Nonostante i focolai di HPAI (il virus di influenza aviaria ad alta patogenicità), la produzione di pollame dell'Ue ha mostrato una rapida ripresa nel 2023 dopo due anni di calo (+2,3% o 307mila tonnellate), anche grazie a prezzi più favorevoli.

 

Maggiori aumenti sono stati registrati in Italia (+121mila tonnellate o +10%) e Spagna (+80mila tonnellate o +3%), mentre i Paesi Bassi hanno mostrato una battuta d'arresto del -1,7% (-15mila tonnellate). I prezzi dei mangimi sono relativamente bassi, ma si prevede che abbiano raggiunto il fondo.

 

Nonostante i prezzi più alti dei polli da carne, il pollame gode ancora di una domanda piuttosto buona, e questo potrebbe spingere la produzione comunitaria verso l'alto di un ulteriore 1,7% nel 2024.

 

Il consumo pro capite dell'Ue è aumentato del 3% nel 2023, trascinato da una maggiore disponibilità interna, favorita dagli scambi commerciali e dai prezzi più bassi rispetto ad altre fonti di proteine animali. Si prevede che il consumo pro capite di pollame potrebbe crescere di un ulteriore 2%, mentre il consumo di altre carni rimane stabile o diminuisce.

 

Importazioni in crescita

Nel 2023, le importazioni totali dell'Ue sono cresciute del 5,3% (+42mila tonnellate), con un'impennata dell'import dall'Ucraina (+45% o +64mila tonnellate) e dalla Thailandia (+13% o +17mila tonnellate). Le spedizioni dal Brasile hanno avuto un buon inizio nel 2023, ma hanno subìto un rallentamento nella seconda parte dell'anno, tanto che su base annua sono diminuite del 4,4%.

 

Poiché si presume che la situazione del mercato nel Regno Unito rimanga simile a quella del 2023, non si prevede alcun cambiamento nei livelli di importazione, mentre i flussi dal Brasile potrebbero tornare a un livello più elevato (resta l'incognita aviaria, presente anche in America Latina), trascinando le importazioni comunitarie nel 2024 verso una crescita complessiva del 3%.

 

Export in flessione

Le esportazioni di avicoli dell'Ue nel 2023 sono scese del 3,7%, con flessioni delle vendite verso l'Angola (-18mila tonnellate o -44%) e l'Ucraina (-24.500 tonnellate o -26%), mentre il Vietnam (+16.500 tonnellate o +66%) e il Congo (+12mila tonnellate o +34%) hanno registrato miglioramenti significativi.

 

Se i prezzi interni rimanessero su livelli simili, le esportazioni comunitarie nel 2024 potrebbero diminuire ulteriormente dell'1%, anche se al momento non è ancora chiaro quale sarebbe l'impatto dell'introduzione delle tasse alle frontiere del Regno Unito e dei controlli a partire dal 30 aprile di quest'anno sulle esportazioni dell'Ue verso il Regno Unito.

 

Numeri giù per gli ovicaprini

Nel 2023 il gregge ovino e caprino dell'Ue è diminuito di 1,9 milioni di capi (-2,6%), come avvenuto anche l'anno scorso. Il calo maggiore è stato registrato in Spagna (-1 milione di capi o -6,1%) e dal 2019 il calo dei numeri in Ue è stato di circa 6 milioni di capi, con una riduzione in corso, nonostante i prezzi favorevoli.

 

Nel 2023, la produzione di carne ovina e capra è diminuita del 5% (-30mila tonnellate), e si prevede che nel 2024 si registrerà un calo simile (-4,9%), con riduzioni maggiori in Spagna (-14.600 tonnellate), Francia (-6.800 tonnellate) e Grecia (-5mila tonnellate).

 

Giù anche i consumi di carne ovina (-3,3% nel 2023), con stime di ulteriore ridimensionamento anche nel 2024 (-3,5%), per una minore disponibilità di prodotto e incremento dei prezzi.

 

Export in contrazione (ma non per gli animali vivi)

Nel 2023 il calo dell'export ha segnato un -13%, per effetto di una disponibilità relativamente bassa e prezzi elevati nell'Ue, che rendono l'area meno competitiva, tanto che anche nel 2024 si ipotizza un ulteriore calo del 2%. Crescono, invece, le esportazioni comunitarie di animali vivi (+5%) nel 2023, nonostante gli elevati prezzi interni e la ripresa delle esportazioni verso Libia e Marocco ha ampiamente compensato le diminuzioni verso Giordania e Israele.

 

Le esportazioni di animali vivi sono destinate a crescere leggermente del 2% nel 2024, avvicinandosi ai livelli pre covid-19, se la domanda libica e marocchina rimane stabile.

 

Import in crescita

Le importazioni dell'Ue di carne ovina sono aumentate del 2,2% nel 2023, con flussi commerciali provenienti dal Regno Unito e dalla Nuova Zelanda. Anche nel 2024 il trend dell'import dovrebbe mantenersi in ascesa (+2,5%), grazie a prezzi competitivi extra Ue. Le incertezze nel mar Rosso, nel mar Nero e nel Medio Oriente potrebbero continuare ad aumentare le preoccupazioni per i flussi commerciali delle pecore.