Il Food&Science Festival di Mantova è ormai arrivato alla sua nona edizione e come sempre ha suscitato l'interesse di tante persone curiose, addette ai lavori e non, che hanno dedicato tre giorni a comprendere come funziona davvero il mondo dell'agricoltura.

 

All'interno dell'edizione 2025 del Festival mantovano, promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da Frame - Divagazioni Scientifiche e organizzato da Mantova Agricola, Syngenta ha organizzato un convegno per discutere delle sfide che il settore ha davanti a sé, come la necessità di avere produzioni agricole in aumento, ma riducendo gli input e in un contesto di cambiamento del clima che rende ogni attività umana più impegnativa.

 

"In questo periodo dobbiamo accettare l'incertezza, imparando a navigare con venti forti", ha dichiarato dal palco di Mantova Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta Italia, che ha poi sottolineato la necessità che all'opinione pubblica sia raccontata la verità su un settore che troppo spesso viene descritto in maniera poco lusinghiera. "Serve raccontare la verità, tenendo da parte le ideologie".

 

Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta Italia, dal palco del Food&Science Festival 2025

Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta Italia, dal palco del Food&Science Festival 2025

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Le "Sustainability Priorities" di Syngenta

Il palcoscenico di Mantova è stato la vetrina ideale per raccontare al grande pubblico le priorità che l'azienda si è data dal punto di vista della sostenibilità e che raccolgono il testimone di quello che è stato il Good Growth Plan, il piano internazionale voluto in passato da Syngenta per raggiungere i suoi obiettivi di sostenibilità.

 

Con il nuovo piano, illustrato da Mauro Coatti, head of Technical Support, il Gruppo intende arrivare a quattro obiettivi che vediamo nel dettaglio di seguito.

 

Primo, produrre di più, con un minor impatto ambientale

Questo significa incrementare le rese senza aumentare la pressione sull'ambiente. Come? Attraverso l'innovazione e un uso più efficiente di input come acqua, fertilizzanti e agrofarmaci.

 

Syngenta promuove l'adozione di strumenti digitali e di precisione, combinati con sementi innovative e soluzioni fitosanitarie a basso impatto. L'azienda si impegna anche nella formazione tecnica degli operatori agricoli, affinché possano prendere decisioni più informate e sostenibili. L'efficacia viene monitorata attraverso indicatori di performance ambientale e produttiva, con una crescente attenzione alla tracciabilità dei risultati.

 

Secondo, rigenerare il suolo e la natura

Il suolo è una risorsa finita e centrale per la produzione agricola. Con questa priorità, Syngenta si pone l'obiettivo di ripristinare la salute dei terreni e di contribuire attivamente alla biodiversità.

 

I progetti messi in campo vanno dalla riduzione della lavorazione meccanica alla promozione delle cover crop, dal miglioramento della struttura organica del suolo all'incremento degli insetti impollinatori. Inoltre, l'azienda partecipa a iniziative collaborative con enti di ricerca e Ong per sviluppare indicatori scientifici che possano certificare i progressi.

 

Tra gli obiettivi dichiarati, anche quello di rigenerare 50 milioni di ettari di suolo entro il 2030 e realizzare l'85% della produzione di sementi attraverso pratiche di agricoltura rigenerativa.

 

Mauro Coatti, head of Technical Support di Syngenta, illustra le

Mauro Coatti, head of Technical Support di Syngenta, illustra le "Sustainability Priorities"

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Terzo, migliorare il benessere delle comunità rurali

La sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica. Questa priorità punta a rafforzare la resilienza delle comunità agricole, migliorando l'accesso a conoscenze, tecnologie e mercati, soprattutto nei contesti più fragili.

 

Syngenta lavora per creare opportunità economiche per piccoli agricoltori, giovani e donne, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nelle aree rurali più marginali d'Europa. L'azienda collabora con enti locali, istituzioni e organizzazioni internazionali per promuovere formazione, accesso al credito e inclusione.

 

Il programma si declina in azioni pratiche: dalla creazione di cooperative locali all'educazione finanziaria, passando per l'avvio di programmi di mentorship agricola. È una visione che punta a un'agricoltura più equa e inclusiva.

 

Quarto, rendere più sostenibili le operazioni interne

La sostenibilità deve partire dall'interno. Syngenta si impegna a ridurre l'impatto ambientale delle proprie attività industriali lungo tutta la catena del valore. Questo include un utilizzo più efficiente dell'energia, la riduzione delle emissioni di CO2, la gestione responsabile dell'acqua e dei rifiuti, nonché la diminuzione della plastica negli imballaggi.

 

L'azienda ha stabilito target ambiziosi in linea con l'Accordo di Parigi e collabora con fornitori e partner per raggiungerli in modo trasparente. Particolare attenzione è posta alla sicurezza dei lavoratori, alla trasparenza nelle pratiche di governance e alla tracciabilità di filiera.

 

Servono innovazione e approccio scientifico ai problemi

Sul palco di Mantova si sono alternati molti ospiti che hanno arricchito il dibattito. L'assessore all'Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, ha sottolineato come sia necessario dare agli agricoltori gli strumenti per poter produrre. E per questo, ha ricordato, metà del budget del Complemento per lo Sviluppo Rurale (Csr) lombardo è indirizzato all'innovazione.

 

In rappresentanza del Parlamento erano presenti la deputata Maria Chiara Gadda e il senatore Luca De Carlo. La prima ha chiesto una Pac pù flessibile, che sia in grado di rispondere in maniera tempestiva alle necessità del settore agricolo, oggi alle prese con molte incertezze, a partire dal clima in cambiamento. Mentre De Carlo ha rivendicato l'impegno del Governo nei confronti degli agricoltori, ricordando l'apertura sulla sperimentazione in campo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea) e la creazione del registro sui crediti di carbonio.

 

A dare voce al mondo delle filiere è intervenuto Matteo Pollini, responsabile del Sistema di Gestione Ambientale di Orogel, cooperativa che opera su diverse filiere e che conosce bene le sfide che ha davanti l'agricoltura. Mentre Simona Rubbi, responsabile Relazioni Internazionali di Cso Italia, ha ricordato come gli agricoltori abbiano sempre meno mezzi tecnici a disposizione per contrastare un numero di insetti e patogeni in costante aumento.

 

Concetto ripreso anche da Olivier De Matos, direttore generale di CropLife Europe, che ha ricordato come attualmente in Europa ci voglia troppo tempo per portare nuove soluzioni sul mercato, in media sette-dieci anni, contro i due-tre di Paesi come Stati Uniti e Brasile.

 

L'opportunità di cambiare la situazione attuale però è concreta, come ricordato da Herbert Dorfmann, parlamentare europeo che ha sottolineato come la nuova Commissione sia molto più pragmatica e meno ideologica rispetto a quella del passato e che dunque su tanti dossier, a partire da quello sulle Tea, si potranno avere degli sviluppi positivi.

 

A chiedere la giornata di lavori è stato Massimiliano Giansanti, presidente di Copa e di Confagricoltura, che ha apprezzato il documento di visione pubblicato dal commissario Christophe Hansen ad inizio anno, ma ha anche chiesto che l'Italia e l'Europa abbraccino un nuovo paradigma, quello delineato anche dalla Fao, che ha parlato di "intensificazione sostenibile" delle produzioni agricole.

Questo articolo fa parte delle collezioni: