L'Italia è una autorità quando si parla di pomodoro da industria. Il nostro Paese produce circa il 15% del pomodoro destinato alla trasformazione a livello globale, posizionandosi al terzo posto dietro a Cina e Stati Uniti. E dal punto di vista qualitativo il Belpaese è probabilmente in vetta alla classifica.
Il pomodoro d'altronde non è una coltura qualunque. È il simbolo del made in Italy nel mondo, visto che i piatti tipici nostrani vedono spesso l'oro rosso come ingrediente principale.
Eppure negli anni il settore ha dovuto affrontare diverse sfide, che rischiano di ridurre le superfici coltivate. Da un lato infatti i cambiamenti climatici (caldo intenso e carenza di piogge) hanno creato non pochi problemi a livello di crescita e maturazione delle bacche. A questo si aggiungono i limiti imposti da Bruxelles sull'utilizzo delle sostanze attive. E se la nuova Politica Agricola Comune (Pac) premia il pomodoro sotto il fronte degli aiuti accoppiati, su altri campi lo penalizza. Ulteriori ostacoli riguardano l'aumento dei costi di produzione, la scarsità di manodopera e la carente contrattazione a livello di filiera.
Ecco la strategia di Bayer per il pomodoro da industria
Nonostante queste difficoltà il pomodoro da industria è una coltura che può riservare ancora tante soddisfazioni. Per celebrarlo e delineare una strategia moderna di gestione delle varie problematiche, Bayer ha organizzato a Napoli (in occasione de Il filo rosso del pomodoro), l'evento "Dal campo alla tavola: gli ingredienti per un pomodoro da industria sostenibile e di qualità".
Occasione nella quale Bayer ha presentato la sua strategia, denominata Il Rosso by Bayer, che vede in campo non solo gli agrofarmaci e le genetiche innovative, ma anche soluzioni digitali e prodotti nutrizionali.
Un momento dell'evento organizzato da Bayer
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Pomodoro da industria, la parola agli esperti
Dal palco di Napoli hanno preso la parola due professori dell'Università degli Studi di Napoli Federico II: Amalia Barone, docente di Miglioramento Genetico delle Piante, e Salvatore Faugno, docente di Meccanica e Meccanizzazione di Precisione. Nonché Giuseppina Bergamasco, Quality manager della ditta conserviera Sica Srl.
La professoressa Amalia Barone si è concentrata su come il miglioramento vegetale possa offrire ai vivaisti e agli agricoltori delle varietà che siano in grado di rispondere meglio alle sfide dei cambiamenti climatici. In particolare negli ultimi anni il pomodoro ha dovuto fare i conti con temperature estive elevate, che causano una crescita stentata e creano problemi all'allegagione delle bacche. Mentre la scarsità di piogge causa seri problemi di stress idrico.
Un grafico che riassume visivamente i dati raccolti su ottanta varietà di pomodoro testate in Campania e in Puglia dal team della professoressa Amalia Barone
(Fonte foto: Amalia Barone, docente di Miglioramento Genetico delle Piante)
Gli studi condotti dall'Università degli Studi di Napoli Federico II si sono concentrati proprio nell'individuare dei tratti di adattabilità del pomodoro a questo nuovo contesto. Dalle prove condotte in campo è emerso che un particolare genotipo, siglato E42, ha dimostrato una buona resistenza alle alte temperature e potrebbe dunque aprire la strada a nuove varietà.
Il professor Salvatore Faugno ha invece illustrato le potenzialità offerte da una meccanizzazione più spinta ed evoluta del pomodoro da industria. In particolare l'uso di macchine raccoglitrici con sensori di carico consente di mappare la produttività del campo, metro dopo metro, individuando le aree più produttive e quelle che invece lo sono meno.
Questi dati possono poi essere impiegati per valutare le cause di tali differenze ed eventualmente portare a distribuire gli input agronomici a rateo variabile, in modo da rendere più omogenea la produttività. Produttività che dipende da molteplici fattori, quali ad esempio la tipologia di terreno, le concimazioni effettuate, la precessione colturale, l'approccio agronomico e la gestione irrigua.
Una mappa di produzione riferita ad un campo di pomodoro da industria presentata dal professor Salvatore Faugno
(Fonte foto: Salvatore Faugno, docente di Meccanica e Meccanizzazione di Precisione)
Infine, dal palco ha preso la parola Giuseppina Bergamasco, Quality manager di Sica Srl, che ha voluto mettere l'accento sulla necessità di stringere un patto tra agricoltori e trasformatori, al fine di poter lavorare un pomodoro che deve essere prima di tutto sano, ma anche bello e buono.
Sano significa senza marciumi o muffe, con residui nella norma e assenza di parassiti. Bello vuol dire bacche integre, di colore rosso e mature, di calibri elevati e di polpa consistente. Ma non bisogna dimenticare che il pomodoro deve anche essere buono e cioè saporito, con un aroma gradevole e senza difetti.
Il Rosso by Bayer: agrofarmaci, sementi, nutrizione e digitale
Se un tempo Bayer era conosciuta principalmente per i suoi agrofarmaci, negli ultimi anni l'azienda ha subìto un'importante trasformazione, sviluppando la sua offerta a 360 gradi, puntando ad offrire agli agricoltori una gamma di soluzioni integrate.
