Dopo quattro anni di attività il progetto chiude ma il patrimonio di conoscenza e professionalità scientifiche continuerà presso l’Istituto agrario di San Michele all’Adige e nella futura Fondazione Mach. E’ questo il messaggio dato nel corso della conferenza stampa convocata per offrire un bilancio pubblico all’esperienza scientifica nel campo della ricerca e sviluppo di sistemi per la protezione delle piante a basso impatto sull’ambiente e sulla salute del consumatore. Le attività del Centro, che ha puntato sulla ricerca innovativa orientata allo sviluppo di tecnologie in grado di ridurre gli input chimici in agricoltura e ad usare metodi per la protezione delle piante a basso impatto, confluiranno all’interno del Centro sperimentale, precisamente nel Dipartimento protezione piante.
“I risultati ottenuti da SafeCrop – ha sottolineato l’assessore alla Programmazione ricerca e innovazione, Gianluca Salvatori – sono stati eccellenti e di livello internazionale, grazie ad una collaborazione tra esperienze e conoscenze di diversi paesi. Si tratta di un risultato importante perché nella attività di ricerca nulla avviene per inerzia ma gli obiettivo si raggiungono grazie ad un lavoro di gruppo in grado di evidenziare le eccellenze. Ora i risultati e le linee di saranno assunti in eredità dalla Fondazione Mach che nascerà agli inizi del 2008”. Con Salvatori hanno preso parte all’incontro anche il direttore generale dell’Istituto agrario di San Michele (Iasma) Alessandro Dini e dal responsabile scientifico di SafeCrop, professor Cesare Gessler.

SafeCrop, il Centro per la ricerca e lo sviluppo di sistemi per la protezione delle piante a basso impatto sull’ambiente e sulla salute del consumatore, è nato nel giugno 2003 e ha contato su un organico di 36 ricercatori, studenti di dottorato, tecnici e amministrativi. Dopo quattro anni il progetto, voluto dalla Provincia autonoma di Trento, chiude anche se l’attività di studio e il patrimonio di conoscenze sarà assorbito dall’Istituto agrario di San Michele.
“I ricercatori – ha ribadito l’assessore provinciale alla Programmazione ricerca e innovazione Gianluca Salvatori – si sono guadagnati la stima e la reputazione del mondo scientifico internazionale e quella del mondo agricolo trentino. In questo senso possiamo affermare che SafeCrop ha rappresentato il momento di unione, di ponte e di trasferimento tra la ricerca applicata e l’agricoltura in Trentino che non ha mai fatto mancare il suo sostegno all’attività di laboratorio”.

Il Centro è nato grazie alla collaborazione con l’Istituto agrario di S. Michele all’Adige di prestigiosi Centri di ricerca internazionali: Swiss Federal institute of technology Zurich (Svizzera), Agricultural research organization, The Volcani Center (Israele), Inra - Institut national de recherche agronomique (Francia), Swedish University of Agricultural Sciences SLU, (Svezia), Federal biological rsearch centre for agriculture and forestry Bba, Institute for biological control (Germania).
Alessandro Dini, direttore generale dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, ringraziando per la collaborazione il professor Gessler, ha sottolineato l’importante ruolo svolto da SafeCrop, ricordando che nel 2008 le attività confluiranno nel Dipartimento protezione piante del Centro sperimentale. Ha spiegato, inoltre, che “l’Istituto agrario di San Michele all’Adige ha intrapreso un vero e proprio filone di ricerca volto a sviluppare un’agricoltura eco-compatibile”. Le attività vengono svolte nel centro protezione piante, inaugurato nel mese di marzo: una struttura dove viene condotta attività di ricerca, sperimentazione e servizio dedicata alla difesa delle colture da funghi e parassiti e finalizzate a sviluppare nuovi metodi di protezione più rispettosi dell’ambiente e della salute umana.

Cesare Gessler, responsabile scientifico del Centro, ha voluto dimostrare come la ricerca non debba essere fine a se stessa promuovendo la “filiera della conoscenza” in agricoltura, che significa collegare la ricerca di base al mondo produttivo: “Abbiamo fatto da cardine tra la ricerca di base e la ricerca applicata . Il rischio che corre la ricerca è quello di produrre tanta carta e poca innovazione: il Centro SafeCrop ha puntato invece sulle applicazioni pratiche orientate alle necessità dell’agricoltura trentina ed italiana. Per raggiungere questo obiettivo sono state prodotte pubblicazioni, relazioni, giornate tecniche, software per l’applicazione dell’informatica all’agricoltura".
I ricercatori e tecnici hanno presentato, nelle principali conferenze nazionali ed internazionali, oltre 200 relazioni riguardanti i loro lavori di ricerca e sperimentazione. Una produzione scientifica, legata ad attività di ricerca in laboratorio, serra e campo che ha permesso di identificare dei microrganismi antagonisti per successivi sviluppi commerciali di biofungicidi, un sistema per la promozione della radicazione e vari sistemi informatici di supporto alle decisioni che permettono la riduzione d’impiego di pesticidi.

Il Centro ha creato una collana di pubblicazioni divulgative gratuite sulla difesa delle colture e queste sono state distribuite in oltre 8000 copie, per metà in Trentino e per l’altra metà nel resto d’Italia con alcune richieste da Spagna, Francia e Grecia, dimostrando come la produzione scientifica ha un valore non solo locale, ma nazionale ed europeo. SafeCrop ha promosso l’applicazione dell’informatica in agricoltura, in modo particolare nel settore dei sistemi di supporto alle decisioni, creando 7 software dedicati all’agricoltura.
I prodotti scientifici e divulgativi sono disponibili al sito web, www.safecrop.org, visitato sino ad oggi da oltre 262.000 utenti. Il raggiungimento di questi risultati è stato possibile grazie alle sinergie internazionali attivate che hanno permesso di raggiungere la massa critica di conoscenza, esperienza e risorse umane necessarie. Il Centro, dal 2008, farà parte del dipartimento Protezione delle piante della nascente Fondazione Edmund Mach.