Si è molto parlato in questi giorni della salmonellosi. Se ne sono occupate a lungo le cronache commentando alcuni episodi della malattia in Francia e in Spagna.

I casi di salmonellosi sono relativamente frequenti in tutto il mondo, ma a destare preoccupazione questa volta è che ne siano coinvolti alcuni bambini alimentati con latte per l'infanzia.

Per conoscere con esattezza come sia potuto accadere dovremo attendere ancora qualche giorno. Nel frattempo è utile conoscere più da vicino questo batterio, capace di spostarsi fra animali e uomo con facilità, determinando negli uni e negli altri problemi anche gravi.

 

La scoperta

Il nome di salmonella deriva dal medico americano, Daniel Elmer Salmon, che per primo l'ha isolata alla fine del 1800.
Trovarla non deve essere stato difficile visto che ne esistono otre duemila sierotipi, che a loro volta si possono suddividere in categorie minori (fagotipizzazione).

In alcuni casi si tratta si batteri specifici per le singole specie, uomo o animali, ma alcuni ceppi possono interessare entrambi. E' il caso della Salmonella typhimurium e della S. enteriditis, fra le più frequenti sia negli allevamenti sia nell'uomo.
A loro è attribuita circa la metà delle infezioni gastrointestinali e sono una frequente causa di tossinfezioni alimentari.
 

I sintomi

Negli animali la via di ingresso più frequente è quella orale, dalla quale il batterio giunge nell'intestino dove si moltiplica provocando enterite.
Il danno intestinale, il cui esito è fra l'altro la diarrea, si può aggravare per la capacità della salmonella di produrre enterotossine, che complicano e aggravano la sintomatologia. Altro sintomo da prendere in considerazione è il rialzo della temperatura.

L'enterite acuta è una delle conseguenze più frequenti, sino a forme setticemiche con elevata mortalità. Enteriti croniche si possono riscontrare in suini e bovini adulti. Possono essere colpiti i ruminanti, sia bovini sia pecore, poi i suini e i cavalli.

Nelle specie avicole la salmonellosi è sostenuta da due sierotipi definiti "ospiti specifici", la S. pullorum e la S. Gallinarum, alle quali però si aggiungono le molte salmonelle paratifoidi che non sono "ospiti specifici".
 

Molti ospiti

La salmonella non si limita a infettare gli animali di interesse zootecnico, ma può coinvolgere molte specie, dagli uccelli, agli animali domestici, cani e gatti compresi.

La trasmissione dell'infezione, che avviene per via oro-fecale, è garantita dalla resistenza del batterio che può contaminare acqua, alimenti e anche oggetti e da lì trasmettersi agli organismi sani.

Gli alimenti, sia nel caso dell'uomo sia per gli animali, sono uno dei veicoli più comunemente responsabili della malattia. La salmonellosi può essere riscontrata nei mangimi per gli animali e in molti alimenti per l'uomo, come uova, latte e carne. La cottura è tuttavia sufficiente a neutralizzare il batterio.


Cosa fare

La diagnosi della malattia va accertata con esami di laboratorio ed è fra le malattie per le quali il regolamento di Polizia veterinaria prevede l'obbligo di denuncia per limitarne la diffusione.
Negli animali le terapie suggerite mirano a correggere la disidratazione e a ripristinare l'equilibrio acido-basico.

L'impiego di antibiotici è sconsigliato, sia in quanto possono favorire la comparsa di fenomeni di antibiotico resistenza, sia per l'ulteriore compromissione dell'equilibrio della micropopolazione del digerente.
A ciò si aggiunge il rischio che il trattamento antibiotico, provocando la lisi del batterio, possa favorire la liberazione di endotossine. Analoghi suggerimenti si possono fare per la salmonellosi nell'uomo.
 

La prevenzione

La grande varietà delle salmonelle presenti in natura rende difficoltoso l'allestimento di un vaccino, dunque la lotta alla malattia deve basarsi soprattutto sulla prevenzione, evitando il contatto con il microrganismo che ne è responsabile.

Altro pilastro della prevenzione è il controllo dei focolai di infezione. A questo fine è di grande importanza il lavoro della rete di sorveglianza (Enter-Vet) coordinata dall'Istituto zooprofilattico delle Venezie, che svolge fra l'altro il compito di Centro di referenza per le salmonellosi, con compiti a livello internazionale.
 

Patologia ubiquitaria

Tanta attenzione al controllo delle salmonellosi è giustificata dalla diffusione di questa patologia che secondo l'Efsa è una delle principali cause di malattie di origine alimentare in Europa.

Che sia necessario mantenere alta la guardia lo conferma poi la recente comunicazione della stessa Efsa che sottolinea la crescita dei casi di Salmonella enteriditis, saliti del 3% nel 2014.
Un dato preoccupante che interrompe i continui successi che il sistema di sicurezza alimentare della Ue aveva registrato nei dieci anni precedenti.

Nel 2016, ricorda Efsa, sono stati segnalati oltre 94mila casi di S.enteriditis nell'uomo, il 59% di tutti gli episodi di salmonellosi avvenuti in Europa.

I recenti e nuovi focolai della patologia sono un ulteriore invito ad aumentare le misure di controllo e prevenzione a ogni livello.