La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo riunitasi nella sala Antal a Bruxelles, nella serata di ieri 15 aprile 2024, ha approvato poco dopo le 18:30 a larga maggioranza la revisione mirata dei due atti fondamentali della Politica Agricola Comune: il Regolamento sui piani strategici della Pac (Regolamento Ue 2021/2115) e il Regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della Pac (Regolamento Ue 2021/2116).
Si tratta della parte legislativa del pacchetto di proposte presentate dalla Commissione Europea il 15 marzo scorso, nata in risposta alle preoccupazioni espresse dagli agricoltori il cui iter si è avviato con il Consiglio Agrifish del 26 febbraio 2024 e che aveva avuto il via libera lo scorso 26 marzo 2024 dai rappresentanti degli Stati membri nel Consiglio Agricolo Ue - costituitosi in Comitato Speciale Agricoltura.
L'obiettivo a portata di mano è quello di porre ai voti dell'Assemblea Plenaria di Strasburgo le modifiche alla Pac nell'ultima sessione della legislatura, prevista tra il 22 ed il 25 aprile, in forza della procedura di approvazione d'urgenza, approvata dalla Plenaria di Strasburgo l'11 aprile scorso.
Questa revisione della Pac - nelle intenzioni delle istituzioni Ue - tenta di risolvere le difficoltà emerse nell'attuazione dei piani strategici e mira a semplificare, ridurre gli oneri amministrativi e fornire una maggiore flessibilità per il rispetto della condizionalità rafforzata.
Ma c'è un dettaglio procedurale di non poco conto, che potrebbe far slittare di qualche giorno o forse più la convalida del voto della Commissione. E come si vedrà tale rischio non è indifferente rispetto all'applicabilità di parte delle modifiche fin dalla campagna in corso.
Durante il breve dibattito che ha preceduto l'approvazione delle modifiche ai due provvedimenti, il membro della Comagri tedesco del gruppo dei Verdi, Martin Häusling, ha obiettato che le proposte emendative non sono state tradotte in tutte le lingue dell'Unione e ha invocato la sospensione del voto secondo quanto disposto dagli articoli 186 e 319 del Regolamento interno del Parlamento Europeo, secondo i quali, con l'opposizione di tre parlamentari in Commissione (38 in Plenaria) non si può procedere alla votazione se gli atti da votare non sono stati tradotti, impedendo di fatto la formazione del libero convincimento dei parlamentari.
Ha replicato il presidente della Commissione, il tedesco Norbert Lins del Partito Popolare, secondo il quale invece essendo i due regolamenti integralmente tradotti in tutte le lingue ufficiali dell'Unione, anche gli emendamenti - pur redatti in sola lingua inglese - sono ben comprensibili. Inoltre, il presidente Lins ha sottolineato come nei prossimi giorni, in tempo per la Plenaria di Strasburgo, anche gli emendamenti saranno tradotti in tutte le lingue ed il problema sarebbe così superato. L'applicazione dell'articolo 186 del Regolamento poi, richiederebbe per la sospensione del voto - secondo il presidente Lins - che sussista un "vantaggio intollerabile" per chi vota a favore del provvedimento, elemento che - in questo caso - manca.
Pertanto gli emendamenti ai regolamenti Ue 2021/2115 e Ue 2021/2116 sono stati messi ai voti dal presidente Lins e approvati dalla Commissione pur con l'obiezione di tre dei parlamentari presenti. In ogni caso, il voto di ieri sarà posto all'attenzione del Comitato dei Giuristi che assistono i lavori dell'Eurocamera, ai quali è affidato il delicato compito di decidere se la votazione è valida oppure no, un responso che dovrebbe giungere entro pochi giorni.
In caso di risposta negativa, la Comagri dell'Eurocamera dovrebbe votare nuovamente gli emendamenti, una volta tradotti in tutte le lingue ufficiali dell'Unione. Cosa che potrebbe pericolosamente allungare i tempi per il voto della Plenaria. Un'ipotesi forse remota, ma che allo stato non è possibile escludere a priori.
Ma solo in caso di approvazione da parte del Parlamento Ue entro il 25 aprile prossimo verrebbe superato il regime di deroghe provvisorie sulla condizionalità, pure previste dalla Commissione Ue, perché alcune novità importanti di questa revisione della Pac andrebbero in vigore già con la domanda unica in corso, quella per il 2024, e riguardano proprio le Bcaa già oggetto di deroghe temporanee, come quella sul 4% di terreni a riposo, norma che viene invece definitivamente modificata e con effetto immediato. Un elenco completo delle norme che potrebbero andare in vigore subito è nell'articolo di AgroNotizie® del 27 marzo 2024.
Pertanto, le prossime ore saranno decisive per il rispetto del cronoprogramma e per fare in modo che le attese modifiche alla Pac 2023-2027 siano al più presto operative. Un eventuale rinvio al nuovo Parlamento ne allungherebbe i tempi almeno fino alla fine del 2024 e tutte le modifiche andrebbero in vigore solo con la domanda unica 2025.
AgroNotizie® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale