“L’agricoltura italiana può uscire da questa fase di criticità imboccando la strada della qualità e della sicurezza e affrontando il problema della contraffazione degli agrofarmaci, fenomeno che mette a repentaglio la reputazione dell’intera filiera agricola”. Lo ha detto Luigi Radaelli, amministratore delegato di Syngenta CropProtection introducendo il convegno ‘Difendersi dalla contraffazione degli agrofarmaci’ svoltosi ad Agripiazza, Salone dei Mezzi tecnici per l’agricoltura a Fieragricola (Verona). Il dibattito su un fenomeno malavitoso in costante crescita ha riunito intorno allo stesso tavolo mondo dell’industria, autorità di controllo, produttori e distributori di mezzi tecnici per fare il punto e individuare strategie di difesa.
“L’entità del danno economico – ha detto Marco Rosso di Agrofarma – connesso ai fenomeni della contraffazione supera i 10 milioni di euro, pari all’1,5% dell’intero mercato. Purtroppo si tratta di un fenomeno in costante crescita, soprattutto per quanto riguarda le contraffazioni e le importazioni illegali”.
Il maresciallo Michele Franco e il maresciallo Luca Bettarini dei Nas (Nuclei antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri) del Comando di Padova hanno sottolineato l’incremento dei furti, che superano i casi di contraffazione. “Per arginare il problema - hanno sottolineato – l’imput deve arrivare prima di tutto dalle aziende produttrici e dal mondo della distribuzione. Mentre, sul fronte normativo, un aiuto concreto può arrivare dall’applicazione delle stesse norme che regolano i farmaci per uso umano attraverso la creazione di banche dati che consentano di risalire immediatamente all’identificazione del prodotto e della sua provenienza.”. A questo proposito Radaelli ha sottolineato come “Syngenta ha introdotto dal 2005 la rintracciabilità di lotto” e che attualmente sta lavorando per introdurre il codice a barre, come ulteriore strumento di lotta al problema.
Giacomo Gagliano, Ispettorato centrale repressione frodi del Mipaf, ha spiegato “che il problema è sotto la lente d’ingrandimento del ministero da qualche anno, attraverso una serie di controlli che vanno dall’accertamento dei contenuti dei principi attivi nei prodotti immessi in commercio, alla verifica della correttezza dell’etichetta, fino all’accertamento della corrispondenza dei principi attivi indicati in etichetta.
Il fenomeno della contraffazione non è presente su larga scala, ma è circoscritto a piccole zone in corrispondenza di determinate colture e areali di produzione. E, soprattutto, è rivolto a formulati molto costosi. Ecco perché è essenziale la collaborazione delle aziende produttrici: il prodotto contraffatto infatti non viene esposto sul banco, ma tenuto in magazzino, con la connivenza di qualche distributore che, come accade in tute le buone famiglie, esce dal seminato”. Per Michele Messina,dell’Ania, Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, un ruolo chiave spetta alla prevenzione prima che il prodotto arrivi sul banco. Purtroppo il problema è stato sottovalutato e affrontato in modo disordinato e scomposto. Sono necessarie adeguate misure di prevenzione da parte delle aziende produttrici, dei rivenditori e degli utilizzatori”. Messina ha poi confermato che sono in crescita le coperture assicurative sui furti. “Occorre più sensibilizzazione ha concluso - e occorrono dati statistici chiari e completi”. All’incontro era presente anche Adriano Facchini di Assocap, che ha sollevato il problema dei prodotti generici di bassa qualità “che arrecano un danno di cento volte superiore perché rovinano l’insegna distributiva”. Pietro Ceserani, presidente Compag (Federazione nazionale commercianti prodotti per l’agricoltura) ha ricordato che “Compag è stata la prima organizzazione commerciale a sollevare la piaga dei furti: per primi abbiamo scritto ai Nas, dieci anni fa, ma fino ad oggi non ci sono stati segnali di attenzione. Noi chiediamo che sia tracciato il passaggio dall’industria al rivenditore e ringraziamo Syngenta perché ci ha fornito l’occasione di affrontare il problema.
Per Gianni Errani, presidente Terremerse, “la qualità sicura è un elemento fondamentale di vantaggio competitivo, ma noi dobiamo lavorare anche sulla qualità percepibile, che deve essere resa esplicita al consumatore. Di fronte al problema della contraffazione, un fenomeno che ‘droga’ il mercato, chiediamo alle società di aiutarci a isolare chi non sta nelle regole. Occorre un progetto di filiera contrattata con anelli di congiunzione che consentano i controlli e la trasparenza. Cristina Marchetti e Tracey Day di Syngenta CropProtection hanno presentato l'Ologramma, uno degli strumenti su cui Syngenta investe nella lotta alla contraffazione.
L’Ologramma Syngenta viene considerato estremamente sicuro e viene applicato direttamente sull’Etichetta e non può essere rimosso senza essere distrutto. Questo permette all’utilizzatore e alle autorità di controllo di riconoscere in maniera un agrofarmaco “Syngenta al 100%”, che quindi è stato approvato dal Ministero della Salute e prodotto secondo i più rigorosi standard qualitativi per gli aspetti tecnici e ambientali. La nuova etichetta con Ologramma verrà lanciata in Italia nella primavera del 2006, applicata ai prodotti “Vertimec” e “Score”.
Parallelamente all’introduzione dell’Ologramma, Syngenta sta portando avanti una serie di attività volte ad arginare il fenomeno della contraffazione, che vanno dalla campagna di comunicazione rivolta agli utilizzatori finali, alla collaborazione sul territorio con le autorità di controllo e con altri operatori del settore.

Per informazioni: www.syngenta.it