L'agricoltura italiana accende i riflettori sull'accordo di libero scambio tra Unione europea e paesi del Mercosur, di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, prossimo alla firma, almeno da quanto ha annunciato il commissario europeo all'Agricoltura, Phil Hogan.
A difesa del made in Italy scende in campo anche il ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che ammonisce: "L'accordo tra Ue e paesi del Mercosur non dovrà andare contro gli interessi del nostro paese. Non possiamo permettere che anche un solo agricoltore italiano venga penalizzato. Siamo favorevoli all'apertura dei mercati, purché questa avvenga nel solco di un proficuo scambio che non penalizzi nessuna delle parti in gioco".
Lo scenario che emerge - scrive il Mipaaft in una nota - "potrebbe avere ripercussioni negative sul settore avicolo italiano".
Le parole del ministro Centinaio, con ogni probabilità, fanno riferimento ai recenti scandali che hanno colpito i comparti della carne bovina e avicola in Brasile. Lo ha ricordato anche Coldiretti, che non trascura infatti di menzionare appunto "il più grande scandalo mondiale sulla carne avariata che ha coinvolto il paese Sudamericano".
Quello che preoccupa Palazzo Rospigliosi, fra gli altri allarmi, "è il via libera all'ingresso nei confini europei di un contingente agevolato di 99mila tonnellate di carne bovina, ma anche un quantitativo di 90mila tonnellate di pollame, con gravi preoccupazioni per l'aspetto sanitario. Il manzo refrigerato e il pollame dal Brasile si sono classificati, per i casi di Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi più pericolosi per il numero di allarmi alimentari, che hanno fatto scattare in Italia nel 2018, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rassf".
Inoltre, rincara Coldiretti, "in Brasile dall'inizio dell'anno sono stati approvati ulteriori 211 agrofarmaci molti dei quali sono vietati in Europa.
Accanto ai rischi alimentari ci sarebbero condizioni di sfruttamento del lavoro minorile incompatibili con le normative comunitarie e nazionali.
Poi vi sono altri due elementi che fanno scattare l'allerta", denuncia Coldiretti.
Il primo: "I paesi del Mercosur - sottolinea Coldiretti - hanno chiesto concessioni nel settore dello zucchero, che potrebbero aumentare le difficoltà della produzione comunitaria. Lo stesso discorso vale per il riso e per gli agrumi, per i quali si temono problemi fitosanitari dai prodotti provenienti dagli Stati sudamericani contaminati da Black-spot o Macchia nera, una malattia non presente in Europa, dove rischia così di diffondersi con effetti disastrosi".
Il secondo: "Nel negoziato - denuncia la Coldiretti - è tutelato meno del 10% delle specialità made in Italy con un via libera di fatto ai prodotti del made in Italy taroccato particolarmente fiorente su quei mercati".
Intanto, la Cia-agricoltori italiani comunica i dati della bilancia commerciale tra Italia e Mercosur, che in ambito agroalimentare è fortemente sbilanciata a vantaggio dell'area Sudamericana: 1,91 miliardi di euro di import contro 266,3 milioni di export.
Cia-agricoltori italiani, dice una nota, "guarda da sempre con favore agli accordi commerciali internazionali ma, nel ruolo di importatore netto, l'agrifood italiano occupa una posizione difensiva nelle produzioni zootecniche e nei cereali, che Cia auspica siano tutelate dal trattato. Cia si augura, dall'altra parte, una particolare attenzione a sostegno dei prodotti in cui gioca, invece, in posizione offensiva: vini, prosecco, prodotti agricoli trasformati lattiero-caseari e Ig di alta qualità".
"Il rischio per l'Italia - prosegue la Cia - è di essere sommersi dai prodotti agricoli del Sudamerica, abolendo dazi e altre barriere. Nell'Ue vigono i più alti standard in termini di sicurezza alimentare, ambiente, salute e benessere degli animali che garantiscono il successo dei prodotti agroalimentari europei nel mondo, sarebbe dunque dannosa una concorrenza di prodotti che non rispettano il principio di reciprocità delle regole comunitarie".
Lapidario Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura: "Non ci sono le condizioni per chiudere l'accordo commerciale tra l'Unione europea e il Mercorsur. La Commissione ha già fatto concessioni rischiose per la stabilità di alcune produzioni zootecniche (carni bovine e pollame), per lo zucchero ed il riso. Inoltre, sembra non sia prevista per i vini italiani ed europei la completa liberalizzazione in tempi brevi del mercato Mercosur. Non sembra neppure scontato il riconoscimento e la tutela della Dop Prosecco".
Confagricoltura ricorda che i dazi doganali applicati sui vini in arrivo dagli Stati membri della Ue oscillano tra il 20 e il 40% a seconda della gradazione. Sui formaggi i dazi si attestano attorno al 30%.
"Su queste basi - commenta Confagri - l'accordo tra l'Ue e il Mercosur sarebbe assolutamente negativo per il settore agroalimentare italiano".
Franco Verrascina, presidente di Copagri, raccomanda di "tenere alta l'attenzione sul trattato". "Non bisogna mai dimenticare - prosegue Verrascina - che l'Europa è il primo partner commerciale del Mercosur, con oltre il 20% degli scambi commerciali totali nel 2018, ma anche il primo esportatore nel blocco sudamericano, per un valore di 45 miliardi di euro nel 2018; il Mercosur, infatti, costituisce la settima maggiore economia mondiale e il quinto più grande mercato fuori dall'Ue".
Riflettori accesi, dunque, senza prendere abbagli. "Anche se con tale accordo si mira a eliminare pesanti dazi per l'export di una lunga serie di produzioni agroalimentari comunitarie - spiega - quali ad esempio i prodotti lattiero caseari, che attualmente scontano barriere tariffarie del 28%, e i vini, per i quali le barriere tariffarie si attestano al 20%, è a nostro avviso necessario prestare particolare attenzione a eventuali nuove concessioni commerciali e valutare le condizioni imposte all'import di prodotti agricoli, con particolare riferimento alle barriere tariffarie e non".