Come raccontato da Ignazio Romeo, Grower & Channel manager di Bayer, questo significa agrofarmaci innovativi, anche di origine naturale. Ci sono poi le sementi sotto il marchio Seminis, ma anche prodotti per la nutrizione, come il fisioattivante Ambition® Aktivator, nonché soluzioni digitali, come FieldView.
L'integrazione sostenibile secondo Bayer
(Fonte foto: Bayer)
Sul fronte della difesa Bayer offre un ampio catalogo di prodotti insetticidi, fungicidi ed erbicidi. Particolarmente interessante è Serenade® Aso, un fungicida battericida di origine naturale (ammesso in biologico), a base di Bacillus subtilis, ceppo QST 713. Un prodotto efficace contro i principali patogeni fungini, come botrite e alternaria, che può essere applicato sia per via fogliare che in manichetta.
L'aspetto interessante è che, oltre a non lasciare residui normati, Serenade® Aso promuove lo sviluppo delle piante. Il ceppo QST 713 colonizza infatti le radici del pomodoro, che crescono più in profondità, e migliora l'assorbimento da parte della rizosfera di alcuni elementi chiave, quali ad esempio il ferro e il calcio, con ripercussioni positive sulla quantità e qualità delle produzioni.
Oltre a non lasciare residui normati, Serenade® Aso promuove lo sviluppo delle piante
(Fonte foto: Bayer)
Abbinato a Serenade® Aso può essere impiegato anche Ambition® Aktivator, il fisioattivante di Bayer pensato per promuovere il fisiologico sviluppo delle piante. Il prodotto contiene acidi fulvici, microelementi e proteine idrolizzate che aiutano le piante a gestire gli stress abiotici e a produrre delle bacche di migliore qualità.
Le prove condotte in campo, i cui risultati sono stati illustrati durante l'evento, mostrano che l'impiego di Serenade® Aso e di Ambition® Aktivator porta ad un aumento delle rese e di diversi parametri qualitativi (grado Brix, tenuta delle bacche, colore, eccetera).
FieldView, piattaforma digitale ormai ben conosciuta su colture estensive, come il grano e il mais, può essere impiegato anche sul fronte del pomodoro da industria, offrendo molteplici servizi durante la stagione. Prima di tutto le mappe di vegetazione permettono di conoscere lo stato di salute della coltura, individuando eventuali aree sotto stress.
Le mappe di raccolta, nelle macchine provviste di sensori o tramite apposito kit, permettono di conoscere la produttività effettiva di ogni area del campo e in tempo reale alla raccolta, invece che al conferimento in stabilimento.
Ma tali dati sono interessanti anche per fare dei raffronti tra varietà e strategie agronomiche differenti, in modo da individuare gli approcci vincenti.
L'impiego di Serenade® Aso e di Ambition® Aktivator porta ad un aumento delle rese e di diversi parametri qualitativi
(Fonte foto: Bayer)
Pomodoro da industria, da Bayer sementi al passo coi tempi
Sul fronte della genetica Bayer, attraverso Seminis, offre un ampio catalogo di varietà nei diversi segmenti merceologici. Docet è un pomodoro allungato, lanciato nel 2005, che ha garantito ottime performance produttive negli anni.
A Docet si affiancano anche Eventus e SV5197TP, tutti resistenti a Tomato spotted wilt virus (TSWV) e aventi ottime qualità organolettiche, come ha dimostrato anche un panel test che ne ha indagato le caratteristiche aromatiche.
Prove aromatiche su pomodoro trasformato
(Fonte foto: Bayer)
Sul fronte della resistenza agli stress abiotici, sono state effettuate delle prove di allegagione ad alte temperature nell'area del foggiano, proprio per indagare la risposta di genetiche differenti alle bombe di calore estive, sempre più frequenti. Eventus ha dimostrato il tasso di allegagione più elevato alle alte temperature, mentre SV5197TP ha ottenuto le migliori performance in termini di resa.
Guardando ai tondi, Seminis ha lanciato quest'anno Barrick, una varietà a ciclo medio con un elevato potenziale produttivo. La pianta assicura una sanità elevata e un'ottima tenuta di campo. Altra varietà del catalogo Bayer è l'SV8840TM, un tondo ad alta produttività facile da coltivare e con ottime rese.
Prove condotte nelle province di Parma e Piacenza per testare la tolleranza agli stress idrici hanno dimostrato che le varietà particolarmente vigorose sono quelle che hanno risentito maggiormente di apporti idrici ridotti (-30%), mentre riduzioni più modeste, ad esempio del 10%, hanno portato ad un miglioramento della qualità dei pomodori con una riduzione poco significativa in termini di resa.
Prove irrigazione sul pomodoro: considerazioni generali
(Fonte foto: Bayer)
Concludendo, come sottolineato da Josep Izquierdo, Crop manager Vegetables Emea, Bayer non è più solo un'azienda che produce agrofarmaci, ma offre agli agricoltori strumenti a 360 gradi per una gestione moderna del campo. E il pomodoro da industria è una coltura chiave nel futuro di Bayer, che ha già pianificato significativi investimenti nei prossimi anni.