Tanta sostenibilità, tanto ambiente, tanta sicurezza alimentare. Tutto questo è stato il G20 Agricoltura, il vertice agricolo che si è svolto gli scorsi 17 e 18 settembre a Firenze. Ma non solo, perché l'incontro tra i grandi della Terra è stato anche l'occasione per parlare di digitale.
Dall'utilizzo di robot intelligenti nelle stalle, alla vendemmia digitale, fino alle app che permettono di monitorare il lavoro in nei campi, la rivoluzione dell'agroecologia e quella dell'agricoltura digitale stanno per cambiare radicalmente il settore rurale, stimolate dalle nuove regole Ue dell'architettura verde e dalle opportunità del credito di imposta 2020, con l'obiettivo di una sostenibilità ambientale autentica, non solo di facciata. Fare agricoltura digitale significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte ("data driven decision").

Presente, tra gli altri, anche la Cia- Agricoltori Italiani, con il suo percorso per sostenere le aziende e i produttori in questa fase di transizione, con il fine di garantire maggiore sostenibilità ma, allo stesso tempo, più reddito e competitività, con particolare attenzione alle aree interne del Paese. C'è, dunque, bisogno di strumentazioni evolute sia nell'hardware che nel software, per permettere agli agricoltori un approccio più razionale alle loro strategie imprenditoriali, rendendo tutto misurabile e controllabile.

Nello specifico, nei workshop allo stand l'associazione ha realizzato uno showcase sulle soluzioni informatiche più innovative del mondo digitale applicate al settore rurale, grazie alle competenze di aziende protagoniste del cosiddetto smart farming. Si sono approfonditi gli sviluppi dell'agricoltura 4.0, con app create ad hoc per semplificare il lavoro degli agricoltori e sulla digitalizzazione delle produzioni vegetali sostenibili. Un focus particolare sulle opportunità del digitale nell'ambito della zootecnia, con l'utilizzo di robot intelligenti per l'alimentazione "di precisione" dei bovini in stalla, con lo scopo di ridurre l'impatto ambientale e il benessere animale, anche grazie ad applicazioni che consentono il controllo continuo - tramite sensori - dello stato di salute della mandria.

Tutto questo fa parte del nuovo processo di transizione digitale avviato dalla Cia per semplificare il lavoro dei produttori e valorizzarne il patrimonio informativo, cercando di colmare il gap che ancora sussiste nel mondo rurale. L'associazione infatti stima che il 50% delle aziende non abbia ancora familiarità con l'utilizzo di queste nuove tecnologie. Secondo il digital farm specialist Cristiano Spadoni di Image Line (al cui network appartiene AgroNotizie): "I campioni dell'agricoltura hi tech sono i viticoltori, che hanno reso questa vendemmia 2021 la più digitale di sempre. Migliaia di produttori gestiscono il lavoro tramite pc con veri e propri quaderni di campagna digitali: le uve sono controllate appena colte, grazie a sistemi di controllo qualità, che in un click tracciano la carta d'identità di ogni vigneto. Anche la frutta a guscio - prosegue - è 'coltivata con il digitale' e in ogni momento si può garantire l'origine, grazie alla geolocalizzazione dei noccioleti, tracciando il percorso della nocciola dal campo alla cucina".
"E poi c'è la lotta al climate change - ricorda Dino Scanavino, presidente della Cia - dove ricercatori e cantine collaborano per progettare soluzioni che mitigano gli effetti dell'innalzamento delle temperature, analizzando big data con tecniche di intelligenza artificiale e mappando i vigneti con droni e robot dotati di sensori di ultima generazione. Il digitale in agricoltura - prosegue - non è più una soluzione di nicchia ma una garanzia di sicurezza alimentare, tracciando tutto il processo produttivo dell'agricoltore e così garantendo la necessaria trasparenza al consumatore finale".

Presentando al G20 i primi risultati delle sinergie instaurate con questi importanti player dell'agritech, Scanavino ha, infine, sottolineato l'importanza dei digital farm specialist nella scelta delle migliori soluzioni per i produttori nella lotta biotecnologica contro le fitopatie, utilizzando le moderne tecnologie meccaniche e digitali. Secondo i dati dell'Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano in Italia il valore dell'agricoltura digitale sfiora i 400 milioni di euro, con un incremento del 270% rispetto all'anno precedente, a fronte di un mercato mondiale di 9 miliardi: l'agricoltura italiana di precisione può, dunque, essere un player importante e svolgere un ruolo di rilievo nello sviluppo dell'economia nazionale.


Digitale sì, ma anche (tanta) sostenibilità

Come anticipato, al G20 Agricoltura si è parlato tanto anche di sostenibilità. Parola chiave per il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli in visita a Firenze al padiglione di Agrinsieme, dove ha incontrato i vertici di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

"Il futuro dell'agricoltura è oggi, perché il pianeta non aspetta. Dobbiamo produrre più cibo per la crescente popolazione mondiale, ma dobbiamo farlo riducendo l'impatto ambientale. Per raggiungere questo obiettivo - afferma il ministro Patuanelli - dobbiamo lavorare insieme, sfruttando l'innovazione e la tecnologia che possono dare risposte importanti".
La visita del ministro ha coronato il percorso di confronto sul tema dell'agricoltura sostenibile che ha visto protagonisti i quattro presidenti delle sigle di Agrinsieme, impegnati all'Open Forum al Teatro della Pergola. Un confronto sulla produttività dei sistemi agroalimentari, sulla crescita economica inclusiva e sulla sostenibilità ambientale e la cooperazione internazionale; ma anche un confronto che è stato un invito ai protagonisti istituzionali del G20 Agricoltura di proseguire nel coinvolgimento delle organizzazioni degli agricoltori, e in generale del partenariato privato, che potrà continuare a fornire considerazioni ed elementi utili di valutazione per queste complesse problematiche.