Le sfide che l'agricoltura ha davanti le conosciamo bene: aumento della popolazione mondiale, perdita di biodiversità, inquinamento, cambiamenti climatici, difficoltà economiche delle imprese, instabilità geopolitica e molto altro ancora. Le prospettive possono apparire a tinte fosche, ma innovando il modo con cui si produce il cibo la partita può essere vinta, arrivando ad una sostenibilità prima di tutto economica per l'azienda agricola, ma anche ambientale e sociale per i territori.

 

In agricoltura innovare significa molte cose, tra cui cambiare il modo con cui si gestisce il suolo. I terreni agricoli sono infatti il grande patrimonio delle nostre aziende, ma negli ultimi settant'anni hanno perso di vitalità e di vigore. L'agricoltura rigenerativa ha proprio come obiettivo quello di ristabilire la fertilità dei terreni come presupposto per avere produzioni soddisfacenti e sostenibili. E proprio di come abbracciare questo nuovo paradigma si è discusso durante un convegno, organizzato lo scorso 17 maggio da Syngenta al Food&Science Festival 2024 di Mantova (il Festival promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da Frame - Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola) dal titolo "Open Science: l'agricoltura rigenerativa nasce dal suolo".

 

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Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta Italia, durante il convegno al Mantova Food&Science Festival 2024

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Il suolo, un ecosistema complesso

Iniziamo col dire che il suolo è un sistema complesso, al cui interno convive un gran numero di microrganismi e insetti che lo rendono vitale e in grado di dialogare con le piante attraverso una comunicazione fatta di essudati radicali e molecole messaggere. Luca Montanarella, tra i massimi esperti al mondo di suolo, ha ricordato come il terreno vari molto di zona in zona e come sia responsabile di un gran numero di servizi ecosistemici, primo fra tutti la produzione di cibo. Ma i terreni sono anche il secondo serbatoio di anidride carbonica, dietro agli oceani, concorrono al ciclo dell'acqua, sono alla base della biodiversità e molto altro ancora.

 

L'approccio rigenerativo all'agricoltura ha proprio come obiettivo quello di ristorare i terreni agricoli e durante il convegno organizzato da Syngenta hanno preso la parola due realtà agricole che hanno provato a mettere in pratica questo approccio. Francesco Manca è un agricoltore che negli ultimi anni ha introdotto le cover crop per garantire una copertura vegetale dei terreni durante la stagione invernale, al fine di evitare l'erosione, arricchire i suoli di sostanza organica e in generale di rivitalizzare i terreni. Alle cover crop si è aggiunta anche la minima lavorazione che, eliminando l'inversione degli strati di suolo, preserva la sostanza organica e, sul lungo periodo, migliora la struttura e la resilienza del terreno.

 

Luca Montanarella dal palco del Mantova Food&Science Festival 2024

Luca Montanarella dal palco del Mantova Food&Science Festival 2024

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Di cover crop, gestione idrica intelligente e minima lavorazione ha parlato anche Andrea Pietrobelli, Agronomic Department manager di Cereal Docks, industria di trasformazione che acquista materie prime da oltre 17mila aziende agricole sparse sul territorio italiano. E proprio per supportarle nella transizione verso l'agricoltura rigenerativa, Cereal Docks ha abbracciato in prima persona il cambiamento, mettendo in pratica queste nuove pratiche presso l'Azienda agricola di Ca' Felicita.

 

Come ben spiegato da Pietrobelli, non si tratta di un'azienda sperimentale, ma di un'azienda a tutti gli effetti che deve stare sul mercato e che per questo può rappresentare un esempio per i tanti agricoltori che ogni anno la visitano per toccare con mano quali sono gli approcci agronomici e le tecnologie oggi disponibili e che hanno dato prova di avere successo.

 

Dati per misurare l'impatto dell'agricoltura rigenerativa

Già, perché quando si parla di agricoltura rigenerativa e di sostenibilità il rischio è di scivolare nella retorica. Per questo servono i dati. Come sottolineato da Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta Italia, occorre avere un approccio scientifico al problema, raccogliere i dati e analizzarli per prendere decisioni consapevoli.

 

Un approccio che non sempre è seguito a livello europeo, dove talvolta vengono definiti degli obiettivi che, benché condivisibili sul piano dei principi, sono troppo ambiziosi e non raggiungibili nella realtà di campo. Un esempio è stata la proposta avanzata dalla Commissione von der Leyen di tagliare del 50% l'impiego degli agrofarmaci. Un annuncio che ha rischiato di compromettere la sostenibilità economica delle aziende agricole europee e la capacità di produrre cibo di qualità per i cittadini dell'Unione Europea.

 

Se infatti il raggiungimento di elevati standard di sostenibilità è un obiettivo condiviso da tutti, Scaglia ha voluto sottolineare come sia necessario evitare di fare il passo più lungo della gamba, commisurando invece gli obiettivi alle tecnologie oggi disponibili e investendo costantemente per trovare nuove strade verso un settore più resiliente.

 

La tutela del suolo è stata al centro del convegno organizzato da Syngenta al Mantova Food&Science Festival 2024

La tutela del suolo è stata al centro del convegno organizzato da Syngenta al Mantova Food&Science Festival 2024

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

E proprio questo fa Syngenta, come raccontato dal palco del Mantova Food&Science Festival 2024 da Mauro Coatti, head of Technical Support di Syngenta Italia. L'azienda è infatti attiva su più fronti: da un lato lo sviluppo di agrofarmaci di origine biologica per ridurre l'impatto della difesa, dall'altro la selezione di nuove varietà, sempre più resilienti ai cambiamenti climatici. Senza contare le soluzioni digitali e i biostimolanti. Un esempio è INTERRA® Scan, strumento utile per mappare la variabilità dei suoli e abilitare in questo modo una gestione di precisione delle colture. Oppure l'impiego di particolari batteri azotofissatori che rendono biodisponibile per la pianta l'azoto atmosferico e riducono in questo modo la necessità di utilizzare concimi azotati.

 

La politica a supporto dell'innovazione

Dal palco hanno preso la parola diversi esponenti della politica nazionale e regionale. Politica che gioca un ruolo chiave nella transizione verso l'agricoltura rigenerativa. Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, ha ribadito quanto sia importante non avere degli approcci ideologici all'agricoltura e di basare le decisioni della politica su dati certi.

 

Concetto condiviso anche da Raffaele Nevi, segretario della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, che ha ricordato come solo grazie allo sforzo del Parlamento italiano sia stato possibile raggiungere il risultato di vedere seminata in campo la prima varietà ottenuta tramite le Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea), delle piante di riso resistenti al brusone, che quindi richiedono un minor utilizzo di fitofarmaci.

 

Un traguardo condiviso anche da Alessandro Beduschi, assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia, che ha sottolineato come le Tea possono rappresentare una svolta importante verso la sostenibilità e la produttività per l'agricoltura regionale, insieme ad altre tecnologie, come ad esempio l'agricoltura di precisione.

 

Sulla stessa linea anche Nicola Gherardi, componente della Giunta nazionale di Confagricoltura, invitato in rappresentanza del mondo agricolo. Gherardi ha voluto portare le istanze della parte produttiva, sottolineando come per raggiungere una transizione verde che non lasci indietro nessuno sia necessario stanziare fondi pubblici, volti a rendere meno onerosa l'innovazione, come è stato ad esempio il credito d'imposta per l'agricoltura 4.0. Nonché promuovere una maggiore formazione, visto che le aziende agricole fanno fatica a trovare una manodopera che sia in grado di agevolare la transizione.

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