Parliamo di grano duro mentre aspettiamo la prima quotazione della Borsa di Bologna (oggi - 4 luglio 2024 - ore 16.30).

 

Argomento spinoso soprattutto per i produttori meridionali che per effetto della siccità vedono produzioni basse anzi, purtroppo spesso, bassissime. A scapito di inopportuni ottimismi diciamo subito che il mercato non promette bene, questo sebbene in Italia le produzioni siano viste in drammatico ribasso.

L'Italia in genere produce sui 3,8-4 milioni di tonnellate: nelle più pessimistiche previsioni in questo 2024 si dovrebbe avvicinare a 3 milioni di tonnellate totali.

La qualità come ci conferma Valerio Filetti, presidente della Borsa Cerealicola della Cciaa di Bologna, appare fortunatamente buona sia a Sud sia a Nord, dove le raccolte delle ultime settimane sono state caratterizzate dalle piogge.

 

A fronte della bassa produzione italiana nel bacino del Mediterraneo, le cose sembra stiano invece andando decisamente meglio: quest'anno c'è prodotto e di qualità in Spagna, Grecia e soprattutto in Turchia.

 

L'incognita sui mercati mondiali è data però dal Canada e dagli Usa. Qui si prevedono raccolti molto elevati: attenzione però i dati più o meno reali si avranno solo a fine agosto e le variabili sono ancora tante; anche perché i canadesi e gli americani con il mercato ci sanno giocare e non vorranno certo causare delle débâcle improvvise a sfavore di tutti.

Soluzioni? Alla temuta volatilità dei mercati del grano duro i produttori italiani possono anteporre unicamente solo ferree organizzazioni di filiera, ovvero accordi con l'industria che siano sostenuti da forti campagne di marketing a favore del made in Italy. Valorizzare il prodotto italiano è sempre la strada maestra.