Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e l'assessore alle Politiche agricole, Leo di Gioia, nel presentare ieri, 2 maggio 2018, a Bari in conferenza stampa il lavoro dell’Azienda regionale pugliese per l’irrigazione e la forestazione, hanno annunciato di aver appena richiesto al governo un decreto legge, per accelerare gli abbattimenti degli alberi di olivo colpiti da Xylella fastidiosa, perché sarebbe prossima la visita della Commissione europea per verificare l’andamento delle azioni di lotta. Pronto l'appoggio di Coldiretti Puglia al governatore pugliese: l'organizzazione agricola chiede di fare di più per salvare l’oliveto pugliese.

L’annuncio di Emiliano giunge dopo la "Preoccupazione" espressa il 28 aprile 2018 dal commissario alla Salute della Ue Vytenis Andriukaitis - in una intervista resa all'agenzia Ansa - sull'avanzata verso Nord della malattia. Andriukaitis ha inoltre preannunciato una possibile nuova visita in Puglia ed “un aggiornamento dell'area demarcata”. Intanto da Unaprol - che chiede il rifinanziamento del Piano olivicolo nazionale si leva l’allarme per la campagna olivicola olearia 2018-2019: si rischia il crollo del 40% del raccolto di olive tra le province di Bari e Barletta Andria Trani, a causa del gelo di fine febbraio.

"Oggi abbiamo fatto il punto, cogliendo l'occasione per chiedere al presidente del consiglio Paolo Gentiloni, che è ministro ad interim dell'agricoltura, di emettere un decreto legge immediato che ci consenta di rispettare le direttive europee e il decreto Martina per accelerare le procedure di abbattimento degli alberi infetti, perché con le norme attualmente in vigore abbiamo ancora molte decine di alberi che non riusciamo ad abbattere per varie ragioni giuridiche - ha detto ieri mattina in conferenza stampa il presidente Emiliano.

Secondo Emiliano tale situazione “Sta provocando il rischio che con la ormai imminente visita della Commissione europea, l'Unione europea possa ulteriormente minacciare nuove sanzioni. Non vorrei che qualcuno quindi desse la responsabilità alla Puglia, che invece si è mostrata molto più efficiente dello Stato nella gestione del contrasto alla Xylella al punto che abbiamo fatto interventi e abbattuto molti più alberi di quanti ne siano mai stati abbattuti in precedenza dai commissari governativi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri”.

Il commissario dell’Arifi e l’assessore alle Risorse agroalimentari hanno poi fatto il punto sull’andamento dei monitoraggi: "Nell'arco dei monitoraggi per la Xylella - ha detto il commissario Arif, Domenico Ragno - abbiamo ispezionato circa 450mila alberi con 390mila campioni. È stato uno sforzo immane per dare alla Regione Puglia e agli enti competenti gli strumenti per adottare le misure conseguenti per il contrasto dell'infezione".

"Con i  monitoraggi della Xylella – ha aggiunto l'assessore all'Agricoltura di Gioia - abbiamo avuto un salto di qualità dovuto alla capacità di organizzare una struttura che ha messo in campo una serie di attività e personale qualificato”.
 

Coldiretti Puglia, procedure esistenti troppo farraginose

"Ogni tentennamento aggrava la situazione e le procedure per poter rispondere al diktat di Bruxelles sono troppo farraginose", ha replicato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele."Per questo sono urgenti leggi straordinarie che consentano di 'eradicare chirurgicamente' le piante infette per arrestare l'avanzamento a Nord della Xylella. Gli abbattimenti sono un rimedio violento che appare peggiore del male, ma se fossero stati sradicati i pochi ulivi infetti ritrovati quattro anni fa, la provincia di Lecce oggi non risulterebbe drammaticamente improduttiva - aggiunge Cantele - e le province di Taranto e Brindisi non sarebbero rientrate nella zona infetta. Ora, il pericolo più incombente in quella zona riguarda la piana degli olivi e le distese di mandorleti e ciliegi. Evidentemente non ci si è ancora resi conto che la Xylella è un problema nazionale e che se dovesse continuare a 'camminare', non ci sarà più olio da commercializzare".

"I monitoraggi disposti dalla Regione Puglia, dicono una cosa inequivocabile – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che in due anni si è passati da 893 a 3.058 piante infette rilevate nelle aree cuscinetto e contenimento, quelle dove la presenza del batterio è ancora limitata. E la campagna in corso non è ancora conclusa. Vanno attuate le buone pratiche agricole, in modo da contrastare l'insetto vettore, la sputacchina. Se le attività non saranno svolte con convinzione e al centimetro da tutti, l'avanzamento è certo, abbiamo quattro anni di esperienza e di prove scientifiche. In caso di inadempienza, le multe devono essere comminate a tutti, anche agli enti pubblici, a partire dai Comuni e dal Demanio, che devono immediatamente garantire pulizia di fossi, canali e buone pratiche nelle aree pubbliche e demaniali".
 

Unaprol, a rischio il 40% della produzione tra Bari e Bat per il gelo

Intanto, crescono le aspettative di una pessima annata olivicolo olearia per la Puglia, una delle regioni che ha fatto registrare i danni maggiori a causa dell'eccezionale ondata di gelo e neve dello scorso febbraio. Tra le zone più colpite le province di Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani), aree fondamentali per il settore con circa 130mila ettari olivetati e una produzione media pari a 4,2 milioni di quintali di olive.

Secondo l'ultima stima effettuata da Unaprol, comunicata in occasione del Villaggio Coldiretti a Bari, in queste province i danni provocati dal maltempo rischiano di compromettere circa il 40% della produzione della campagna olivicola 2018-2019.

"E' un momento molto difficile per il settore, la stima dei danni aumenta costantemente e le continue segnalazioni che ci arrivano dagli olivicoltori sullo stato di salute delle piante sono veramente preoccupanti - spiega David Granieri, presidente di Unaprol -. Con il calo stimato nella province di Bari e Bat si rischia di perdere quasi un terzo della produzione della Puglia nella prossima campagna olivicola. Stiamo parlando di una regione che fornisce circa il 50% dell'olio italiano, quindi è facile intuire quali pesantissime conseguenze ci potranno essere su tutta la filiera. La situazione è grave e va affrontata subito, snellendo le procedure burocratiche ma soprattutto rifinanziando il piano olivicolo nazionale".