L'evoluzione del sistema della qualità olivicola è stato al centro della giornata di studio organizzata da Unaprol per celebrare l'iniziativa del Coi. Il dibattito si è sviluppato sulla relazione del professor Maurizio Servili dell’Università di Perugia su “la qualità dell’olio extra vergine di oliva tra impronta genetica ed innovazioni tecnologiche”. L’evento ha coinciso con il ventennale delle prime cinque dop dell’olio di oliva a livello europeo, tutte italiane: Aprutino Pescarese, Brisighella, Canino, Collina di Brindisi e Sabina.
Gli oli extra vergine, come viene spiegato nel messaggio del Coi, sono fonti comprovate di nutrimento e salute e alimenti essenziali della dieta mediterranea, con aromi e gusti così vari da offrire una moltitudine di scelte gastronomiche sempre più apprezzate dai grandi chef. Le loro molteplici proprietà terapeutiche nella protezione contro determinati malattie sono ormai ampiamente riconosciute.
L’olivo, che ha origine nel Mediterraneo, è un simbolo universale di pace e di armonia. Si estende oggi ai cinque continenti e contribuisce allo sviluppo economico e sociale sostenibile di numerosi paesi e alla conservazione delle risorse naturali.
L'olivicoltura, che è uno strumento di lotta contro il riscaldamento climatico, assicura un bilancio del carbonio positivo, durante il suo ciclo colturale assorbe più CO2 di quanto gas effetto serra venga emesso nell'atmosfera nel processo di produzione dell'olio vergine ed extravergine di oliva.
Creato nel 1959, il Consiglio oleicolo internazionale raggruppa attualmente il 94% dei paesi produttori di olio d'oliva e olive da tavola. Entrando a far parte del Consiglio oleicolo internazionale, mediante l'adesione al nuovo Accordo internazionale sull'olio d'oliva e le olive da tavola che è depositato all'Organizzazione delle Nazioni Unite, i paesi sostengono lo sviluppo della filiera oleicola, lo sviluppo economico e sociale sostenibile e la tutela dell'ambiente e della salute.
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