Siamo nella Carolina del Sud, dove in seguito a un trattamento effettuato con il mezzo aereo contro la zanzara Aedes aegypti, vettore del virus Zika, è stata segnalata una moria di circa 2,5 milioni di api (46 colonie, a circa 50000 individui per colonia, imenottero più, imenottero meno). L'episodio si è verificato dopo l'irrorazione con il mezzo aereo di un insetticida a base di Naled, un fosforganico normalmente utilizzato negli Stati Uniti in ambito civile, per controllare gli adulti dell'insetto vettore.
La pratica è normalmente ammessa dall'Epa, Agenzia ambientale americana, in quanto la scarsa tossicità per i mammiferi e la sua limitata persistenza ambientale ne fanno, agli occhi delle autorità oltreoceano, un mezzo tecnico idoneo per questo tipo di interventi. La sua elevata tossicità nei confronti delle api, nota all'agenzia e correttamente riportata nell'etichetta dei relativi formulati, è stata giudicata mitigabile effettuando i trattamenti nelle ore di minore attività delle api (tra il tramonto e l'alba) e una corretta informazione, in modo che la popolazione in genere e gli apicoltori in particolare possano organizzarsi per minimizzare gli effetti collaterali dell’applicazione. Il trattamento, rivelatosi poi disastroso, è stato invece effettuato alle 8 del mattino senza preavviso.
Sarebbe potuto succedere in Europa? E soprattutto è stato correttamente riportato? Un po’ di “fact checking” è doveroso, in quanto queste notizie assumono aspetti diversi a seconda di chi le riporta: si va dai toni apocalittici da una parte ai toni scettici dall’altra.
Innanzitutto il luogo del “delitto”: Summerville, South Carolina, Stati Uniti: esiste e lo trovate qui. Il principio attivo Naled è effettivamente autorizzato per il trattamento delle zanzare anche e soprattutto con il mezzo aereo. Qui trovate il report dell’Epa (in inglese) che spiega che il trattamento con il Naled con il mezzo aereo (come in questo filmato girato a Miami-Dade – sì proprio la location di CSI Miami!) è perfettamente sicuro per l’uomo e l’ambiente e, se si utilizzano i dovuti accorgimenti, anche per le api. In effetti queste applicazioni vengono effettuate normalmente tra il tramonto e l'alba e preannunciate anche in televisione.
Come può essere possibile che nell’ambito dei paesi avanzati la stessa sostanza attiva venga considerata perfettamente sicura per l’uomo e l’ambiente (negli Stati Uniti) ma venga bandita in altre (Europa)?
Le ragioni sono tante: condizioni diverse (in generale negli Stati Uniti gli spazi sono molto più ampi), differente importanza economica (un prodotto può venire proibito non per le sue proprietà intrinseche ma perché gli studi per dimostrarne l’innocuità richiedono investimenti eccessivi rispetto alle dimensioni del mercato di riferimento) ma soprattutto può essere diverso il livello di protezione richiesto dalle autorità, a parità di caratteristiche tossicologiche e ambientali. In altre parole, il contesto socio-economico condiziona pesantemente il livello di protezione richiesta.
Un esempio banale ma efficace è quello del Ddt: lo usereste ancora? Eppure in alcune zone dove la malaria è endemica il famigerato clororganico viene ancora consigliato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) contro gli insetti vettori, in quanto considerato male minore. Perdonateci la semplificazione: dove si muore come mosche, ha poco senso preoccuparsi della salute delle api e degli artropodi non bersaglio. Dove fortunatamente quest’ultima situazione è stata superata da tempo, la politica può concedersi il lusso di pensare alle api avendo già protetto con successo la popolazione umana.
Ma allora in Europa le autorità che nel 2005 hanno vietato l’uso di questo fosforganico come prodotto fitosanitario e nel 2012 come biocida sono una banda di mitomani? O gli americani sono una banda di faciloni? Sì e no: dipende dal livello di protezione dell’uomo e dell’ambiente che le autorità si prefiggono di ottenere.
Anche se abbiamo la percezione che negli Stati Uniti le regole siano più “blande”, questo non è sempre vero, basti pensare al Dieselgate, nato dalla maggiore rigidità della legislazione di oltreoceano rispetto a quella del Vecchio continente in materia di inquinamento dell’aria. E’ vero che dietro questo tipo di legislazioni spesso si nascondono manovre protezionistiche spinte dalle varie lobby, e che spesso vengono disapplicate o aggirate, ma è altrettanto vero che a lungo termine finiranno per orientare gli investimenti dell’industria verso tecnologie sempre più pulite, e questo, fino a prova contraria, sembra godere dei favori dell’opinione pubblica, oltre che ad apparire puro frutto del buon senso.
Tornando al Naled, in Europa il principio attivo è stato revocato come prodotto fitosanitario per mancanza di supporto, e quindi in realtà non possiamo dire nulla sulla sua conformità agli standards tossicologici e ambientali europei, mentre come biocida la valutazione ha interessato due formulazioni per il controllo degli insetti nelle stalle, quindi radicalmente diverse da quella utilizzata negli Stati Uniti per i trattamenti aerei contro gli adulti delle zanzare.
Tuttavia leggendo la monografia preparata dall’Anses, l’Agenzia francese incaricata della valutazione, in quasi tutti gli scenari di utilizzo del prodotto il rischio non è risultato accettabile per gli operatori (esposizione circa tre volte superiore al valore accettabile, anche con mezzi di protezione individuale) e per l’ambiente, facendo stimare concentrazioni nelle acque sotterranee superiori al limite di 0,1 microgrammi/Litro e un rischio inaccettabile per gli organismi acquatici esposti al prodotto nelle acque superficiali.
E negli Stati Uniti? La valutazione del rischio risale al 2006, data dell’ultima rivalutazione della sostanza attiva, riassunto nel cosiddetto “Red” (Reregistration eligibility decision). Nell’apposita sezione dedicata ai trattamenti contro le zanzare effettuati con il mezzo aereo, anche l’agenzia statunitense ha evidenziato criticità per gli operatori, che alla dose di utilizzo risultavano esposti a quasi il doppio della quantità massima tollerabile. L’esposizione della popolazione residente nella zona interessata dal trattamento è invece risultata accettabile, sia per gli adulti che per i bambini. E le api? La conclusione dell’Epa conferma l’elevata tossicità nei confronti delle api e raccomanda di evitare che vengano colpite dal prodotto, senza però condurre una vera e propria valutazione del rischio.
Ma allora se il prodotto ha evidenziato criticità per gli operatori, perché continuano a utilizzarlo? Secondo quanto riportato nella documentazione Epa il Naled è efficace contro ceppi di zanzare resistenti agli altri insetticidi e, poiché scongiurare la diffusione del virus Zika viene considerato prioritario rispetto a tutto il resto, le autorità si sono comportate da “risk managers” scegliendo il male minore sulla base di quanto suggerito dall’organismo scientifico.
Nè più né meno quello che da anni capita quando le autorità europee concedono autorizzazioni per emergenza fitosanitaria per prodotti banditi da tempo per manifesta incompatibilità con i criteri comunitari di protezione umana e ambientale. Tutto sommato gli europei non sono poi così mitomani e gli americani non sono poi così faciloni: sono solo condizioni ambientali socio-economiche diverse.
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Fonte: Agronotizie