L'Istituto agrario di San Michele all'Adige corre in aiuto alla California, in particolare alla contea di Napa, per gestire il problema della recente apparizione di una infestazione provocata dalla tignoletta della vite, un insetto contro il quale in Trentino si ricorre da anni al metodo della confusione sessuale.
La richiesta di supporto tecnico all'Istituto Agrario è arrivata direttamente dalla Ppq executive team, un omologo del nostro servizio fitosanitario responsabile di mettere in atto le misure di quarantena. Claudio Ioriatti, responsabile dell'area sperimentazione agraria e agricoltura sostenibile del Centro Trasferimento Tecnologico di San Michele, spiega che "l'invito a partecipare al gruppo di lavoro internazionale è stato particolarmente gratificante in quanto non solo riconosce l'esperienza dell'Istituto Agrario circa la biologia di un fitofago tradizionalmente infeudato alla viticoltura di casa nostra, ma qualifica il lavoro di ricerca e sperimentazione di San Michele in collaborazione con le due prestigiose istituzioni delle quali fanno parte gli altri due colleghi italiani: Bruno Bagnoli del Cra di Firenze e Andrea Lucchi del Dipartimento di coltivazione e difesa delle specie legnose dell'Università di Pisa".
Il Trentino Alto Adige è riconosciuto come pioniere in Italia nell'applicazione di questa strategia di controllo, un metodo di lotta biologico che confonde sessualmente gli insetti dannosi per evitare la loro riproduzione. La tignoletta della vite, da sempre presente in Europa, è stata segnalata nel 2007 in Cile e dall'anno scorso rinvenuta per la prima volta in California.
La sua presenza desta particolare preoccupazione in quanto, date le condizioni climatiche particolarmente favorevoli al suo sviluppo, rischia di minare l'efficacia delle strategie di difesa attualmente in essere con gravi ripercussioni sia sulla redditività della coltura sia per l'indubbio impatto ambientale conseguente alla necessità di mettere in atto un controllo chimico.
Il gruppo di lavoro, che coinvolge esperti di tutto il mondo, si sta scambiando informazioni sulle attuali conoscenze per stilare le raccomandazioni operative con il duplice scopo di meglio delimitare la problematica e di definire le misure per tentare l'eradicazione del fitofago.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige
Autore: Francesca Bilancieri