La commissione europea, su suggerimento dell'Efsa, dice no all'uso del rabarbaro come sostanza di base in fitoiatria. La domanda del
Rheum officinale (così si chiama il rabarbaro) è stata presentata alla Commissione Europea dall'Itab (Institut Technique de l'Agriculture Biologique) che ha richiesto l'approvazione dell'estratto vegetale come sostanza di base in qualità di fungicida contro l'oidio e altre malattie fungine che colpiscono la vite, piante orticole e ornamentali. Le proprietà fungicide sono probabilmente dovute ai derivati antranoici (alcuni dei quali sono accreditati di proprietà lassative) e all'acido ossalico contenuto nella pianta anche se, come citato nel documento di valutazione, il contenimento non raggiunge mai livelli elevati. La domanda è stata respinta in quanto il prodotto non avrebbe le caratteristiche delle sostanze di base, che devono poter essere usate tal quali o assieme a semplici diluenti: esso viene estratto dalla pianta officinale mediante bollitura per 45 minuti, quasi un processo industriale.
La completa assenza di documentazione che possa comprovare la sicurezza umana e ambientale di questa “nuova” sostanza hanno quindi convinto l'Efsa a proporre alla commissione di non accettare l'istanza, suggerendo di presentare una documentazione “di minima” e di percorrere l'iter di autorizzazione come sostanza attiva fitosanitaria, magari a basso rischio. Ironia della sorte nella documentazione del prodotto sono stati anche incluse delle note tecniche di un formulato descritto come
“novel bio-fungicide”, evidentemente commercializzato senza autorizzazione non nella solita Italia indisciplinata, ma nella “civilissima” Olanda.
Per saperne di più
-
European Food Safety Authority. “Outcome of the Consultation with Member States and EFSA on the Basic Substance Application for Rheum Officinale and the Conclusions Drawn by EFSA on the Specific Points Raised.” EFSA Supporting Publication, no. 2014:EN-617 (2014): 31.