Il 5 giugno 2019 la giunta della Regione Puglia ha deliberato la richiesta di accesso al Fondo di solidarietà nazionale per le gelate di febbraio e marzo 2018 che hanno colpito le aziende pugliesi indirizzandola al ministero delle Politiche agricole. Oltre un anno dopo, e solo grazie al Decreto emergenze, diventato legge n. 44 del 21 maggio 2019. Il provvedimento riguarda 35 comuni delle province di Taranto, Brindisi, Bari, Bat e Foggia. La richiesta interessa le imprese di questi territori che hanno subito una perdita lorda vendibile accertata superiore al 30% e che non hanno stipulato polizze assicurative. Un beneficio possibile solo grazie alla deroga contenuta nel decreto Emergenze agricole.

Ma quello dell'invocazione del Fondo di solidarietà nazionale è ormai un rituale che non regge più, visti i tempi, e basta guardare la distanza tra le date delle calamità e quelle delle compensazioni, quando arrivano, per rendersi conto che così non può continuare. Oggi a Bari, Coldiretti Puglia incontra i parlamentari pugliesi proprio su questa tematica. Pochi giorni fa il presidente di Confagricoltura Puglia ha chiesto un incontro urgente all’assessore alle Politiche agroalimentari Leonardo di Gioia, per aprire un tavolo di gestione delle avversità, per uscire dall’emergenza e tentare di vivere questi eventi calamitosi come ordinari, visti gli evidenti mutamenti climatici. AgroNotizie ha sentito il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro, che attende ancora una risposta dall’assessore di Gioia.

Presidente, nel suo appello lanciato all’assessore di Gioia per una gestione ordinaria delle avversità non più eccezionali in agricoltura non cita mai il Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020. Come pensa possa essere utilizzato?
"Sul problema calamità, si potrebbe e si dovrebbe implementare la misura 5 del Psr, senza depotenziare gli interventi specifici già utilizzati per la problematica Xylella fastidiosa. A livello regionale nella misura 5 sono state attivate sia la sottomisura 5.1 - Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione), che la sottomisura 5.2 - Sostegno a investimenti per il ripristino terreni agricoli e potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici".

Uno dei primi problemi che ha evidenziato per la grandinata che ha colpito la provincia di Taranto, è la possibilità che molte imprese agricole non riescano a tenere fede agli impegni presi con gli altri attori del mercato, specie nell’ortofrutta, dove le consegne sono sì scaglionate nel tempo, ma con scadenze rigide, e non a caso ritiene di coinvolgere ad un tavolo di confronto anche la Gdo. Che tipo di contributo si aspetta e perché non anche le commissionarie dei mercati generali?
"Il problema riguarda, ovviamente, tutta la filiera della distribuzione e, quindi, anche i mercati generali. Siamo nettamente di fronte a cambiamenti climatici strutturali dei quali si deve assolutamente tenere conto. Tutta la filiera deve fare corpo comune sulla questione, elaborando iniziative strategiche che tengano conto dei cambiamenti climatici".

Ritiene di allargare il tavolo per la gestione delle avversità ad una serie di soggetti, tra questi il “sistema del credito del territorio”: come crede che le banche locali possano interagire a vantaggio delle imprese agricole, al di fuori dei casi previsti dal Decreto legislativo 102/2004?
"Il Decreto legislativo 102/2004 è uno strumento vecchio e desueto che tiene conto di una serie di procedimenti burocratici - vedi l'inutile coinvolgimento del ministero - che appesantiscono incredibilmente il procedimento amministrativo. Bisogna elaborare un nuovo strumento normativo che deve assolutamente coinvolgere direttamente anche le banche titolate alla concessione e gestione del credito".

Cita anche gli “enti previdenziali” nel suo appello. Come crede di poterli coinvolgere?
"Forse quello del coinvolgimento degli enti previdenziali è l’unico strumento idoneo e funzionante previsto nel decreto legislativo 102/2004. Bisognerebbe riproporlo nel nuovo strumento normativo di cui parlavo sopra magari con qualche piccolo aggiustamento".

In sintesi, e fuori da quanto già previsto dal Dlgs. 102/2004, cosa si può fare realmente per pervenire ad una gestione fuori dai furori emergenziali delle avversità?
"Attualmente, come ampiamente descritto, gli strumenti normativi sono inadeguati a tutti i livelli. Bisogna ripensare strategicamente alla problematica calamità atmosferiche. Ne avremo una prossima occasione nell’imminenza della riforma della politica agricola comune".