Correva l'anno 1758. Nel mentre infuriava la Guerra dei sette anni, una sorta di guerra mondiale ante litteram, dato che coinvolgeva praticamente quasi tutte le nazioni europee dell'epoca, e la cometa di Halley salutava la Terra giusto il 25 dicembre, a Basilea nasceva una realtà aziendale che avrebbe segnato i due secoli e mezzo a venire.

Di certo non se lo poteva immaginare Johann Rudolf Geigy, mentre apriva una piccola industria chimica nella cittadina svizzera. Ma da lì, come una palla di neve può provocare una valanga, la sua piccola iniziativa rappresentava solo l'inizio di un viaggio molto più lungo.

Avrebbe però camminato da solo per molti anni ancora, il signor Geigy, visto che l'altra azienda che avrebbe legato il proprio nome al suo avrebbe atteso fino al 1850 per nascere, ovvero Ciba AG, la quale nacque nel settore della filatura della seta. Dopo 50 anni, nel 1900 Ciba entrò nel settore del farmaceutico, nel quale anche Geigy stava muovendo i suoi passi. Nel 1970 le due realtà si fusero, dando vita a Ciba-Geigy, azienda leader appunto nel farmaceutico, ma anche nei prodotti per la difesa delle colture.

Dei due nomi rimase poi solo Ciba, nel 1992, la quale solo quattro anni dopo, nel 1996, si fuse con Sandoz, altra società svizzera, a dare vita a Novartis, all'epoca colosso del farmaceutico e del fitochimico, settore nel quale spiccava soprattutto per il portfolio vite e cereali.
 

Non solo Svizzera

Nel frattempo, dall'altra parte del Canale della Manica, stava evolvendo un altro player di peso globale, ovvero Ici, acronimo di Imperial chemical industries. Nata nel 1926 dalla fusione di quattro differenti compagnie, Brunner mond, Nobel explosives, United Alkali company e British Dyestuffs corporation, si fece largo nel settore dei pigmenti e delle fibre, ma produsse anche importanti agrofarmaci come gramoxone, pirimicarb e insetticidi piretroidi.

Nel 1993 una parte dell'azienda venne scorporata generando Zeneca group PLC, britannica, la quale nel 1999 si fuse con la svedese Astra AB. Ancora, in tale colosso confluivano sia un poderoso arsenale farmaceutico, sia una consolidata tradizione nelle produzione di agrofarmaci.

Alla narrazione manca ora il terzultimo passaggio, ovvero la creazione di Syngenta international AG, evento che accadde il 13 novembre del 2000. La società nacque dalla fusione delle due divisioni agro di Novartis e di Astra Zeneca, ovvero Ici, altrimenti conosciuta come Solplant, creando la prima società al mondo focalizzata unicamente sui prodotti per la difesa delle piante in agricoltura.

Un catalogo infinito, quello di Syngenta, la quale domina il settore del florovivaismo con una market share praticamente "bulgara", proponendo genetiche per ogni esigenza anche in orticoltura, cereali, mais e diverse industriali. In stile "elenco del telefono" anche il catalogo agrofarmaci, con linee estremamente ricche e diversificate per ogni coltura del panorama nazionale. Un catalogo costruito nel tempo dalle varie anime che sono tutte confluite in Syngenta, fusione dopo fusione.
 

Cina asso pigliatutto

Penultimo capitolo: ChemChina. Il gigante della chimica cinese, di proprietà statale, lascia terminare l'assalto di Monsanto a Syngenta e poi cala l'asso, ovvero gli oltre 40 miliardi di euro con cui nel maggio 2017 ha portato la casa di Basilea fino nel cuore del Celeste Impero. E non solo lei, visto che la società cinese ha rilevato anche il marchio Pirelli, con obiettivi dichiarati nell'agricoltura, e Adama, altra realtà di primaria importanza nel settore della fitochimica. Peraltro, in quanto statale, ChemChina non è quotata in borsa.

Ultimo capitolo: come se non bastasse, a luglio 2018 c’è stato un cambio al vertice per i due giganti della chimica cinese, ChemChina e Sinochem. Al timone infatti del colosso ChemChina  è subentrato l’attuale presidente di Sinochem, Ning Gaoning, mentre Ren Jianxin, precedentemente a capo di ChemChina, andrà in pensione.
Questa operazione ha reso più insistenti i rumours che parlano di una probabile fusione tra i due gruppi in un'operazione che darebbe vita a un società leader mondiale del settore con un valore stimato di 120 miliardi di dollari.

Sicuramente e come già detto, fra le beute del suo laboratorio svizzero Johann Rudolf Geigy mai avrebbe immaginato una tale escalation 260 anni fa. Ma il mondo cambia. E le aziende con lui.