In base all'elaborazione della Commissione Europea e dei dati dell'Outlook di primavera 2024 pubblicato nei giorni scorsi, la produzione di carne bovina nell'Ue è diminuita nel 2023 del 3,9%, una dinamica che ha contribuito a sostenere i prezzi elevati. Allo stesso tempo, il peso medio della carcassa è diminuito del -0,6%.

 

Tra i maggiori Paesi produttori, l'Italia ha registrato il calo maggiore (-17% o -127mila tonnellate), prevalentemente per la carenza di animali vivi importati, seguita da Francia (-4,4% o -60mila tonnellate) e Polonia (-4,8% o -26mila tonnellate). Sebbene Spagna e Irlanda abbiano registrato ancora un aumento nel 2022, hanno intrapreso un percorso discendente nel 2023 (rispettivamente -5% e -3,5%).

 

Nell'indagine sul bestiame del dicembre 2023, il numero di vacche nutrici nell'Ue è diminuito per il quarto anno consecutivo di ulteriori 160mila capi (-1,6%, con le vacche da latte che hanno registrato un calo di -344mila capi (-1,7%).

Anche il numero di bovini maschi da macello tra uno e due anni e oltre due anni ha segnato una contrazione ed è diminuito rispettivamente del -0,4% e del -1,2%. Tendenze che si ripercuoteranno sulla produzione di carne bovina nell'Ue, che nel 2024 dovrebbe diminuire ulteriormente del 2,3%, con un possibile effetto sui prezzi, che dovrebbero rimanere sostenuti.

 

Nonostante i prezzi elevati dell'Ue, le importazioni non sono riuscite a coprire il calo produttivo. Quanto ai consumi pro capite, complessivamente nel 2023 sono diminuiti su scala comunitaria a 9,7 chilogrammi (-4,7% su base annua) e, con una proiezione di mercato simile anche per l'anno in corso, il calo dei consumi potrebbe attestarsi nell'ordine del 2,8%.

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Export Ue in flessione (ma anche l'import 2023)

Nel 2023 le esportazioni di carne bovina dell'Ue sono aumentate, nonostante i prezzi interni relativamente elevati abbiano pesato sulle competitività del settore. Il calo delle esportazioni di animali vivi verso alcune destinazioni del Mediterraneo è stato compensato dalla riapertura dei mercati di Turchia e Marocco, che ha portato ad un aumento del 7,4% nel 2023. Le esportazioni di carne sono rimaste stabili e sono aumentate leggermente dell'1%, grazie all'import della Turchia a partire da marzo 2023, mentre la domanda di carne dal Regno Unito ha registrato un leggero calo (-1%).

 

Contrariamente alle aspettative, nel 2023 le importazioni di carne bovina nell'Ue sono diminuite dell'1,1%, a causa della riduzione delle spedizioni dal Regno Unito (-20%), un calo che non è stato compensato dall'aumento delle importazioni da Brasile e Argentina, due grandi player che trovano mercati gratificanti in altre parti del mondo, in particolare Stati Uniti e Cina.

 

Nel 2024, però, il Brasile potrebbe avere il potenziale per aumentare le esportazioni verso l'Europa, innescando - per l'import Ue - una crescita potenziale del 2%. Un quadro comunque incerto, in quanto non è ancora ben chiaro l'effetto di El Niño in Australia, che potrebbe influire su scala globale.

 

Carne suina, il settore rallenta (con lo spettro della peste suina africana)

Nel 2023, la produzione comunitaria di carne suina è diminuita in volume del 6,6%, con un calo produttivo di tutti i Paesi dell'Unione Europea, ad eccezione della Bulgaria. Le diminuzioni maggiori sono state registrate in Danimarca (-19,9%, -321mila tonnellate), Germania (-6,8%, -307mila tonnellate), Paesi Bassi (-13%, -220mila tonnellate) e Spagna (-4,2%, -214mila tonnellate).

 

L'allentamento dei prezzi dei mangimi ha comportato un leggero aumento del peso delle carcasse (+0,7%). È quanto emerge dall'Outlook primaverile della Commissione Agricoltura dell'Ue, pubblicato nei giorni scorsi.

 

Numero di scrofe in aumento in Ue, ma a macchia di leopardo

Dall'indagine sul bestiame del dicembre 2023 si evince che il numero delle scrofe riproduttrici è tornato ad aumentare di 170mila capi. Ciò potrebbe indicare un inizio di ripresa, dopo tre anni di diminuzioni significative.

 

La ripartenza, tuttavia, non è omogenea in tutti i Paesi dell'Ue, e l'attuale stock di suini da ingrasso è inferiore a quello dell'anno scorso e si prevede che avrà un effetto negativo solo nella prima metà del 2024.

 

Sull'anno in corso aleggia lo spettro della peste suina africana, il cui quadro non dovrebbe subìre mutamenti radicali. Inoltre, i prezzi dei mangimi potrebbero aumentare nuovamente, a seconda, anche, dell'esito del prossimo raccolto.

 

Nel complesso, si prevede che la produzione 2024 di carne suina nell'Ue diminuirà nell'ordine dello 0,4%, mantenendo una domanda e dei consumi pro capite sostanzialmente stabili, per effetto di un'offerta ridotta e di prezzi elevati.

 

Export (e import) in calo nel 2024

I prezzi meno competitivi della carne suina si riflettono anche sulle performance delle esportazioni comunitarie, che nel 2023 hanno registrato un calo del 24,6%, pari a quasi 1 milione di tonnellate. D'altronde, la Cina, negli anni passati significativo importatore di carne suina dall'Europa, ha rilanciato la propria produzione interna, riducendo così gli acquisti dall'Ue. I ventisette Paesi comunitari, inoltre, hanno perso esportazioni sia verso i mercati ad alto valore come Stati Uniti, Giappone, Australia che verso quelli a basso valore come Filippine e Angola, a causa della forte concorrenza sui prezzi da parte di Stati Uniti e Brasile.

 

Solo il mercato britannico ha mostrato uno sviluppo leggermente positivo (+1,4%), mentre il mercato cinese della carne suina soffre attualmente di un eccesso di offerta (a breve termine). Secondo gli analisti, se i prezzi dell'Ue rimarranno elevati, le esportazioni potrebbero diminuire ulteriormente del 4% nel 2024 rispetto all'anno precedente.

 

Quanto alle importazioni di carne suina nell'Ue, nel 2024 potrebbero diminuire ulteriormente del 2%.