Originaria del Giappone, ma diffusa anche negli Usa e in Canada, Popillia japonica Newman è una minaccia grave per l'ambiente e l'agricoltura europea e non solo.

Nota anche con il nome di scarabeo giapponese, questo insetto, dell'ordine del coleotteri, è un temibilissimo fitofago in grado di nutrirsi di molte specie di piante coltivate e non, provocando gravi danni sia alle coltivazioni che agli ecosistemi naturali.

E ora l'Unione europea lo ha classificato tra gli organismi nocivi prioritari, e in particolare lo ha inserito tra le prime venti specie il cui potenziale impatto economico ambientale o sociale sul territorio dell'Unione è più grave rispetto ad altri organismi nocivi da quarantena.

Ad oggi Popillia japonica è già sul territorio europeo, presente in Italia, in Svizzera e nelle isole portoghesi delle Azzorre.

In Italia è arrivato nel 2014, nel parco del Ticino al confine tra Lombardia e Piemonte, arrivato probabilmente dal vicino aeroporto di Malpensa. Da allora sono stati stanziati milioni di euro di fondi, ma l'eradicazione non è stata possibile e anche il contenimento rimane problematico e il focolaio di infestazione continua ad espandersi.

Di fondamentale importanza quindi è conoscerlo anche per poter segnalarne prontamente la presenza in eventuali nuove zone.
 

Ciclo biologico

Popillia japonica ha un ciclo biologico annuale, gli adulti sono visibili da maggio-giugno fino alla fine dell'estate. Le femmine depongono le uova nel terreno dove si schiudono e dove le larve si nutrono delle radici delle piante fino alla fine della metamorfosi. Una volta raggiunto lo stadio adulto, alla fine della primavera successiva, gli adulti escono dal terreno e si nutrono delle foglie di varie piante defogliandole.
 

Riconoscimento

Gli adulti sono coleotteri di 8-12 mm di lunghezza di colore metallico con riflessi verdi e bronzati e cinque ciuffetti di peli bianchi sui lati e due alla fine dell'addome, che li rende riconoscibili da altri coleotteri simili.

Gli adulti hanno un comportamento gregario, cioè tendono a stare insieme, anche sulle piante di cui si nutrono. Il danno di un singolo individuo sarebbe minimo, ma è proprio il comportamento gregario a causare i gravi danni alle piante.

Anche il danno sulle foglie è tipico: Popillia japonica mangia solo le parti più tenere lasciando le nervature e riducendo le foglie a strutture scheletriche traforate.
 

Danni

I danni sono ingenti e sono carico sia di specie selvatiche che di piante coltivate. In Italia le piante più attaccate sono risultate: 
  • tra le piante legnose da frutto: melo, ciliegio, cotogno, mora, vite, nocciolo, susino, kiwi, lampone, pesco, kaki;
  • tra le ortive: pomodoro, melanzana, fagiolo, asparago;
  • tra le ornamentali e forestali: salice, glicine, quercia, vite canadese, ibisco, rose, betulla, biancospino, olmo, acero, tiglio;
  • tra le erbacee: mais e soia;
  • tra le piante selvatiche: rovo, ortica, luppolo, enotera, altea;


Diffusione

La diffusione di questo insetto avviene attivamente dal momento che gli adulti volano e possono coprire distanze da 1 a 10 chilometri. Inoltre possono essere trasportati accidentalmente sia come adulti, sia come larve o uova, in questo caso soprattutto con la movimentazione di terra e terricci.
 

Controllo

Il controllo dello scarabeo giapponese è piuttosto difficoltoso e si basa su varie tecniche: su trappole al feromone per cattura massale, sulla lotta chimica fatta con insetticidi di contatto per abbattere gli adulti e sulla lotta biologica fatta con funghi e nematodi e con l'introduzione di parassitoidi.
 

Misure fitosanitarie

Attualmente è in vigore un decreto nazionale di lotta obbligatoria del 2018 che indica le misure di emergenza per contrastare la diffusione del coleottero in Italia, strettamente osservato ovviamente in Piemonte e Lombardia, anche se attivo e valido per tutto il territorio nazionale.

Ora con la nuova classificazione di organismo nocivo prioritario da parte dell'Unione europea, il livello di attenzione è salito anche in altre regioni, come la Toscana che ha lanciato una campagna di informazione e di monitoraggio.

Scarica la brochure informativa pubblicata dalla Regione Toscana