La filiera dell'agroalimentare resta la più importante dell'Emilia Romagna. A dirlo sono i numeri del Rapporto Agroalimentare 2023 presentato lunedì 1° luglio a Bologna. Quest'anno la Regione Emilia Romagna ha fatturato 5,3 miliardi di euro nell'ambito della produzione agricola, ci sono state delle perdite rispetto al 2022 ma spiccano i risultati in crescita dell'export, con un valore di oltre 9.700 milioni di euro e dei prodotti Dop e Igp con un fatturato di oltre 3,6 miliardi.

 

Il calo delle produzioni è dovuto principalmente al meteo poco clemente del 2023, caratterizzato per gran parte dell'anno da siccità, gelate tardive, trombe d'aria e soprattutto l'alluvione che ha compromesso molte colture.

 

Ecco, quindi, nel dettaglio alcuni passi fondamentali del Rapporto Agroalimentare 2023, che ogni anno analizza tutto il comparto ponendosi come riferimento per le scelte degli operatori, per le politiche e gli interventi di promozione e di sostegno del settore. L'analisi è stata realizzata in collaborazione tra la Regione (assessorato Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca) e Unioncamere Emilia Romagna, con il contributo di Art-Er.


Alla giornata sono intervenuti Alessio Mammi, assessore regionale all'Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca, Giuseppe Molinari, presidente della Camera di Commercio di Modena e Guido Caselli di Unioncamere Emilia Romagna.


I numeri del report

Nel rapporto viene fatto un confronto con l'anno precedente, il 2022, riguardo l'andamento produttivo e di mercato dell'agricoltura, quindi relativa ricaduta sui redditi delle aziende agricole, evoluzione dell'occupazione agricola, risultati dell'industria alimentare, dinamiche del settore della distribuzione, evoluzione dei consumi alimentari ed export.

 

Se l'agroalimentare italiano vale il 3,8% (valore aggiunto) del Pil nazionale, in Emilia Romagna la quota sale al 5,4%, con Parma che sfiora il 10% e Forlì Cesena, Ravenna e Ferrara che superano il 7,5%. Si tratta quindi di un comparto altamente rilevante per l'economia regionale, caratterizzato nel 2023 da più di 62mila imprese e 148mila addetti.

 

Rispetto al 2022 c'è stata una diminuzione del valore aggiunto nazionale riguardo il settore agroalimentare pari a -2,2% e si prevede una ulteriore diminuzione dello 0,3% nel 2024. Una delle aree che ha sofferto di più è stata proprio l'Emilia Romagna, insieme alla Toscana, principalmente per i problemi dovuti all'alluvione.

 

I comuni dell'alluvione hanno perso più del doppio della loro ricchezza: il 40% degli addetti dell'agricoltura della Regione Emilia Romagna lavora nei comuni colpiti dall'alluvione e questi dal 2022 al 2023 hanno perso il 6,4% del valore aggiunto per il settore agricolo, mentre i non alluvionati hanno perso il 3,1%.

 

I dati meno confortanti riguardano la produzione agricola, in calo rispetto all'anno precedente. Il valore della produzione agricola regionale nel 2023 è risultato pari a 5,3 miliardi di euro registrando un calo su base annua di oltre 500 milioni di euro. Nel dettaglio si è vista una flessione dei cereali, il calo delle produzioni frutticole e un calo della zootecnia soprattutto in ambito avicunicolo. Ad incidere negativamente sia i fattori meteo climatici come l'alluvione e le gelate che, soprattutto per quanto riguarda il calo dei prezzi di cereali, soia e girasole, l'allentarsi delle tensioni di mercato legate al conflitto ucraino.

 

I dati positivi dell'export

Le esportazioni dell'Emilia Romagna di prodotti agroalimentari hanno superato i 9.700 milioni di euro, che equivalgono al 15,7% di quanto venduto all'estero dall'Italia; ciò vuol dire che ogni mille euro commercializzati a livello mondiale di prodotti agroalimentari, 5,2 euro sono relativi a prodotti "made in Emilia-Romagna".

