Prosegue su AgroNotizie la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.
I nematodi sono un phylum che raggruppa oltre 20mila specie diverse sparse in ogni angolo della Terra e capaci di svilupparsi anche a scapito di piante e animali. Alcune specie sono particolarmente critiche per il settore agricolo in quanto sono in grado di arrecare seri danni alle produzioni.
"I danni che i nematodi possono causare sono diretti e indiretti. Diretti in quanto sottraggono nutrimento alla pianta, indebolendola anche fortemente in caso di infestazioni consistenti. Inoltre la formazioni di cisti e galle stravolge la fisiologia radicale, portando a squilibri che compromettono la capacità della pianta di reperire nel terreno acqua ed elementi nutritivi", spiega Stefano Sacchi, nematologo del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia. "Ma i danni possono anche essere indiretti, quando ad esempio i nematodi sono vettore di virus oppure il loro attacco può facilitare infezioni secondarie causate da funghi o batteri".
Seppur applicando strategie di difesa contro questi parassiti, il danno attuale arrecato alle produzioni mondiali è stimato al 15%. Gli attacchi dei nematodi possono spesso compromettere anche la qualità, con produzioni di pezzatura bassa, con un profilo organolettico e nutrizionale inferiore.
In passato la difesa delle colture dai nematodi fitoparassiti è stata affidata a prodotti fumiganti, come il bromuro di metile, in quanto in grado di sanificare il terreno eliminando questi pericolosi parassiti, ma al contempo azzerando anche l'intero microbioma del suolo, che regola gli equilibri tra tutte le specie presenti al suo interno. A causa del rischio per gli operatori e dell'impatto ambientale l'utilizzo dei fumiganti è sempre maggiormente regolato, questo ha portato alla necessità di individuare nuovi strumenti per il contenimento delle infestazioni da nematodi.
Avere produzioni soddisfacenti è tuttavia ancora possibile, adottando una gestione integrata dei nematodi. Una strategia di difesa che mette in campo differenti strategie e strumenti di controllo: buone pratiche agronomiche, portainnesti resistenti, agrofarmaci innovativi e strumenti digitali.
Controllare i nematodi in campo
Benvenuta strategia di gestione integrata dei nematodi
Le buone pratiche agronomiche sono alla base di una corretta gestione della coltura orticola e hanno il compito di mantenere bassa la pressione dei nematodi. Il primo elemento da prendere in considerazione è la scelta di piante e sementi certificate, esenti da infestazioni, in modo da partire con il piede giusto.
In tal senso si ricorda l'impegno dei servizi fitosanitari nel controllo del materiale di moltiplicazione prodotto nei nostri areali o introdotto da Paesi terzi per garantire l'assenza di infestazioni primarie e latenti.
Il secondo consiglio è quello di adottare la rotazione delle colture, evitando di reimpiantare sullo stesso campo, anno dopo anno, la stessa specie. Certo, questo non è sempre facile, vista l'elevata specializzazione delle aziende orticole, ma rappresenta una prima forma di difesa.
Galle su radici
(Fonte Foto: Stefano Sacchi, nematologo del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia)
C'è poi la solarizzazione. È una tecnica che prevede di far aumentare la temperatura nel primo strato di suolo per devitalizzare adulti e uova attraverso il posizionamento di un film plastico sopra al terreno, per un lasso di tempo variabile in base alla temperatura cumulata raggiunta.
"In Lombardia abbiamo sperimentato con successo l'impiego di trap crop, ossia specie seminate ad hoc per essere attaccate dai nematodi che poi vengono distrutte abbassando in questo modo le popolazioni nel terreno", spiega Sacchi. "Buoni risultati si possono poi ottenere grazie alla biofumigazione, seminando cioè alcune specie, appartenenti soprattutto alla famiglia delle Brassicaceae, che una volta sovesciate sprigionano isotiocianati che hanno un effetto biofumigante".
Bisogna poi considerare che i nematodi fitoparassiti hanno bisogno di ossigeno e dunque prediligono i suoli sciolti e poveri di sostanza organica. "Questo perché terreni biodiversi ospitano più facilmente anche microrganismi antagonisti che concorrono a mantenere basse le popolazioni. Per questo sarebbe buona norma avere terreni sani e in equilibrio", sottolinea Sacchi.
Ricapitolando, la scelta di materiale vegetale sano, le rotazioni, la solarizzazione, la biofumigazione, l'uso di trap crop e il mantenimento di suoli fertili sono strumenti che consentono di avere un terreno di partenza libero, per quanto possibile, da questi sgraditi parassiti.
Gli strumenti disponibili per il controllo dei nematodi
In quest'ottica Bayer affianca a questi fattori altri tre importanti elementi: la genetica, con portinnesti resistenti a marchio Seminis e De Ruiter, la difesa, con innovativi ed efficaci agrofarmaci, e Nematool, il primo strumento digitale per la gestione dei nematodi.
Ammasso di giovani nematodi
(Fonte Foto: Stefano Sacchi, nematologo del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia)
I portainnesti resistenti ai nematodi
Gli attacchi di nematodi avvengono quando c'è presenza del parassita nel suolo, le condizioni ambientali sono favorevoli e c'è un ospite suscettibile. La scelta di portainnesti resistenti mira proprio a sottrarre dall'equazione la variabile genetica. Esistono infatti in commercio dei portainnesti che sono meno suscettibili agli attacchi dei nematodi.
Due esempi interessanti su pomodoro sono Kratofort e Dynafort, due genetiche sviluppate da De Ruiter, la prima Azienda a portare sul mercato portinnesti resistenti ai nematodi e che oggi continua ad offrire soluzioni innovative, caratterizzate anche da uno sviluppo vigoroso ed equilibrato delle piante.
