"Negli ultimi dieci anni gli eventi meteo estremi sono più che triplicati e sono responsabili di oltre il 60% delle perdite in agricoltura". "Il 2025 sembrava una buona annata dal punto di vista delle compagnie assicurative, fino al 24 settembre. La violenta grandinata che si è abbattuta sul vercellese, colpendo il riso in raccolta, ha significato 60-70 milioni di danni da indennizzare". "La crisi climatica incide su severità e frequenza degli eventi e la severità diventa frequenza".

 

Sono alcune delle dichiarazioni che più preoccupano e che arrivano dal Festivalmeteorologia di Rovereto (Tn). Il 22 novembre scorso si è tenuto proprio nell'ambito del Festival trentino il convegno "Coltivare il futuro: agricoltura, clima e nuove frontiere dell'innovazione", organizzato da Agriduemila Hub Innovation con Codipra Trento, Condifesa Bolzano e Asnacodi Italia.

 

Le dichiarazioni iniziali sono rispettivamente di Giovanni Menapace, presidente di Codipra, di Loris Bonato di Itas Mutua e di Yuri Narozniak di Datafolio. Se gli effetti del cambiamento climatico diventano evidenti sempre di più, stagione dopo stagione, la giornata di discussione di Rovereto è servita a renderli ancor più chiari, se fosse necessario, e a individuare le linee strategiche su cui agire.

 

Secondo tutti i presenti occorre rafforzare l'osservazione e la modellizzazione di quanto sta accadendo per leggere l'impatto della crisi climatica, scoprire anche tramite l'utilizzo di nuove tecnologie soluzioni possibili e gestire il rischio, non solo con assicurazioni e strumenti passivi, ma anche con leve di resilienza attiva. In ogni caso sarà sempre più importante la collaborazione fra pubblico e privato. "Quando l'evento è estremo - ha sottolineato Dino Zardi, docente all'Università di Trento e coordinatore del Festivalmeteorologia - occorre una partecipazione fra pubblico e privato, ci vuole un dataset per modellizzare i rischi, anche attraverso l'intelligenza artificiale. Con l'analisi del rischio si arriva ad assicurare, anche innovando i prodotti come con la polizza parametrica che ha la caratteristica di liquidare con semplicità i danni".

 

Gli effetti della crisi climatica sono stati messi a fuoco durante l'evento. Per citare alcuni esempi raccontati: la LSD, Dermatite Nodulare Contagiosa, è arrivata negli allevamenti del mantovano. La malattia colpisce i bovini ed è portata tramite vettori (mosche, zecche, zanzare). "Fino a qualche anno fa era impensabile che l'LSD arrivasse fino qui", ha detto Giovanni Martinelli di Condifesa Nord Est. Le temperature del Trentino così come di tutta Italia si sono innalzate, "è come se il Trentino si fosse abbassato di 200 metri d'altitudine. Vanno adattate le tecniche agronomiche e anche le specie che si possono coltivare", ha detto Maurizio Bottura di Fondazione Edmund Mach; la tempesta Vaia ha interessato 20mila ettari di boschi in Trentino, "in Val di Fiemme c'è una filiera e questo si ripercuote a cascata sui posti di lavoro", ha detto Gianluca Barbacovi di Federforeste.

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I tre pilastri della gestione del rischio diventano quindi, secondo quanto è emerso, conoscenza e modellizzazione, innovazione tecnologica e strumenti di gestione del rischio evoluti. E per gestione del rischio si intende attiva e passiva. "Assicurazioni, il Fondo AgriCat e i Fondi Mutualistici sono l'ultima tappa - ha detto Albano Agabiti, presidente di Asnacodi - prima di tutto bisogna intervenire con la difesa attiva e il messaggio che deve arrivare alle istituzioni è che devono dare la priorità alla difesa attiva dell'impresa agricola".

