Centoquarantta tonnellate di falsi agrofarmaci per un giro d’affari di oltre 2 milioni di euro l'anno. Sono i numeri dell'inchiesta condotta dal l Nucleo Antifrodi Carabinieri, nata nell’ambito di alcuni controlli sulla tracciabilità dei prodotti biologici, che ha portato alla luce una fitta rete di commercializzazione illegale di prodotti fitosanitari contraffatti, riconducibile ad un gruppo criminale strutturato su una rete commerciale internazionale e nazionale.
Il gruppo commerciava ingenti quantitativi di sostanze attive, in parte non commercializzabili in Italia ed in alcuni casi in tutta Europa, utilizzate per confezionare formulati contraffatti nella forma (recipienti, etichette, chiusure) e nel contenuto.
Agronotizie ha intervistato Andrea Barella, presidente di Agrofarma, l'Associazione che raggruppa le imprese di agrofarmaci e che fa parte di Federchimica.
L'operazione del Nucleo antifrode dei carabinieri, con la scoperta di un ingente quantitativo di falsi agrofarmaci, ha portato nuovamente alla ribalta il problema della contraffazione e delle importazioni illegali di agrofarmaci.
Quanto incide sul settore, in termini economici così come sul piano dell'immagine, questo tipo di attività illecita?
"Le frodi nel comparto degli agrofarmaci hanno un forte impatto negativo non solo nell’ambito dell’industria agrofarmaceutica, ma anche sull’intera filiera, con un importante danno di immagine difficilmente quantificabile. L'interesse della criminalità organizzata per le contraffazioni e le importazioni illegali di prodotti destinati all’agricoltura si stima possa valere oltre 30 milioni di euro, pari a circa il 4 per cento del valore totale del settore; le imprese agricole e i consumatori sono i primi a farne le spese su tutta la filiera dove si insinua un sistema alterato spesso dai fenomeni come quello da poco scoperto.
Grazie all’operazione dei Nac, seguita all’indagine della Procura di Napoli, è stato però ottenuto un nuovo risultato positivo, dato dal sequestro di più di 140 tonnellate di agrofarmaci per un giro d'affari stimato in oltre 2.000.000 di euro solo nell'ultimo anno. Fenomeni di questo tipo, se non scoperti, possono avere delle importanti ripercussioni economiche connesse anche ad un possibile danno d’immagine per l’intero settore, oltre che per gli investimenti dedicati alla ricerca e all’innovazione".
L'inchiesta ha portato al sequestro non solo di prodotti, ma anche di sostanze attive: la rete criminale era ben strutturata e commercializzava in Italia e all'estero formulati vietati sul mercato nazionale e false etichette. Di quali sostanze si tratta? Quali sono i prodotti più contraffatti?
"Non abbiamo a disposizione un elenco certo e validato delle sostanze attive e dei prodotti incriminati per potervi rispondere in maniera esauriente. Ciò che comunque ci sentiamo di segnalare, è che l’utilizzo di ogni sostanza e prodotto ritenuto essere pericoloso dalle autorità competenti, come quelli vietati dall’Unione europea, al di là del danno economico alle aziende che subiscono la contraffazione, costituisce soprattutto un pericolo per la salute di consumatori, agricoltori e ambiente".
La struttura agiva su tre livelli: procacciamento delle materie prime, trasformazione nei prodotti finali e, ultima fase, commercializzazione e acquisto a prezzi ribassati anche del 50%. Il fattore prezzo non dovrebbe insospettire per primi gli acquirenti? Qual è la politica di Agrofarma a questo proposito?
"L’Associazione da sempre porta avanti un’opera di sensibilizzazione rivolta agli operatori della filiera incoraggiando a perseguire delle buone regole di comportamento, promosse in particolare dall’Associazione nell’ambito del progetto “Stop agli agrofarmaci illegali”. Tra queste, Agrofarma consiglia vivamente di diffidare della vendita di prodotti a prezzi significativamente più bassi della media.
Il progetto propone, inoltre, di segnalare tempestivamente alle autorità competenti i casi sospetti di coloro che propongono l’acquisto di agrofarmaci al di fuori dei canali certificati. Agrofarma ricorda infine, soprattutto di fronte a casi come questo, che chi vende o compra agrofarmaci rubati, importati illegalmente o contraffatti è pienamente perseguibile dalla legge".
Vi sono associati tra le persone coinvolte?
"Nessun associato facente parte del mondo di Agrofarma è coinvolto nell’operazione. L’Industria al contrario, di fronte alle minacce alla sicurezza alimentare e alla qualità del made in Italy, da sempre chiama tutta la filiera, dal produttore al distributore fino al consumatore, a un atto di responsabilità per far si che si contrastino sempre di più queste sacche di illegalità. Dato questo presupposto, Agrofarma e i suoi associati auspicano che la giustizia continui a fare fino in fondo il suo corso, anche con l’obiettivo di tutelare tutti coloro che svolgono il loro lavoro nel pieno rispetto della legge".
L'Associazione porta avanti da tempo un'attività di sensibilizzazione grazie anche al numero verde al quale segnalare furti e attività illecite. Quali risultati ha dato finora la campagna anti-contraffazione?
"Agrofarma è da sempre attiva al fianco dei Carabinieri proponendo diverse iniziative per la lotta alla contraffazione. Come previsto dal progetto “Stop agli agrofarmaci illegali” l’Associazione dà la possibilità di usufruire del numero verde 800 91 30 83 al quale si possono rivolgere gratuitamente e anonimamente tutti coloro che rilevino qualsiasi caso sospetto di furti, contraffazioni o importazioni illegali.
Il progetto prevede anche attività di formazione che, oltre a prevedere la realizzazione di corsi ad hoc per gli operatori agricoli, è rivolta anche ai rivenditori e agli agricoltori grazie alla distribuzione di materiali informativi".