Molti dei danni causati da questi parassiti sono infatti legati alla risposta dell'organismo vegetale che porta alla produzione di galle e cisti. Selezionare portainnesti meno suscettibili o tolleranti permette quindi di ridurre gli effetti negativi sul campo, anche in presenza di parassiti.
Agrofarmaci innovativi a difesa delle piante
Le buone pratiche agronomiche e i portainnesti resistenti non possono tuttavia garantire la sanità delle piante. Serve dunque intervenire con prodotti nematocidi in grado di tenere bassa la pressione dei parassiti nel terreno e al contempo avere un impatto ambientale contenuto.
Su questo fronte Bayer ha sviluppato due prodotti interessanti: Velum® Prime e Bioact® Prime DC. "Il primo è un nematocida a base di fluopyram che inibisce il processo respiratorio dei nematodi a livello dei mitocondri", spiega Salvatore Inchisciano, Campaign Activation & Market Development di Bayer Crop Science Italia.
"Velum® Prime si distribuisce al suolo tramite le manichette dell'irrigazione e devitalizza le popolazioni presenti. Inoltre, dopo essere stato assorbito dalla pianta si redistribuisce per via sistemica proteggendo la vegetazione dall'oidio".
Galle radicali causate da nematodi
(Fonte Foto: Stefano Sacchi, nematologo del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia)
Bioact® Prime DC è invece un agrofarmaco di origine biologica a base di Paecilomyces lilacinus, ceppo 251, un fungo parassitoide che colonizza le uova presenti nel terreno devitalizzandole. Se dunque Velum® Prime ha come target gli adulti, Bioact® Prime DC è attivo sulle uova.
"Le ife di P. lilacinus penetrano nelle uova che nel giro di dieci giorni vengono completamente devitalizzate", sottolinea Inchisciano. Il prodotto, ammesso in agricoltura biologica, non lascia residui in manichetta e può essere distribuito in qualunque condizione ambientale. Inoltre è stato riconosciuto un effetto biostimolante nei confronti delle piante di pomodoro trattate, che mostrano un apparato radicale più sviluppato.
"La difesa della rizosfera è la base per produzioni soddisfacenti, quella che noi definiamo Root2Success", sottolinea Inchisciano. "Le ferite causate dai nematodi possono infatti essere la porta d'accesso per infezioni batteriche e fungine che possono compromettere la produttività del campo. Per questo è necessario difendere le radici a 360°, anche con prodotti come come Serenade® Aso, fungicida e battericida di origine biologica, a base di microrganismi antagonisti, che oltre a difendere la rizosfera è anche in grado di stimolarne il suo sviluppo".
Il ruolo del digitale in una difesa corretta
Il monitoraggio dei nematodi, essendo questi animali di dimensioni minuscole che si sviluppano sottoterra, risulta particolarmente complesso ed è quindi difficile posizionare gli agrofarmaci al momento esatto. In questo frangente viene in soccorso Nematool, una soluzione hardware-software che permette di capire qual è il momento migliore per effettuare il trattamento e con quale prodotto, in base allo stadio di sviluppo nematico (prevalenza di uova o larve).
Nematool è una soluzione sviluppata da Bayer Crop Science che si compone di un sensore, da posizionare in campo, e di un software. Il device misura ogni ora la temperatura del terreno a 20 centimetri di profondità e invia il dato ad un software che, interpolando i dati ambientali con i modelli di sviluppo dei nematodi, ne prevede l'evoluzione nel terreno.
Il monitoraggio dei nematodi risulta particolarmente complesso
(Fonte Foto: Stefano Sacchi, nematologo del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia)
Questo algoritmo è stato sviluppato in anni di prove con prestigiose università ed ha ottenuto ottimi risultati nel contenimento della problematica quando integrato nella strategia di difesa Bayer.
Sull'interfaccia disponibile per l'agricoltore o il tecnico compare un facile schema a semaforo composto da quattro colori:
- Verde: non servono trattamenti.
- Arancione: si avvicina il momento del trattamento con Velum® Prime o Bioact® Prime DC.
- Rosso: bisogna trattare.
- Blu: si è oltrepassato il periodo più utile per trattare.
"In altre parole Nematool permette all'agricoltore di vedere all'interno del terreno quali sono gli stati di sviluppo dei nematodi in modo da intervenire al momento giusto con il prodotto più corretto", sottolinea Inchisciano. "Posizionando al meglio l'agrofarmaco si aumenta notevolmente l'efficacia, massimizzando la difesa per la coltura".
Nematool è un utile strumento anche nella fase di solarizzazione, in quanto in grado di misurare la temperatura nel suolo e di indicare il lasso di tempo nel quale sono stati accumulati i gradi-giorno sufficienti per controllare efficacemente i nematodi ed altri organismi dannosi presenti nel terreno, come i funghi patogeni, permettendo così di ridurre le tempistiche di permanenza in campo dei teli e di anticipare il trapianto.
Tutti i vantaggi di una gestione integrata
Adottare una gestione integrata dei nematodi consente di avere produzioni orticole soddisfacenti, limitando al contempo i costi per la difesa. Inoltre si va incontro alle richieste dell'Unione Europea e del consumatore che vogliono prodotti agricoli di elevata qualità con un impatto ambientale il più ridotto possibile.
La gestione integrata è un approccio vincente sotto tutti i punti di vista. Per questo motivo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.
Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
Appuntamento a settembre per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata alle Tea, Tecniche di Evoluzione Assistita