 

Per quanto riguarda l'osservazione e la modellizzazione che servono a organizzare una gestione del rischio efficace, a Rovereto è stato presentato il progetto Agriclima che sta costruendo un abilitatore per mettere a disposizione dati rilevanti per fare analisi degli impatti della crisi climatica in agricoltura. Si tratta di dati che serviranno da un lato alla ricerca e dall'altro a chi vorrà sviluppare prodotti assicurativi, strumenti finanziari o Sistemi di Supporto alle Decisioni (Dss) per gli agricoltori. "Oggi le informazioni rilevanti ci sono, ma sono disperse fra diversi soggetti o istituzioni. Il progetto mette insieme attori pubblici e privati per mettere a disposizione una piattaforma che possa permettere di affrontare in modo cosciente il cambiamento climatico", ha detto il professore Samuele Trestini dell'Università degli Studi di Padova.

 

Gestione del rischio: arriva Agriclima

 

Agriclima, nell'ambito dello Spoke 4 (Sistemi agricoli e forestali multifunzionali e resilienti per la mitigazione dei rischi dei cambiamenti climatici) del Centro Nazionale Agritech, è coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler. "Per analizzare l'impatto dei cambiamenti del clima serve un approccio olistico. Occorre mettere assieme dati che riguardano molti aspetti diversi. Bisogna incrociare dati di mercato, la risposta delle piante al cambiamento, l'impatto che riguarda i danni provocati alle colture. Questi fenomeni sono complessi e spesso c'è un disallineamento fra il danno reale e gli indici utilizzati. Occorre utilizzare anche l'intelligenza artificiale per costruire modelli predittivi facilmente utilizzabili", ha detto Fabio Antonelli della Fondazione Bruno Kessler.

 

Il lavoro è ancora in corso ma Antonelli ha già fornito alcuni esempi di come Agriclima possa fare da abilitatore. "Sul tema idrologia e risorse idriche - ha raccontato - sono state sviluppate delle soluzioni che permettono di generare mappe predittive di indici di siccità su scenari futuri. L'indice tiene conto dei bacini, è stato sviluppato in Calabria, ma è trasportabile in altri contesti. Un altro scenario permette di avere stima precisa dell'andamento della risorsa neve, questo impatta sulla disponibilità idrica. È importante anche il tema della fenologia. Abbiamo integrato la modellistica che ci permette di studiare qual è l'effetto del clima nel modificare la risposta fenologica delle piante. Per ora lo abbiamo fatto su melo e vite".

 

"Occorre sviluppare indicatori di rischio personalizzati, sempre meno di carattere generale e sempre più legati al singolo appezzamento, con sistemi d'allerta mirati", ha detto, sempre parlando di Agriclima, Romano Masé di Agriologia.

 

Polizze assicurative, l'importanza dei dati

 

Per Marica Sartori, direttrice di Codipra Trento, le possibili applicazioni sono evidenti. "Il progetto - ha affermato - ha integrato dati a vario livello. Ha dimostrato come possono essere forniti degli indicatori ad esempio sul rischio gelo, su quello che è il rischio rispetto ai diversi stadi fenologici. Questi possono diventare servizi per le imprese agricole perché se sappiamo che in un determinato territorio, con una determinata posizione, abbiamo un alto rischio, ad esempio, sul gelo possiamo strutturare un intervento di difesa attiva che possa essere complementare a uno strumento di difesa passiva per la migliore salvaguardia di quella che è l'impresa agricola".

 

Digitale e nuove tecnologie sono sempre più importanti per la gestione del rischio. "Utilizzare le tecnologie digitali - ci ha detto Andrea Berti, direttore di Asnacodi - è fondamentale. Significa avere la capacità di leggere i dati di contesto, quindi conoscere il problema. Nel momento in cui conosciamo il problema e l'agricoltore acquisisce consapevolezza si può sicuramente pensare di trovare le soluzioni migliori per sviluppare i contenuti contrattuali, per quanto riguarda le assicurazioni. Il dato può anche aiutarci a monitorare".

 

'Coltivare il futuro: agricoltura, clima e nuove frontiere dell'innovazione'

"Coltivare il futuro: agricoltura, clima e nuove frontiere dell'innovazione"

(Fonte foto: Barbara Righini - AgroNotizie®)