La carota è considerata coltura da reddito e richiede cure attente, sia a livello agronomico, sia in ambito fitosanitario. Fra le avversità che colpiscono la coltura vi è Alternaria dauci, nota anche come ruggine della carota o anche "marciume nero". Una malattia trasmessa per lo più tramite sementi infette e che colonizza la parte epigea della coltura arrecando perdite di resa spesso sensibili.
Talvolta, la percentuale di semi infetti raggiunge il 50% del totale seminato, permettendo poi alla malattia di diffondere nella coltura tramite spore e micelio. Un'altra fonte di contaminazione sono i residui colturali infetti presenti nel terreno.
Condizioni predisponenti la malattia
Il patogeno si avvantaggia di buone condizioni di umidità e temperature miti, motivo per il quale nelle aree di coltivazioni più fredde, per esempio nel Nord Europa, i danni risultano meno gravi.
Per germinare le spore devono infatti poter contare su temperature favorevoli intorno ai 15-16 °C, trovando l'optimum fra i 20 e i 25 °C, range termico che permette di sviluppare infezioni nel volgere di sole 5-10 ore in presenza di alti livelli di umidità.
Come riconoscerla
I sintomi restano invisibili per giorni, potendo essere rilevati solo quando le piante giovani vedono appassire e morire le prime foglie emesse, sulle quali sono visibili necrosi delle lamine e un micelio biancastro. Per una diagnosi certa è però bene eseguire un esame microscopico, poiché anche Cercospora carotae realizza sintomi praticamente indistinguibili da quelli di Alternaria.
Al termine del processo, verranno infettati fiori e quindi i semi, aprendo la strada ai cicli successivi.
Strumenti di lotta all'Alternaria della carota
In primis, la scelta di sementi il più possibile esenti da Alternaria, ricorrendo poi a trattamenti fogliari con fungicidi a differente meccanismo d'azione. Sono infatti registrati alcuni casi di resistenza che richiedono la massima attenzione da parte di tecnici e produttori.
Al momento, in Fitogest® risultano autorizzati contro Alternaria dauci 66 formulati, la maggior parte dei quali fanno capo a rameici o a difenoconazolo. In totale sono 12 le diverse sostanze attive presenti. Di seguito sono riportate queste ultime:
- azoxystrobin
- boscalid;
- difenoconazolo
- fludioxonil
- fluxapyroxad
- metam sodio
- pyraclostrobin
- pirimetanil
- rame - idrossido di rame
- rame - ossicloruro di rame
- rame - solfato di rame neutralizzato
- rame - solfato tribasico di rame.
Il loro uso in alternanza consente di controllare la patologia minimizzandone gli effetti, a tutto vantaggio anche delle strategie antiresistenza.
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