più di tanto. Verso la marca conosciuta invece vi è più attenzione: soprattutto i Francesi guardano alla marca per il 34% delle volte, contro un 30% degli Italiani, un 22-23% dei Greci e degli Spagnoli. Poco attenti alla marca i tedeschi, con solo il 14%. Per i teutonici quindi l'origine conta più del marchio in sé. Gli Italiani si confermano i più spendaccioni, visto che solo l'11% degli intervistati ha detto di dare importanza al prezzo, contro il 26% dei Tedeschi, il 23% dei Greci e dei Francesi e il 19% degli Spagnoli.
Luci e ombre infine sul concetto di origine e territorio. Mentre il 93% dei Tedeschi collega l'aceto balsamico alla città di Modena, addirittura di più dello scandaloso 71% degli Italiani, Francesi, Spagnoli e Greci si attestano più o meno intorno a un deludente 40% di media.
L'Italia si riscatta parzialmente quando si parla dell'importanza del legame fra aceto balsamico e zona di produzione. Il 90% degli Italiani lo considera importante, contro un 64% dei Tedeschi, che comunque si riconfermano attenti alle origini dei prodotti che consumano. Più giù, al 56% si trovano i Francesi e scendono al 43 e 36% rispettivamente Spagnoli e Greci. Non è quindi per caso che le pressioni più elevate per poter produrre da sé "aceto balsamico" generico venga proprio da questi due Paesi.
Coerenti ai dati precedenti risultano le risposte alla domanda: "Lei verifica l'origine al momento dell'acquisto?". Il 53% dei Tedeschi si dimostra attento, contro il 44% dei Francesi e solo il 28 e 25% degli Spagnoli e dei Greci, puntualmente fanalino di coda della classifica. Stranamente, in questa casistica non compaiono gli Italiani. Resta quindi l'amletico dubbio sul reale livello di attenzione dei nostri compatrioti verso le etichette al momento dell'acquisto.
Circa il luogo d'imbottigliamento l'Italia però si "riscatta", dichiarando che anche questo passaggio industriale lo preferisce nel luogo d'origine per un buon 90%. Ben pochi hanno da lamentarsi invece all'estero se l'aceto balsamico viene imbottigliato nel loro Paese. Se ne lava le mani del tema il 73% dei Tedeschi, il 78% dei Francesi, l'81% dei Greci e addirittura il 93% degli Spagnoli, per i quali evidentemente l'aceto balsamico può essere confezionato benissimo anche in Spagna.
In conclusione, il mercato europeo più fedele al "balsamico" modenese pare quello tedesco. Dall'attento al neutrale sembra essere il consumatore francese, mentre scandalosamente distaccati dal legame tra origine e prodotto appaiono Greci e Spagnoli. In effetti, le querelle giudiziarie a livello comunitario vi sono proprio con questi due Paesi, ai quali ben poco pare calare della cultura centenaria modenese che viene imbottigliata con sapienza insieme al prodotto in sé.

 

Approfondimenti (1): finalità del convegno e panoramica sulle problematiche internazionali legate alle falsificazioni. Per approfondire il tema clicca qui.

 

Approfondimenti (2): una tavola rotonda ha concluso il convegno sezionando i diversi aspetti normativi che rappresentano un vero campo di battaglia in difesa dalle falsificazioni. Per approfondire il tema clicca qui.