L'agricoltura, oltre a fare i conti con l'emergenza coronavirus, si trova a dover affrontare l'improvviso abbassamento delle temperature.
Il brusco picco meteorologico ha portato il termometro sotto lo zero provocando gelate estese e nevicate nei campi coltivati.

"Una situazione difficoltà a macchia di leopardo lungo la penisola – afferma Coldiretticon i danni più gravi che si registrano in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto".

A farne le spese peschi, albicocchi e mandorli che, vista l'alta temperatura delle settimane scorso presentavano già i frutticini ma anche ciliegi e susini già in fiore.
Uguale sorte anche per le gemme pronte intrappolate dal ghiaccio tra i filari di pere, mele e kiwi, mentre "si contano gravi danni nei campi per le primizie di stagione come carciofi, asparagi, bietole e cicorie" evidenzia Coldiretti.


La situazione in Lombardia

Il gelo ha colpito i frutteti lombardi di kiwi, pesche, mele e susine. A comunicarlo è Coldiretti Lombardia che afferma: "In alcune aree del mantovano, al confine con il veronese, si sono raggiunti anche i meno sei gradi centigradi, con le gemme di kiwi rimaste intrappolate in una coltre di ghiaccio".

Meno colpiti i frutteti protetti da rete antigrandine e dall'irrigazione di emergenza, che dovrebbero aver salvato i boccioli e limitato i danni. Nel basso mantovano, invece, si registrano problemi anche per le pere e per le coltivazioni sotto serra, dalle fragole ai meloni.
Problemi simili, secondo l'associazione lombarda, anche nell'Oltrepo Pavese, nel lodigiano e in alcune zone delle province di Como, Lecco e Varese.

"Per una valutazione complessiva del danno si dovrà aspettare l'evolversi della situazione durante la settimana. Nelle prossime ore, però, si temono gelate anche in Valtellina, con i meleti osservati speciali", conclude Coldiretti Lombardia.
 

La situazione in Emilia Romagna

"La conta dei danni è già iniziata – informa Coldiretti Emilia Romagnaanche se è presto per una stima che sarà comunque di diversi milioni di euro".
A Modena i più colpiti sono i ciliegi e i susini, seguono peri e meli. Mentre nel bolognese si sono riscontrati gravi danni ad albicocchi, duroni, peschi e susini e problemi anche per le barbabietole appena nate.

A Ferrara a soffrire maggiormente sono state le albicocche, dove Confagricoltura ha ipotizzato un danno quantificabile nel 90%.

In Romagna i danni più importanti li hanno avuti albicocchi, peri e meli, oltre alle pesche alle nettarine, che avevano già terminato la fioritura e sono rimasti sottozero per circa dieci ore.
Una situazione che Confagricoltura Ravenna ha commentato: "Possiamo dire addio alla produzione di albicocche e susine della prima collina e per altre colture come il mais". Gelate anche per i kiwi gialli, "nettamente più avanti come sviluppo vegetativo rispetto al verde" specifica il presidente della sezione frutticola di Confagricoltura Ravenna, Nicola Servadei.
A farne le spese anche le bietole. "Quelle seminate in anticipo forse resisteranno, perché hanno foglie resistenti, ma le ultime seminate, che stanno cacciando le prime foglie, sono compromesse" afferma invece Cia-agricoltori italiani dell'Emilia Romagna, riportando le segnalazioni che vengono dai produttori agricoli di tutto il territorio regionale.

Sulle gelate della scorsa notte è intervenuto anche l'assessore all'Agricoltura della regione, Alessio Mammi.
"Ci siamo subito attivati per verificare l'impatto delle gelate tardive sulla produzione di frutta e verdura e per capire quali possibili meccanismi potremo mettere in campo a sostegno di un comparto fondamentale per l'intera regione. Attraverso Arpae abbiamo fatto una prima mappatura delle zone interessate dalle gelate che riguardano in maniera diffusa tutta la pianura in cui si sono registrati valori inferiori a -5 gradi. Al momento è ancora prematuro fare una stima precisa dei danni ed è bene seguire il sistema di allerta di Arpae per attivare, laddove presenti, sistemi di prevenzione e tutela dei frutteti perché l'influsso di aria fredda continuerà anche nei prossimi giorni, seppure con punte meno estreme nelle minime", fa sapere Mammi.
 

Agricoltura, tra meteo e coronavirus

"Nonostante l'emergenza coronavirus, gli agricoltori stanno continuando a lavorare per assicurare cibo fresco e sano a tutte le famiglie, anche in questa fase di crisi - osserva il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino - Ora, però, si trovano a dover affrontare anche l'emergenza maltempo, che aggiunge danni e problemi a una situazione già difficile. Per questo chiediamo alla politica e alle istituzioni, che finalmente stanno comprendendo il ruolo strategico del settore primario, di sostenere l'agricoltura italiana con interventi e risorse adeguate".