 

Comunque, rispetto all'anno precedente (2022) c'è stata una diminuzione dell'export dell'agroalimentare emiliano romagnolo del 2,3%. Sembra che la Regione esporta meno ma beni di pregio e quindi più costosi. Non a caso il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano sono i primi prodotti nella classifica delle esportazioni del settore, con 626 milioni di euro, valore in crescita del 9%, al secondo posto le paste alimentari e al terzo l'export dei prosciuttifici e salumifici. La Germania è il principale mercato di destinazione ed assorbe quasi il 16% dell'export regionale di prodotti agroalimentari, seguono Francia e Stati Uniti.

 

I dati positivi delle produzioni certificate Dop e Igp

Tra i tanti numeri risalta quello delle produzioni Dop e Igp, le produzioni certificate espressione della varietà del patrimonio agroalimentare della Regione e tra i primi driver per le scelte del consumatore.

 

"L'Emilia Romagna è davvero la food valley d'Italia", afferma Mammi di ritorno dal Fancy Food tenutosi a New York. "Ci tengo a confermarlo perché per quantità e qualità delle nostre produzioni abbiamo il più alto numero di prodotti Igp, elemento caratterizzante e decisivo dell'Emilia Romagna. Significa sicurezza, autenticità, storia, distintività, perché qui il cibo e il vino non sono solo elementi di sopravvivenza ma elementi importanti a livello sociale e culturale. Il 40% dei prodotti Dop e Igp d'Italia sono prodotti qui".

 

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Alessio Mammi, assessore della Regione Emilia Romagna all'Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca, durante la presentazione del Rapporto Agroalimentare 2023

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

 

Ai prodotti Dop e Igp è stato attribuito un valore alla produzione di quasi 4 miliardi di euro, tra prodotti alimentari (3,5 miliardi) e vini (455 milioni) risultato a cui contribuiscono, in particolare Parmigiano Reggiano Dop (circa metà del valore regionale), Prosciutto di Parma Dop e Aceto Balsamico di Modena Igp. Tra le novità del 2023 c'è la registrazione del vino Pignoletto prodotto nelle province di Bologna, Modena e Ravenna, il cui ingresso ha portato le denominazioni regionali a quota 74 (44 del comparto alimentare e 30 di quello vitivinicolo).

 

Prospettive future

Alessio Mammi e Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, si sono espressi riguardo l'esigenza di affrontare le future sfide del settore agroalimentare, come i cambiamenti climatici e il tema della sostenibilità, ma anche le nuove scelte dei consumatori, l'evoluzione dei mercati e la capacità di combinare la qualità con tecnologie digitali avanzate: "Per affrontare tutto questo la Regione si pone al fianco dell'intero comparto, per consolidare e far crescere il posizionamento sui mercati, valorizzare i prodotti a qualità regolamentata e rafforzare un'agricoltura che sempre più deve tenere assieme sostegno al reddito delle imprese e sostenibilità".

  
Nonostante il 2023 sia stato un anno fortemente segnato dall'alluvione, l'Emilia Romagna in questo rapporto mette in evidenza le sue capacità, spiega Giuseppe Molinari: "La capacità di innovare, coltivare le competenze per comprendere i cambiamenti di clienti in ogni parte del mondo, gestire le nuove catene del valore nell'approvvigionamento e nella distribuzione. Il valore dell'agroalimentare è il frutto di questa determinazione, di imprese che per prime vivono gli effetti dei cambiamenti climatici e che devono poter essere sempre nelle condizioni di trasformare ogni giorno il loro lavoro in eccellenze uniche, sicurezza e qualità"

 

Per maggiori informazioni sul Rapporto Agroalimentare 2023 dell'Emialia Romagna visita la pagina dedicata della Regione.