La misura Transizione 5.0 è stata ufficialmente chiusa il 7 novembre 2025 con un decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha disposto lo stop immediato della piattaforma GSE per l’invio delle domande.
Quando inaspettatamente è giunto l’annuncio, il portale - che non era stato aggiornato e non considerava la riduzione della dotazione a 2,5 miliardi di euro (dagli oltre 6 disponibili inizialmente) decisa dal Governo con la revisione del Pnrr di settembre - indicava ancora una disponibilità di oltre 3,7 miliardi di euro.
Storia di un incentivo lento
L’incentivo, pensato per sostenere investimenti green con credito d’imposta, per via di complessità burocratiche ha da subito faticato a decollare e solo dopo le semplificazioni della Legge di Bilancio 2025, ha trovato slancio. Se la lenta partenza non ha aiutato, il taglio dei fondi si è dimostrato fatale, bloccando le nuove richieste e lasciando scoperti molti investimenti già avviati.
Le aziende colpite, comprese quelle del comparto agricolo, e le associazioni di categoria hanno da subito richiesto garanzie su una possibile copertura alternativa, lamentando assenza di trasparenza. Si stima un fabbisogno residuo di circa 1,5 miliardi di euro.
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La risposta del il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso è arrivata lo scorso 20 novembre con la convocazione di un momento di confronto con le associazioni nazionali d’impresa su Transizione 5.0.
In questa sede è stato annunciato un nuovo Decreto Legge, approvato la sera stessa, contenente nuove disposizioni in materia di credito d’imposta 5.0. Vediamolo nel dettaglio.
Nuova deadline per il Credito 5.0
L'articolo 1 del Decreto Legge n. 175 recante "Misure urgenti in materia di piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 novembre e in vigore da sabato 22 novembre 2025, specifica che, dopo l'esaurimento delle risorse, sarà possibile presentare nuove domande di accesso alla misura 5.0 entro le ore 18:00 di giovedì 27 novembre 2025.
Sarà inoltre possibile presentare eventuali integrazioni dovute, entro e non oltre il 6 dicembre 2025 pena la decadenza della domanda.
Attenzione, il decreto precisa anche che entro il 27 novembre deve essere fornita obbligatoriamente tutta la documentazione richiesta relativa alla certificazione della riduzione dei consumi energetici.
"È un segnale positivo da parte del Governo. Questi chiarimenti consentono di fare ordine dopo un forte momento di sbandamento per tutta la filiera. Avremmo voluto più tempo, ma chi ha già caricato la domanda può confidare che sarà lavorata regolarmente" commenta Andrea Borio, presidente di Federacma.
Credito 5.0 e Credito 4.0: stop alle doppie domande
Il decreto introduce una novità. Che non si potesse cumulare il credito 5.0 con il preesistente 4.0 (già previsto dall’articolo 38, comma 18 del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19), era già chiaro. Ciò che era concesso era presentare lo stesso progetto per entrambe le misure 4.0 e 5.0 aspettando che almeno una delle due non venisse approvata. Ora viene vietata in modo esplicito la possibilità di fare domanda per entrambe le misure.
Il nuovo decreto interviene in questa direzione per limitare la duplicazione di progetti presentati per Transizione 4.0 e Transizione 5.0 e forzare le imprese a scegliere solo una delle due. L'obiettivo è ottenere una previsione più precisa possibile dei fondi effettivamente occupati e stabilire le coperture necessarie per soddisfare tutte le domande presentate entro la nuova scadenza.
Le imprese che avessero già presentato domanda per entrambi i crediti, entro il 27 novembre 2025, devono scegliere con modalità telematica uno dei due crediti.
Il decreto specifica che, qualora il Governo non riuscisse a soddisfare tutte le domande registrate, coloro che abbiano rinunciato al credito 4.0, potranno comunque accedervi previa verifica della sussistenza dei requisiti necessari. Sul come non c'è chiarezza dal momento che i fondi 4.0 per il 2025 sono terminati l'11 novembre e ad oggi non vi è un rinnovo per il 2026.
Infine, anche chi ha già completato l'investimento, riceverà la richiesta da parte del GSE di comunicare la rinuncia effettiva delle risorse prenotate sul credito d’imposta non fruito, che in ogni caso non potranno essere utilizzate.
La coperta è corta: solo 250 milioni per la 5.0
La spesa autorizzata dal decreto ammonta a 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 10 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027. Una disponibilità che non copre, se non in minima parte, il fabbisogno stimato e pari a 1,5 miliardi di euro. Probabilmente, la speranza del Governo è quella di recuperare le risorse mancanti dall’eliminazione delle doppie domande.
Se così non fosse, rimane come ultima possibilità uno stanziamento ad hoc nella prossima Legge di bilancio, attualmente ipotizzato ma non ancora inserito nel documento al vaglio del Parlamento.


































